La Giornata della Memoria fa emergere ruggini nella grande armata Stasi
Una lettera aperta di Alessia Alboresi (ex assessore e dirigente Verdi/Sì) sulle mancate celebrazioni del 27 gennaio in città mettono in luce una pluralità di vedute (non l'unica) che nell'area Stasi fino a qualche tempo fa non era mai stata contemplata
CORIGLIANO-ROSSANO – In un confronto democratico all’interno di una coalizione plurale, fatta di passati e nuovi protagonisti, ogni posizione è legittima. Questa è (solitamente) la regole; anche se la sia applica al grande carrozzone politico, anche ideologico se si vuole, legato al sindaco Stasi. Certo, però, se la prima era politica del primo cittadino è stata caratterizzata, di fatto, dal pensiero unico imperante, adesso pare non sia più così. E quando ci sono cose da dire, che a parere di qualcuno non vanno, non si ha remore a dirle pubblicamente. Insomma, se la leadership del primo cittadino continua a rimanere solida sicuramente non appare più inossidabile come un tempo. E a dimostrarlo, dicevamo, sono le prese di posizione, seppur sporadiche e solitarie, di chi con lui c’è da sempre.
Prima Calabria Pulita (alias Corigliano-Rossano Pulita) che ha avuto a che dire più volte ed esplicitamente sulla formazione della giunta; poi i Verdi che hanno ammesso di “non toccar palla” all’interno della squadra di governo (galeotto fu il taglio dei pini a Sant’Angelo); infine il Partito Democratico che è in colica da sempre (ma non è una novità!). Oggi, a questo elenco si aggiunge anche l’ex assessore alla Cultura, Alessia Alboresi, e dirigente dei Verdi, che ieri sera, non ci ha pensato due volte, ad esternare la sua amarezza, indignazione, per «l’occasione persa» dall’Amministrazione Comunale che quest’anno non ha organizzato nessuna iniziativa pubblica in occasione della Giornata della Memoria.
Il fatto che Stasi abbia partecipato alle iniziative di territorio organizzate nel campo di deportazione di Ferramonti, non basta. «Un giorno così significativo, in un anno così significativo - 80 anni dalla liberazione di Auschwitz - che dovrebbe essere l’occasione per riflettere insieme sulle atrocità della Shoah e sulla necessità di preservare la memoria storica per le generazioni future, è passato senza alcuna manifestazione collettiva, senza un incontro che stimolasse la riflessione e la consapevolezza in tutta la comunità». Questo è quello che ha tenuto a dire l’ex assessore Alboresi in una lettera aperta.
La Giornata della Memoria non è solo una ricorrenza da ricordare «ma un’opportunità – aggiunge - di educare, di sensibilizzare e di unire tutti noi attorno ai valori di giustizia, di libertà e di rispetto per i diritti umani … Sono convinta che una Città come la nostra, che ha sempre vantato una ricca tradizione di partecipazione civica e culturale, avrebbe dovuto mettere in campo almeno un gesto simbolico per ricordare e onorare le vittime della Shoah e aprire una riflessione su tanti temi caldi che sconvolgono il mondo. Invece, siamo stati privati di un momento di riflessione collettiva, che avrebbe potuto coinvolgere scuole, associazioni, cittadini e istituzioni, come accade in molte altre realtà».
Poi la bordata velatissima, rivolta probabilmente al suo successore (il vicesindaco ed ex sindaco di Corigliano Giovanni Pistoia): «Purtroppo, mi sembra che l’indifferenza e la superficialità verso temi tanto importanti siano diventati un triste leitmotiv nella nostra vita civica. Ciò che mi preoccupa maggiormente è che la Giornata della Memoria, se non viene vissuta come un’opportunità di crescita culturale – scandisce - rischia di diventare solo una formalità, senza alcun vero significato. La memoria non è un concetto astratto, ma un valore che deve essere trasmesso e vissuto concretamente, ogni anno, con azioni che coinvolgano davvero tutti, giovani e adulti. Tra l’altro la nostra Città è coinvolta in un progetto che ha avuto l’anno passato grande risonanza con il comune di Tarsia, patrocinato dalla Fondazione R.F Kennedy Human Rights».
E infine – taac – l’appello che «possa servire da stimolo per una riflessione collettiva; affinché in futuro la nostra città possa tornare ad essere – qui l’inciso finale - un esempio di impegno nella tutela della memoria storica, anche attraverso manifestazioni che parlino direttamente al cuore dei cittadini».
Ora, al netto delle mancata celebrazione della Giornata della Memoria, che è sicuramente un’occasione mancata, è plausibile che dietro a questa lettera ci sia il retropensiero (nemmeno troppo velato) di un malessere diffuso che inizia a campeggiare anche nella gloriosa armata Stasi, che rimane un leader d’acciaio… ma probabilmente non più inossidabile.