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Trebisacce, Spatola dei Dem invita tutti (compreso Aurelio) alla chiarezza

3 minuti di lettura

TREBISACCE - Nel dibattito relativo alla questione sull'opportunità o meno della partecipazione del sindaco di Trebisacce agli incontri politici che si stanno svolgendo sul territorio (Leggi qui) è intervenuto, con un lungo comunicato stampa, anche Remo Spatola, neo segretario del circolo PD di Trebisacce.

Nella nota, che vi propoponiamo integralmente, Spatola evidenzia due passaggi interessanti, che riposano tra le righe del testo: in primi luogo, c'è una condanna verso i promotori delle critiche, definite "stucchevoli".

Ma Spatola, forte della propria ultradecennale esperienza, fa un passo avanti e, da uomo di sinistra, affonda un colpo di stocco parlando di "Guerra fratricida tutta interna al centro-destra, che sembra tanto la continuazione delle ultime elezioni amministrative".

Proprio tra le righe Spatola, se pur in apparenza difende la prerogativa del sindaco di Trebisacce di partecipare agli incontri politici di ogni scheramento, compresi quelli di centro sinistra da qualche ora annunciati, dall'altra gli infila, in una certa misura, una casacca politica.

E non solo.

Nello stesso testo ad un certo punto invita, tutti, (dove la parola "tutti" include ovviamente anche il sindaco) alla chiarezza.

Spatola, sostanzialmente, in quello che pare essere un messaggio di "sostegno" e di difesa del sindaco Aurelio, mette in atto l'attacco più incisivo, chiedendo di prendere posizione rispetto a specifici temi, in relazione ai quali è possibile dedurre una posizione politica, indipendente dalla presenza o meno ad un tavolo per dei saluti istituzionali.

Come a dire "Si, va bene i saluti istituzionali... ma poi, per chi voti?". Anche perché candidato civico non significa, necessariamente candidato apolitico e apartitico. O no?

A seguire il testo del comunicato diffuso:

"E’ tempo di qualunquismo politico spacciato per buona pratica intellettuale, ricercando negli altri limiti ed errori che sarebbero la causa della disaffezione alla buona politica. Tutti parlano, considerando se stessi come oracoli di grande spessore culturale e militanti di partito con alle spalle anni di militanza attiva, volta all’affermazione dei grandi principi cui essi avrebbero ispirato la propria militanza politica. Miseria intellettuale e menefreghismo sono stati, invece, i grandi valori che hanno orientato per anni il comportamento di tutti coloro i quali, oggi, intervengono nel dibattito politico con la pretesa di essere, loro, gli unici e veri depositari della conoscenza dei fenomeni sociali che hanno caratterizzato il divenire del tempo con le inevitabili battaglie per la conquista di diritti e di forme di libertà sempre più complesse. Le generazioni che hanno donato se stessi per l’affermazione dei grandi principi di libertà e democrazia sono diventate una sparuta rappresentanza, tuttavia ancora presenti, per fortuna, nel dibattito politico. Ad essi il merito di tenere accesa la fiammella della speranza verso un nuovo rinascimento della buona pratica politica e culturale. Gli ultimi accadimenti, relativi alla stucchevole critica circa la presenza del sindaco di Trebisacce alle diverse manifestazioni politiche elettorali, sembrano avere il sapore della violenza culturale di chi non si rassegna alle proprie sconfitte e cerca in tutti i modi di piegare il diritto alla libertà di partecipazione e di espressione dei singoli cittadini, siano essi sindaci o semplici rappresentanti di se stessi, alla vita associativa e politica. Tentativo maldestro di affermazione di principi che contrastano, palesemente, con il diritto alla libertà di espressione e partecipazione democratica e consapevole, alle diverse forme di dibattito popolare e politico. Partecipare non significa adesione inconsapevole al partito di turno, ma semplicemente, capacità di porsi all’ascolto dei ragionamenti e delle proposte politiche che gli altri usano come strumento di confronto alla ricerca di consenso politico elettorale. Il sapersi orientare tra diverse offerte politiche è affidato alla capacità di discernimento di ciascuno di noi ed al livello di politicizzazione del singolo. Piuttosto che ammonire chi partecipa occorrerebbe ammonire quelli che non partecipano e i soloni della politica che tutto sembrano sapere ma poi si perdono nell’amore di se stessi e non ascoltano nessuno. Per concludere viene spontaneo chiedersi a quali formazioni politiche si ispirano i militanti della critica e verso chi esprimeranno il proprio consenso politico elettorale. A quale schieramento daranno, volgarmente, il voto. Mi viene il sospetto che sia in atto una guerra fratricida tutta interna al centro-destra, che sembra tanto la continuazione delle ultime elezioni amministrative. Fate chiarezza. Dite, tutti voi, che siete a favore dei diritti civili, che siete favorevoli alle politiche di integrazione sociale, che siete europeisti, che siete atlantisti, che siete contro il regionalismo differenziato, che non state dalla parte dei Paesi europei che negano il diritto d’asilo agli immigrati, che condannate l’occupazione militare dell’Ucraina. Dite tutto questo e tutti sapranno da che parte state. Noi stiamo dalla parte dei diritti e delle libertà costituzionali. Dalla parte dei deboli e di chi non ha voce, dalla parte delle istituzioni repubblicane nate dalla resistenza e dal sacrificio dei nostri padri, dalla parte della libertà e della democrazia. Stiamo dalla parte dell’Europa di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e di tutti i firmatari del manifesto di Ventotene, che hanno pagato con il carcere e con il confino il loro anelito di libertà, il loro desiderio di una Europa unita senza più guerre. Non stiamo con il popolo di Pontida, non stiamo con chi non ha saputo ripudiare fino in fondo la storia del ventennio fascista".

Mancano pochi giorni e almeno due appuntamenti politici pubblici tra i confini di Trebisacce.
Questa complessa vicenda che vi abbiamo raccontato capitolo per capitolo è arrivata all'epilogo o ci aspetta ancora qualche colpo di scena? Nella testa ci risuonano le note di una celebre (l'unica) canzone dei Jalisse.

Andrea Mazzotta
Autore: Andrea Mazzotta

(Cosenza, 1978) Laureato in giurisprudenza, giornalista pubblicista, appassionato di comunicazione e arte sequenziale, è stato direttore della Biblioteca delle Nuvole di Perugia, direttore editoriale delle Edizioni NPE, coordinatore editoriale per RW-LineaChiara, collaborando con diverse realtà legate al settore dell'editoria per ragazzi. Collabora con il Quotidiano del Sud, Andersen, Lo Spazio Bianco, Fumo di China. E' un fedele narratore delle Cronache della Contea, luogo geografico e concettuale nel quale potenzialmente può succedere di tutto. E non solo potenzialmente.