Cufari: «Chi ha a cuore la salute dei boschi attui le misure che prevengono tali tragedie»
Il presidente dell'Ordine degli Agronomi e dei Forestali della Calabria: «Sono 10 anni che ripetiamo che le misure di prevenzione degli incendi sono scarse e spesso mal realizzate»
CATANZARO - «Purtroppo ce lo aspettavamo. Non perché siamo veggenti o portatori di sventura, bensì perché da esperti del settore, sono 10 anni che ripetiamo che le misure di prevenzione degli incendi sono scarse e spesso mal realizzate. I Dottori Agronomi e Forestali della Calabria sono sempre stati un pungolo per tutelare il nostro patrimonio forestale e farlo diventare da fonte di rischio, una fonte di sviluppo sostenibile ed eco compatibile».
Esordisce così, quasi con rabbia, Francesco Cufari, Presidente dell'Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Calabria.
«Le responsabilità di questi incendi – spiega - così vasti e incontrollabili non sono solo responsabilità dei criminali che li appiccano, perché non parliamo di piromani con problemi psichici nel 99% dei casi, ma dell'incuria delle nostre amministrazioni locali, a partire da quella regionale, che ignorano il valore del nostro patrimonio forestale e boschivo. Basterebbe fare una semplice ricerca, quante volte negli ultimi 20 anni un amministratore ha "menzionato" nei suoi comunicati di azione politica i boschi, le foreste, la prevenzione degli incendi e la salvaguardia dell'ambiente della nostra regione».
«Non capita quasi mai, - aggiunge - perché ci si concentra solo sulla parte agricola, forse più redditizia elettoralmente, mentre si ignora il patrimonio di tutti noi: le aree verdi incontaminate, i nostri polmoni naturali, le nostre faggete millenarie. La Calabria è da sempre in un inconcepibile ritardo sulle autorizzazioni dei piani di assestamento forestale, così come il regolamento per il settore forestale giace bloccato, dopo l'approvazione, fino al 31 dicembre 2021 per tutelare gli interessi di chi non comprende (purtroppo) quanto delicato sia l'equilibrio del nostro patrimonio boschivo. Certo, queste misure non sarebbero state risolutive, ma forse avrebbero evitato una minima parte della tragedia che stiamo vivendo».
«La semplice gestione dell'emergenza con i sistemi attuali di spegnimento degli incendi, appare chiaro che non sia più sufficiente. - sottolinea Andrea Bellusci, Dottore Forestale e vice presidente dell'Ordine di Cosenza - I nostri boschi si salvano dagli incendi soprattutto con interventi selvicolturali che permettano di creare zone frangifuoco, sfoltire le aree coperte da arbusti secchi e da rimuovere perché malati, spalcature, diradamenti selettivi nelle zone a rischio. Insomma, interventi preventivi che non solo diminuiscono il propagarsi degli incendi e facilitano le operazioni di spegnimento, ma aiutino anche la conservazione del bosco e delle foreste».
«In questo momento in cui l'interesse di tutti è finalmente rivolto alla salvaguardia delle nostre aree verdi, così preziose e al contempo fragili. - continua Cufari - A parte gli appelli e lo "strapparsi le vesti" vorrei sentire soprattutto da chi si candida a governare la nostra regione impegni precisi. Quando sarà attivato il regolamento approvato per il settore forestale? Come ci si può organizzare per approvare in tempi rapidi i piani forestali? Calabria Verde e tutte le risorse necessarie saranno impegnate sin da subito, dai mesi autunnali, per favorire la ricrescita della vegetazione autoctona nelle aree incendiate e lavorare per creare zone frangifuoco, curando il bosco e il sottobosco? Queste sono le cose che servono per non vivere un'altra estate come quella attuale».
«Perché è bene dircelo con chiarezza il cambiamento climatico non si fermerà domani mattina e le temperature saranno sempre più alte. Dunque, con condizioni ambientali estreme solo la prevenzione e il controllo del territorio potranno salvare i nostri boschi e con essi il nostro diritto ad un ambiente sano e all'aria pulita» conclude.