Il comitato degli "scissionisti" si organizza per ritornare all'autonomia di Corigliano e Rossano
Ieri un incontro operativo. Gallina: «Già pronta proposta di legge» che dovrà essere suffragata da migliaia di firme autentiche. Ma c'è un mistero: il comitato non esclude l'appoggio all'iniziativa di qualche consigliere regionale locale. Chi sarà?
CORIGLIANO-ROSSANO - «Tornare all’autonomia si può e si deve». È questo il messaggio, chiaro ed inequivocabile, lanciato ieri sera dai componenti del Cra (Comitato per il ritorno all’autonomia) di Corigliano.
Coloro che da sempre hanno avversato l’attuale fusione tra Corigliano e Rossano, si sono ritrovati per mettere a punto il cronoprogramma da seguire per dare concretezza al progetto, sicuramente non facile, di fare uscire Corigliano dalla città sorta all’indomani del 31 marzo 2018.
È stato il presidente del Comitato, Mario Gallina, che ha illustrato le tappe che da qui a fine mese porteranno i fautori del ritorno all’autonomia a porre in essere tutta una serie di attività, tali da indurre la Regione Calabria ad avviare l’iter. «Questo Comitato – afferma Gallina – nasce già nel 2019 all’indomani delle elezioni per il nuovo sindaco. E nasce perché tanti coriglianesi erano e sono convinti che la fusione sia un passaggio assolutamente dannoso sotto tutti i punti di vista, per queste due realtà che dovrebbero tornare a vivere socialmente e amministrativamente in modo autonomo. Oggi il Comitato conta circa 400 aderenti, ma il numero andrà sicuramente a crescere».
Dal punto di vista delle azioni da mettere in campo per attivare l’iter necessario per il ritorno all’autonomia, Gallina ha detto: «Come Cra abbiamo già pronta la bozza della legge regionale con la quale si chiede di non far più parte dell’attuale città di Corigliano-Rossano. La proposta di legge nei prossimi giorni sarà presentata in Regione. Dopodiché la Regione dovrà predisporre i modelli per la raccolta di firme, che dovranno essere almeno cinquemila. Avremo sei mesi di tempo – ha detto ancora Gallina – per raccogliere le firme. Una volta fatto ciò le presenteremo alla Regione che dovrà decidere se indire o meno il referendum consultivo».
Il presidente Gallina in proposito non ha molti dubbi: «Io non credo che la Regione possa dire di no all’indizione del referendum, una volta che c’è una proposta di legge suffragata da una raccolta di firme». Al termine del referendum la Regione deciderà se approvare o meno la legge. Tutto ciò entro quando dovrebbe concludersi? «È chiaro – ha detto Gallina – che un quadro abbastanza chiaro della situazione l’avremo al termine della raccolta delle firme. Comunque per la prossima estate ne sapremo di più».
L’incontro è stato abbastanza interessante, tenuto conto che si sono registrati diversi interventi. È chiaro che adesso entrando nella fase operativa si potrà tastare il polso della situazione, soprattutto si avrà modo di constatare le esatte intenzioni dei coriglianesi. Al momento nessuno vuole sbilanciarsi in previsioni, tenuto conto che, come detto, il percorso è abbastanza lungo e per nulla facile.
Altro aspetto che gli esponenti del Cra non trascurano è quello legato all’eventuale appoggio che i consiglieri regionali del territorio potrebbero dare alla iniziativa.