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Calabria, «necessaria l’apertura di un centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare»

3 minuti di lettura

CATANZARO – Necessaria l’apertura di un centro per DCA residenziale (Disturbi Comportamento Alimentare).

È quanto richiesto nella lettera aperta inviata al ministro della salute, Onorevole Roberto Speranza, al commissario della sanità Calabrese, Guido Longo, al consiglio Regionale Calabrese e ai parlamentari Calabresi.

Un'iniziativa partita da 3 ragazzi: Dalila Di Lazzaro, Marco Mancuso e Giuseppe Oriolo che ora ha raggiunto più di un centinaio di firmatari.

Tra i 188 sottoscrittori, troviamo le firme dell'europarlamentare Laura Ferrara; alcuni parlamentari come: Silvana Rosa Abate, Paolo Parentela, Anna Laura Orrico e Bianca Laura Granato; il Consigliere Regionale Giuseppe Graziano; tre consiglieri di Rocca Imperiale: Giuseppe Oriolo, Clelia Le Rose, Tiziana Battafarano e Liliana Zangaro, Consigliera del Comune Rossano Corigliano. Mentre i gruppi sottoscrittori sono: "Corigliano in Movimento", "Rossano in Movimento", "Rocca Nel cuore", "Associazione Rocca Bene Comune - Conoscere per cambiare", "Circolo sostenitori M24A-ET di Corigliano-Rossano.

Di seguito riportiamo interamente il corpo della lettera.

Vogliamo oggi portare alla vostra attenzione un grave problema sanitario che affligge migliaia di giovani, ragazze e ragazzi, di cui poco si parla ma che merita altrettanto un piccolo riflettore che non ha mai avuto.

La Calabria in campo sanitario, come già sappiamo, ha grossi problemi sotto vari aspetti che da tempo aspettiamo siano risolti, ma l'assenza di un centro residenziale per Disturbi del Comportamento Alimentare, non può essere ignorato.

Tante ragazze e ragazzi soffrono di disturbi alimentari: anoressia, bulimia e binge eating, che spesso, in modo superficiale, vengono associati dalla società a un problema puramente estetico. Ma non è così.

Dietro a questi disturbi si nascondono disagi esistenziali, che partono da una profonda fragilità della persona con conseguenze drammatiche se non trattate adeguatamente ed in tempi rapidi.

Specialmente in questo periodo che stiamo attraversando, con una pandemia in corso che ha portato isolamento e carenze sanitarie, questo tipo di problema richiede ancora più attenzione, in quanto come ogni patologia di natura psicologica, vengono accentuati i sintomi spesso con risvolti preoccupanti.

Questa lettera ha lo scopo di denunciare e mettere in risalto un fatto grave. In Calabria, nella nostra amata terra, non esistono centri specializzati residenziali per la cura dei disturbi alimentari, per cui chi ha bisogno di un ricovero per questo tipo di malattia, è costretto a curarsi fuori regione.

Tutto ciò genera due cortocircuiti nella gestione del problema:

1. la regione Calabria deve pagare le cure al paziente in un'altra regione, con un conseguente esborso economico altissimo per ogni paziente trattato, per un periodo che può variare dai 3 ai 6 mesi se non ancora più a lungo;

2. i tempi di gestione e le procedure di queste pratiche sono spesso lunghissime ed estenuanti per un paziente che ogni giorno vede aggravarsi la sua condizione nel totale abbandono da parte della sanità locale.

Ora immaginate ad esempio una persona affetta da anoressia nervosa, che arriva al punto di smettere quasi completamente di nutrirsi, con il rischio di un arresto cardiaco, e che in un attimo di lucidità riesce a trovare la forza di chiedere aiuto e rivolgersi ad un centro residenziale specializzato.

Immaginate a quel punto cosa significhi dover subire l'incubo dell'iter per poter ricevere le prime cure.

Il paziente deve cercare un centro fuori regione, fare le prime visite propedeutiche per l’inserimento in uno di questi, fare richiesta alle ASL e vivere mesi in attesa con l'ansia che la pratica venga rifiutata magari per fondi insufficienti per le cure fuori regione.

 Alcune volte, in alternativa, l'asl propone di seguire una terapia in un reparto DCA di qualche ospedale magari a svariati km di distanza 1 volta a settimana, che in molti casi si rivela inutile e controproducente.

Immaginate, mesi e mesi di ansia in cui il problema può aggravarsi o il paziente può cambiare idea con conseguenze che possono essere fatali o con il rischio di compromettere gli organi irrimediabilmente.

Immaginate se dopo mesi di attesa la pratica viene accolta, e un paziente che avrebbe bisogno di tutto l'aiuto possibile si trova davanti al bivio di dover rinunciare agli affetti per andare a centinaia di km di distanza a curarsi per mesi.

Tutto questo comporta il fatto che la stragrande maggioranza dei pazienti affetti da tale disturbo rinunci alle cure con conseguenze catastrofiche.

Ricoveri ospedalieri, nutrizione forzata, danni irreversibili, condannandosi ad una vita da invisibile tra gli invisibili fino alla completa autodistruzione.

Pertanto chiediamo in nome di chi ha rinunciato a lottare ed in nome di chi continua a farlo che venga presa in esame la creazione di un centro residenziale per il trattamento dei disturbi alimentari e che ciò avvenga in tempo brevi e chiari.

Nessuno dovrebbe più rinunciare alle cure, ed alla propria vita per colpa di un problema che per troppi anni è stato ignorato o sottovalutato.

(fonte foto Ospedale Maria Luigia)

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.