La Legge di bilancio “dimentica” il comparto idraulico forestale calabrese
Fai-Cisl denuncia l’insufficienza delle risorse stanziate al comparto forestale e ribadisce che gli investimenti mancati nella cura del suolo e delle foreste si traducono sempre in costi moltiplicati per tutta la collettività
CATANZARO - «Dopo l’assemblea nazionale dei delegati e pensionati della Cisl per migliorare la manovra e contrattare le riforme, e visto l’esito dello sciopero indetto da Cgil e Uil, che nei comparti dell’agroalimentare e dell’ambiente ha raggiunto adesioni al minimo storico, siamo ancora più convinti delle nostre ragioni e della necessità di riconoscere sia luci che ombre nella nuova Legge di bilancio: tra gli aspetti negativi, vi è senz’altro la mancanza di attenzione verso il comparto idraulico forestale, in particolare quello calabrese, che dal 2017 ad oggi è passato da un finanziamento di 130 milioni di euro ai 10 milioni previsti dal Pnrr per il 2023».
Lo affermano in una nota congiunta il Segretario Generale della Fai-Cisl nazionale Onofrio Rota e il Segretario della Federazione calabrese Michele Sapia.
«Il tema dei tagli alla forestazione calabrese – aggiungono i due sindacalisti – purtroppo non è una novità, ma la manovra del Governo è un’opportunità imprescindibile per salvare il comparto: siamo al fianco dei lavoratori e della Regione nel denunciare l’insufficienza delle risorse stanziate, emersa anche all’assemblea nazionale dei delegati Cisl, e ribadiamo che gli investimenti mancati nella cura del suolo e delle foreste si traducono sempre in costi moltiplicati per tutta la collettività».
«Servono modifiche e correzioni – denunciano Rota e Sapia – attraverso il confronto e la concertazione con il Governo nazionale, la Regione, i gruppi parlamentari, e va messa in campo una visione riformatrice del settore coinvolgendo gli enti strumentali e le strutture competenti. In Calabria si contano ormai poco più di quattromila lavoratori forestali, gran parte monoreddito e con un’età media di circa 60 anni, conseguenza della legge del 4 agosto 1984, n. 442, un vero e proprio unicum che, nella sola Calabria, impedisce il necessario ricambio generazionale. Servono investimenti in prevenzione, cura del territorio e attività di rimboschimento da governare tramite il confronto e la buona contrattazione, mentre invece continuiamo a constatare l’abbandono delle aree interne, l’eccessiva cementificazione e il conseguente incremento del dissesto idrogeologico».
«Chiediamo al Governo e a tutte le forze parlamentari e politiche – concludono i leader della Fai-Cisl nazionale della Fai-Cisl regionale – di sostenere in Commissione e in Aula l’emendamento alla Legge di bilancio per il finanziamento della “prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico in Calabria” per garantire le giuste risorse al comparto forestale».