«Forse è finita, dopo 15 anni, l'odissea sulla ristorazione all'Asp di Cosenza»
Lo afferma Carlo Guccione (PD), che "spulciando" tra le carte Asp, ha ricostruito la lunga vicenda sugli appalti in prorogatio dell'Azienda sanitaria cosentina
COSENZA - «Forse ci siamo. Ci sono voluti "solo" 15 anni per bandire una nuova gara di appalto sul servizio di ristorazione dei presidi ospedalieri e delle strutture sanitarie dell'Asp di Cosenza. E a giorni dovrebbe concludersi l'iter di aggiudicazione della gara».
Lo dichiara Carlo Guccione, responsabile Pd Salute nel Mezzogiorno, attraverso un comunicato stampa.
«L'ultima, anzi l'unica, risale al lontano 2007 quando venne fatta una gara dall'ex Azienda sanitaria n.3 di Rossano sul servizio di ristorazione espletato per i presidi ospedalieri del territorio jonico cosentino e poi esteso ad altre strutture fino a un affidamento temporaneo del servizio per i presidi ospedalieri di Cetraro e Paola – afferma Guccione - notate bene: temporaneo! Ma, nel frattempo, è andato avanti un sistema di proroghe di fatto illegittime e poco trasparente».
«Come ha sottolineato la Corte dei Conti in riferimento all'Asp di Cosenza la proroga "è un istituto di carattere eccezionale e ad utilizzo estremamente circoscritto, non potendo rappresentare il rimedio ordinario per sopperire a ritardi e disfunzioni organizzative". Ma così non è stato».
«Tutto questo – continua il responsabile Pd - è emerso a seguito di una mia richiesta agli atti: spulciando le carte consegnatemi dall'Asp di Cosenza ho ricostruito l'intera vicenda. La società nel 2007 si aggiudicò il servizio con il prezzo di euro 11,80 più Iva per la giornata alimentare (colazione 1,80 + Iva; pranzo 5,90 + Iva; cena 4,72 + Iva). Il contratto avrebbe dovuto avere una durata triennale. Nel 2010 il servizio viene esternalizzato per l'erogazione pasti ai degenti dei presidi di Acri e Lungro, poi nel 2012 si estende anche ai degenti di Castrovillari, nelle more dell'indizione di una nuova procedura di gara, tenuto conto dell'aumento Istat. Nel 2016 l'allora commissario straordinario dell'Asp di Cosenza firma la delibera numero 1876 del 30 ottobre 2015 avente ad oggetto: affidamento temporaneo del servizio di ristorazione ospedaliero per gli ospedali di Cetraro e Paola (euro 13,397 per giornata alimentare ed euro 4,110 per il cestino da distribuire alle Unità operative di Dialisi e oncologia)».
«Il servizio di ristorazione affidato per la durata di tre anni in realtà è stato prorogato senza interruzioni a un prezzo, tra l'altro superiore rispetto alle gare che sono state poi aggiudicate per altri ospedali calabresi – afferma Guccione - l'Asp di Cosenza fino ad oggi ha pagato circa tre euro in più al giorno rispetto, ad esempio, all'Azienda ospedaliera di Reggio Calabria: se si tiene conto che giornalmente vengono somministrati migliaia di pasti per i degenti delle varie strutture sanitarie e ospedaliere dell'Asp di Cosenza è evidente che si sono dovuti sopportare e si continuano a sopportare costi aggiuntivi per milioni di euro».
«Finalmente, con delibera numero 412 del 5 maggio 2020, l'Asp di Cosenza ha indetto la gara d'appalto per "l'affidamento del servizio di preparazione e somministrazione di pasti veicolati ai degenti presso i presidi ospedalieri dell'Asp di Cosenza". Una gara di appalto, viene detto nella delibera, attualmente garantita in regime di proroga forzosa. E con costi, potremmo aggiungere, molto più elevati. La nuova gara di appalto vale circa 15 milioni di euro e l'attuale commissario straordinario dell'Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina, ha deliberato di avviare sul portale Consip le procedure per la prestazione di servizi di ristorazione per la durata di tre anni. Il 12 maggio 2021 il commissario straordinario dell'Asp ha sostituito un componente e nominato la nuova commissione di gara. Fino ad oggi diversi componenti della commissione aggiudicatrice si sono "stranamente" dimessi e sono stati sostituiti. L'ultima dimissione risale a marzo 2022. Ora – conclude Carlo Guccione - finalmente siamo arrivati alla conclusione e speriamo di poter chiudere una brutta pagina della sanità cosentina che è costata cara sia in termini economici che di qualità del servizio di ristorazione».