Agenzia Entrate, l'allocazione dell’ufficio di Riscossione è «una guerra fra poveri tra Co-Ro e Sibari»
Mazza (CmG): «Ben vengano le modifiche amministrative, ma quando necessarie a correggere storture generate dalle deviate geometrie dei centralismi. Si abbia rispetto dei contesti e delle economie a cui i territori sono votati»
CORIGLIANO-ROSSANO - «La vicenda che sta tenendo banco circa la delicata questione dell'Ufficio Riscossione dell'Agenzia Entrate sembra assumere, quasi a cadenza giornaliera, caratteristiche che definire macchiettistiche sarebbe un eufemismo. La Direzione centrale romana ha chiesto, già da tempo, lo spostamento degli uffici dagli attuali locali siti nella Circoscrizione ausonica di Corigliano-Rossano verso altra allocazione. I costi di gestione dello stabile, attualmente in fitto, sono stati giudicati onerosi».
È quanto scrive in una nota stampa Domenico Mazza del Comitato Magra Graecia, che così continua: «Dal canto suo l'Amministrazione cittadina ha dato piena disponibilità a trasferire l'ufficio presso un immobile di proprietà, corrispondendo tutte le spese concernenti la gestione dello stabile. Praticamente offrendo locali in comodato d'uso gratuito all'Ente in questione. Tale disponibilità è stata avanzata, anche, dal viciniore comune di Cassano allo Jonio. Qui sono state messe a disposizione dell'Ente volumetrie situate a Sibari. Tutto ciò sta generando una guerra fra poveri relativa ad una eventuale deallocazione degli uffici dalla Città ausobizantina verso la comunità di Sibari».
«In estrema ratio, - continua - mal comprendo eventuali motivazioni per cui la Direzione centrale stia valutando di spostare l'ubicazione degli uffici in spazi extracomunali. In primis perché il Comune, storicamente ospitante la filiale circoscrizionale dell'Ente, si è reso disponibile a fornire altra dimora nella stessa area cittadina. Operazione, questa, che sgraverebbe i costi di fitto e gestione all'Ente centrale. Ed ancora, perché mi risulta illogica la motivazione di spostare, eventualmente, l'apparato amministrativo in questione a Sibari, poiché mal si concilierebbe con le vocazioni della località. Sembra strano, ma sullo Jonio continuano a riscuotere appeal argomenti di bassa levatura piuttosto che operazioni di valenza e visione per il territorio tutto. Eppure, le recenti vicissitudini che hanno impattato negativamente la storia amministrativa dei luoghi avrebbero dovuto insegnaci qualcosa. Risultano, evidentemente, degni d'attenzione gli spettacoli di becero provincialismo atti a rappresentare teatrini in cui si lotta a spogliare un Santo per vestirne un altro».
«Utilizzare l'attenuante di una eventuale sistemazione degli uffici a Sibari, - spiega - adducendo al fatto che anche la filiale di Castrovillari sarebbe concentrata nella futuribile sede sibarita, denota una pessima conoscenza dei luoghi ed una totale assenza di buon senso. Intanto perché il perimetro territoriale delle Comunita facenti capo a Castrovillari è relativo a contesti vallivi. Questi, pertanto, mal si accorderebbero con le realtà di costa. Ed ancora perché solo visioni deviate degli ambiti e del territorio potrebbero avanzare pretese, verso cittadini residenti nelle Comunità dell'alto Tirreno e del Pollino interno, di reindirizzamento su realtà totalmente fuori contesto rispetto ai loro ambiti. Nel caso di specie Sibari, ma parimenti potrebbe dirsi di qualunque altra area in linea di costa sullo Jonio. Tra l'altro la recente questione legata alla istituzione del nuovo foro giudiziario del Pollino che ha inghiottito l'ex foro di Rossano ha dimostrato, senza paura di smentita alcuna, tutti i suoi limiti e la sua ingestibilità. Viepiù ha messo insieme popolazioni che vanno dalla valle del Nicà (molto più vicine a Crotone per squisite ragioni geografiche e totalmente fuori ambito rispetto al Pollino) con Comuni gravitanti su Scalea che resta adagiata sulla Riviera dei Cedri, ovvero tutt'altra realtà geografica».
«Dunque, - aggiunge - se Castrovillari ha problemi di sede, si studino soluzioni alternative. Ma lo si faccia valutando proposte che siano rispettose dei contesti d'ambito a cui la filiale si rivolge. Non possiamo continuare, sullo Jonio, a farci trattare a pesci in faccia solo perché da Roma e dalle propaggini provinciali centraliste di riferimento dell'Ente, qualcuno ha deciso di fare a pugni con la geografia. Basterà guardare dove sono collocate le sedi periferiche regionali dell'Agenzia Riscossione ed anche un individuo di media intelligenza comprenderebbe che restano tutte nei principali nuclei urbani regionali. Dire Sibari e dire Sibaritide non significa esprimersi con termini contemplabili come sinonimi».
«La Sibaritide – prosegue - è un territorio che, piaccia o non piaccia, ha nel suo principale centro urbano una guida amministrativa di riferimento. Sibari è una località dalla grande ed incommensurabile storia. Questa andrà rivalutata e rilanciata come eco turistico-culturale di richiamo internazionale. Tuttavia le peculiarità del luogo non possono essere, artatamente, trasformate in improbabile polo amministrativo. Viepiù concentrante aree che normalmente gravitano sull'alto Tirreno e che nulla condividono con la Sibaritide quale riferimento geo-amministrativo. Si lavori, piuttosto, affinché si possa ottimizzare la valenza del brand Sibari insieme alle altre antiche Colonie greche in un quadro storico, culturale ed emozionale di caratura mondiale: la Magna Greacia. Ergo, la si smetta con queste sceneggiate frivole. Utili, d'altronde, solo a perseguire gli interessi dei poteri centralisti. Costoro godono nel portare avanti le dottrine del dividi et impera. Funzionali, queste, a creare divisioni territoriali finalizzate a garantirsi porzioni di feudi elettorali per soddisfare egoistici appetiti personali. Il tutto, con l'aggravio di dimenticare il bene dei cittadini e delle collettività».
«Si utilizzi il metro della ragione! Ben vengano le modifiche amministrative, ma quando necessarie a correggere storture generate dalle deviate geometrie dei centralismi. Si abbia rispetto, quindi, dei contesti e delle economie a cui i territori sono votati. E lo si faccia, soprattutto, non violando quelle che sono le destinazioni attitudinali delle Città e dei relativi ambiti di riferimento. Snaturare i luoghi dalle vocate peculiarità per inventarsi inverosimili contenitori non solo arreca danno all'Ente in questione, ma riverbera disservizi a tutte le Comunità coinvolte ed abituate a fruire dei servizi erogati. Foro giudiziario di Castrovillari docet» conclude.