L’urgenza nella sanità calabrese è la mancanza strutturale di personale
Baldari (FPCGIL) chiede incontro con Occhiuto: «Anche in Calabria è possibile stipulare un protocollo che porti a sistema uno degli aspetti fondamentali per il buon funzionamento dei servizi sociosanitari»
CATANZARO - «La ripartizione delle risorse del PNRR, relative alla misura 6 per la Calabria, appare insoddisfacente rispetto alle esigenze ed ai piani di programmazione delle strutture che sono state annunciate dalla Regione, senza alcuna condivisione con le parti sociali e che dovrebbero riadeguare il sistema sanitario calabrese, in specie riguardo all’assistenza territoriale, ormai da anni impoverita e svuotata di uomini, mezzi e sofferente di una gestione gravata da debiti, spesso inadeguata, a voler essere generosi, o contaminata da problemi di infiltrazioni che hanno portato allo scioglimento, negli anni, di diverse Aziende Sanitarie».
È quanto scrive in una nota stampa il Segretario generale della FPCGIL Calabria, Alessandra Baldari, che così continua: «Fatta tale doverosa premessa, quello che polarizza la nostra preoccupazione, memori di quanto accaduto fino ad oggi, nei lunghi anni del Commissariamento, è se e come queste risorse saranno davvero spese. Infatti, a nessuno dovrebbe sfuggire la stasi e l’inerzia che in questi anni hanno caratterizzato la governance regionale, dei commissari e delle aziende che hanno congelato nei cassetti le risorse già stanziate e destinate alla realizzazione delle Case della Salute, dei nuovi 4 ospedali, dell’ammodernamento infrastrutturale, per non parlare di quelle destinate, in emergenza Covid, all’incremento dei posti letto, alle assunzioni di personale e al ristoro dell’impegno straordinario delle lavoratrici e lavoratori per combattere la diffusione del virus e curare, ancora oggi, i pazienti calabresi, la famosa “indennità Covid”. Insomma tanti milioni non spesi».
«Auspichiamo – aggiunge - che vi sia un doveroso cambio di passo, date le condizioni in cui versa il nostro Sistema Sanitario, ma non possiamo omettere che ai nostri solleciti, più volte reiterati, anche oggi registriamo il silenzio degli interlocutori, Struttura Commissariale e Dipartimento della Salute, riguardo all’urgenza di intervenire sulla maggiore delle criticità denunciata in tutte le aziende sanitarie, ovvero la carenza strutturale di personale che sta per trasformarsi in ulteriore allarme. Com’è noto, infatti, il 31 marzo cesserà lo Stato d’emergenza e certamente non sarà prorogato, ciò comporta che il personale assunto in ragione dell’emergenza a vario titolo (contratti a tempo determinato, collaborazioni, in somministrazione etc.), dovrà lasciare gli incarichi e questo, sommato ai pensionamenti, svuoterà ulteriormente reparti e servizi. E allora ci chiediamo, ammesso che i dati dei contagi e dei ricoveri per Covid in Calabria davvero si riducessero da qui al 31 marzo (i dati odierni rilevati da Agenas denunziano il contrario), non solo come potremo affrontare le attività ordinarie, come smaltire le lunghe liste d’attesa, recuperare le prestazioni arretrate, ma addirittura come potremo dotare di personale le strutture programmate con il PNRR? Il rischio è che i programmi restino sulla carta perché una cosa è certa, la sanità ha bisogno di donne e uomini».
«Già il 20 gennaio scorso, - spiega - la FPCGIL Calabria ha richiesto un incontro ai vertici regionali, Commissario al piano di rientro e Direttore del Dipartimento salute, sollecitando l’urgenza in tema di assunzioni, rammentando che il verbale del Tavolo Adduce del 22 luglio 2021 ricorda che l’art.1, del DL 150/2020 autorizza il Commissario ad attuare un piano straordinario per l’assunzione di personale medico, sanitario e sociosanitario, anche facendo ricorso alle graduatorie in vigore, nei limiti di spesa dei 12 milioni di euro annui a decorrere dal 2021. Citando ancora l’autorevole Tavolo, la spesa del personale del SSR al IV trimestre 2020 si sarebbe ridotta di oltre 11 milioni rispetto al 2019, assommando quindi per il 2020 una disponibilità di spesa di 23 milioni di euro. Effettuate le opportune verifiche sui dati, è necessario fare chiarezza se ci siano state e dove siano le assunzioni già possibili nello scorso anno».
«Ma vi è di più, - incalza - oltre che avviare procedure straordinarie di assunzioni, certamente necessarie, attingendo innanzitutto alle graduatorie ancora in essere, è indispensabile, per come previsto anche dalla legge di Bilancio che, ai commi dal 268 al 273, prevede la proroga dei rapporti di lavoro flessibile e la stabilizzazione del personale del ruolo sanitario, grazie anche alla nuova scadenza del Decreto Madia fissata al 31 dicembre 2022 e alla riduzione dei tempi di maturazione dei requisiti , dare dignità contrattuale e valorizzare il lavoro di quegli operatori assunti per l’emergenza, prorogando il rapporto di lavoro in una prospettiva di futura stabilizzazione la cui regia, a nostro avviso, deve essere regionale per omogeneizzare i percorsi assunzionali di tutte le aziende calabresi, emanando provvedimenti uniformi. Tutto ciò non è più rinviabile se si vuole evitare il definitivo collasso dei servizi dopo il 31 marzo ed in vista di poter programmare un SSR efficiente e garante dei Lea per tutti i cittadini ma che possa anche consentire il giusto riposo di tutti gli operatori sanitari che hanno vissuto 2 anni in trincea».
«Riteniamo che, così come già avvenuto in altre regioni, anche in Calabria si possa stipulare un protocollo che porti a sistema uno degli aspetti fondamentali per il buon funzionamento dei servizi sociosanitari e ribadiamo la nostra richiesta di incontro al Presidente – Commissario» conclude.