Comunicazione, la telenovela di Corigliano-Rossano: Montesanto: «La meritocrazia non va al ribasso»
Continua la disputa nella terza città della Calabria: Lenin Montesanto: «Tutto come previsto, iniziato male e finito peggio»
CORIGLIANO-ROSSANO – Al contrario di quanto paradossalmente riportato nella determinazione dirigenziale che si è stati costretti a tirare fuori dal cilindro, tutto quanto previsto e richiesto nel capitolato speciale d’appalto redatto dal Comune di Corigliano-Rossano per la gara di affidamento del servizio di comunicazione istituzionale, era e doveva essere pretendibile dall’aggiudicatario. Invece non soltanto ciò non è stato fatto ma in cinque pagine di premesse e considerazioni fumose e del tutto prive di qualsivoglia fondata motivazione, l’Amministrazione Comunale formalizza la risoluzione anticipata e consensuale (si fa per dire) di quel contratto sottoscritto con la famosa Società (con sedi a Roma e Firenze), alla quale viene riconosciuto il saldo per le fatture emesse a fronte dell’eccellente attività svolta (di cui non si è accorto però nessuno) nei mesi di novembre e dicembre scorsi. Una telenovela iniziata male e finita peggio.
È quanto dichiara Lenin Montesanto, amministratore unico della Montesanto Sas, società di comunicazione e lobbying concorrente per l’affidamento del servizio in questione e posizionatasi ultima per percentuale di ribasso economico proposto (5%), rispetto ad improponibili ribassi del 30% (come nel caso della società aggiudicataria sulla carta fino a qualche giorno fa) e addirittura del 90%, come nel caso della società posizionatasi seconda in graduatoria, con un assurdo costo del servizio di 160 euro al mese!
In sostanza è accaduto, in tempi anche più veloci di quelli che erano stati diffusamente previsti, esattamente quanto avevamo prospettato agli amministratori, nell’ambito della nostra funzione di consulenti dell’ente fino ad ottobre 2020.
Avevamo chiaramente messo in guardia l’Amministrazione Comunale dall’ingabbiare nel criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, la fornitura di un servizio particolare, quale quello della comunicazione professionale, così importante, delicato e strategico, soprattutto nel caso di un così originale esperimento in progress di ingegneria istituzionale come la nuova Città nata dalla fusione di Corigliano e Rossano.
In più occasioni, confortati anche dai pareri di esperti autorevoli ed autorità nazionali nel settore, abbiamo espresso fondate perplessità sulla fin troppo evidente assenza, nel bando di gara predisposto dagli uffici comunali, di quella che sarebbe invece dovuta essere una normale richiesta di precise competenze ed esperienze professionali e tecniche; requisiti da considerarsi necessari ed imprescindibili per svolgere oggi una consulenza di così elevato livello di multidisciplinarietà, trasversalità e complessità e che non possono dirsi affatto soddisfatti da un semplice tesserino d’iscrizione all’ordine dei giornalisti (che, notoriamente, non è mai stato negato a nessuno); né tanto meno dalla maggiore o minore competenza nel gestire dei profili social (che sono strumenti di comunicazione, vengono dopo e presuppongono altro).
Ma nulla da fare. L’Amministrazione Comunale è andata avanti imperterrita e refrattaria ad ogni suggerimento ed ipotesi di ravvedimento, tenendo in piedi (pur modificato diverse volte in corso di pubblicazione) un bando di gara di tipo europeo, forzatamente ed inutilmente complicato nella forma rispetto agli importi economici ma assolutamente e stranamente debole, anzi del tutto inconsistente dal punto di vista della tante volte invocata meritocrazia, che è stata invece deliberatamente piegata alla mera aritmetica del ribasso economico, sicuramente utile per mettere a gara forniture materiali, non certo intellettuali o strategiche.
Non solo. A distanza di 3 mesi dalla nostra prima richiesta di accesso agli atti, finalizzata a capire quale fosse stato il misteriosissimo valore aggiunto giudicato vincente dalla commissione di gara (sulla cui esatta competenza in materia ci sarebbe da approfondire), ancora oggi non risulta chiuso l’iter nel corso del quale ci è stata ripetutamente opposta, dal Comune, l’assurda, insostenibile e illegittima presenza di un presunto segreto commerciale sull’offerta tecnica della società aggiudicataria per un servizio come la comunicazione istituzionale, riconosciutamente icona e baluardo della trasparenza della pubblica amministrazione.
Tutto e molto, ma molto di più di quanto previsto e richiesto in quel bando fatto colpevolmente male – conclude Lenin Montesanto – era sicuramente quanto ha proposto la Società di cui sono amministratore nel preciso piano di comunicazione proposto per la Città di Corigliano-Rossano (di cui, in trasparenza, si allega in sintesi un estratto), corrispondente all’esatta offerta economica rapportata quali-quantitativamente ad una città prima per superficie e terza per popolazione in Calabria; offerta economica sotto la quale, come il tempo si è facilmente incaricato di dimostrare, quel servizio sarebbe offerto in perdita (perché la meritocrazia non va al ribasso!), costringendo così come ha oggi costretto comune e società aggiudicataria ad una quanto mai eloquente risoluzione del contratto anticipata e consensuale ma in realtà a tutto vantaggio della parte privata