Corigliano, il caso del museo di arte sacra chiuso e che nessuno conosce
La denuncia arriva dall'associazione #RiBellezza: un patrimonio sciupato tra l'indifferenza dell'amministrazione comunale e la noncuranza degli abitanti del territorio
CORIGLIANO-ROSSANO - «Succede che camminando in lungo e in largo per il Centro Storico di Corigliano, la neo-associazione #Ribellezza scopre che tra le tante nefandezze compiute dalla sua comunità negli ultimi decenni, si unisce anche la totale indifferenza nei confronti di una preziosa tradizione “sacra”, ormai dimenticata perché sostituita dalla vuotaggine “profana” della vita di oggi».
Con queste parole esordisce il comunicato stampa dell’associazione culturale #RiBellezza, attiva sul recupero sociale e architettonico del centro storico di Corigliano, attraverso le dichiarazioni del presidente, Marika Reale.
«Questa amara constatazione ci costringe tuttavia a non perdere altro tempo nel cercare di capire la causa, poiché la fusione con Rossano ci impone di essere veloci e di innescare al più presto una sana competizione con i nostri neo concittadini che sanno essere, di sicuro, molto più bravi nel dimostrare attenzione verso ciò che gli appartiene – afferma Marika - potrebbe bastare un pizzico di orgoglio nostrano per indurre tutti i cittadini di Corigliano a recuperare le tantissime bellezze abbandonate nel proprio centro storico, ma così purtroppo non è».
«Il borgo antico di Corigliano pur non avendo né cattedrali, nè palazzi nobiliari come quello di Rossano, ha un grande patrimonio culturale legato alla tradizione cristiana – spiega Marika - che merita di essere valorizzato perché potrebbe diventare il vero volano di quello sviluppo turistico che da tempo stiamo rincorrendo, infatti diventerebbe meta interessante sia per il turismo delle scuole di tutta la Calabria sia per tutto il turismo estivo, che si riversa sull’intera costa ionica. E così che oltre alle decine di chiese e chiesette sparse nei quartieri più caratteristici del borgo, scopriamo di possedere anche un Museo d’ Arte Sacra di grande interesse nazionale, che aspetta solo di essere aperto al pubblico».
«Un Museo che è ubicato nel quartiere di Sant’Antonio, tra i più fruibili al traffico, all’ interno del palazzo storico denominato “Donna Maria”. Un palazzo interamente ristrutturato e arredato con ineguagliabile armonia nello stile e nei dettagli, come solo il compianto arch. Mario Candido seppe trasmettere all’artefice di un’opera tanto grandiosa – puntualizza il presidente di #RiBellezza - entrando ci si ritrova immersi in un mondo che sa di bellezza vera e autentica; bellezza impreziosita dal contenuto dei reperti che legano insieme un percorso che parte dalla storia Sacra del Cristianesimo, per arrivare a quella del Santo Patrono di Paola e a tutto ciò che ruota attorno alla cultura millenaria che la Chiesa Cattolica è riuscita a lasciare nei secoli, in ogni parte del mondo antico e moderno».
«Un museo progettato per essere utilizzato come centro polifunzionale di ultima generazione e concepito per l’inclusione di tutti, amorevolmente messo su dalla famiglia Felicetti, reperto sopra reperto, da oltre trent’anni, perché mossi solo dalla sensibilità che la nostra tradizione sacra presepiale ha saputo trasmettere ad una generazione, impregnata di virtù e valori che sta scomparendo e che tutti noi abbiamo il dovere di recuperare».
«Un Museo d’ Arte Sacra che darebbe linfa vitale a tutta la rigenerazione civica ed urbana della nuova città. Il Museo d’ Arte Sacra, questo il suo brand – continua Marika Reale - che è già pronto per essere lanciato sul mercato turistico, può essere visitato su una totale superficie di oltre 900m quadrati, dove abbondano arredamenti antichi di pregio con particolari arredi di modernariato, esso è provvisto anche di diverse sale attrezzate per convegni culturali, per laboratori multimediali e banchetti conviviali, e tutto questo aspetta solo di partire».
«Vi chiederete che cosa manca, forse la cosa più necessaria ovvero, l’attenzione di tutta la comunità. Dove sono tutte le istituzioni? Dove sono i tanti Dirigenti scolastici della grande città, e dove sono gli assessori Turismo e Cultura dell’amministrazione comunale e i rappresentanti delle istituzioni? Perché tanta cecità e avversione nei confronti della Bellezza Culturale del Centro Storico di Corigliano? – si chiede Marika - per noi resta un mistero ed insieme ad esso tanta voglia di reagire all’ impasse civile di una sempre più incomprensibile comunità».