Ho qualcosa da dirvi: «Questo non è più un territorio a cui imporre progetti dall'alto»
In serata è arrivato anche l'intervento del sindaco Stasi sulla vicenda Baker Hughes. Il progetto sfumato per colpa di un cavillo? «Il Comune ancora attende una conferenza dei servizi valida»
CORIGLIANO-ROSSANO - Non si è fatta attendere nemmeno la posizione del sindaco Stasi, primo e principale "indiziato" nel caso dell'opportunità sfumata sul progetto Baker Hughes nel porto di Corigliano-Rossano. Sono parole serafiche, quelle del sindaco, ma cariche come sempre della propria impostazione e di una convinzione di fondo: aver agito nel migliore dei modi possibile.
«In primis - scrive il sindaco - non si faccia confusione tra quella che è una importante discussione politica e ciò che attiene invece agli iter amministrativi che non attengono alla discrezione degli amministratori. Da questo punto di vista, come ho sottolineato altre volte, il tema della non conformità urbanistica in assenza di pianificazione portuale non è di carattere politico ma strettamente amministrativo e non può essere eluso da alcun ufficio: si tratta di norme che possono essere commentate, ma si devono rispettare. Politicamente, invece, è ora ancor più stringente ragionare sul perché, a trent'anni dall'approvazione della Legge 84/94, il nostro porto sia ancora sprovvisto di pianificazione urbanistica ed è improcrastinabile condividere al più presto un Piano Regolatore Portuale: senza di questo, il territorio non potrà che perdere investimenti».
Poi la stoccata all'Autorità portuale e ad Agostinelli: «È necessario che si sappia che l'Autorità di Sistema ha emesso un provvedimento di Autorizzazione Unica ai sensi della ZES che risulta valida a tutti gli effetti. Anche in questo caso l'Amministrazione non poteva non rilevare, e lo ha fatto più volte prima di essere costretta a proporre ricorso al Capo dello Stato, che per tale autorizzazione non è mai stata convocata una apposita conferenza dei servizi. Si noti che proprio per evitare un atteggiamento ostruzionistico nei confronti dell'investimento, il Comune non ha richiesto alcuna sospensiva: il ricorso, dunque, seppur sembra abbia avuto degli incredibili effetti psicologici, non ha implicato alcuna perdita di tempo. Ecco perché l'Autorizzazione è valida. In questo contesto, l'Amministrazione avrebbe potuto intervenire esclusivamente se fosse stata convocata una nuova conferenza dei servizi per una nuova Autorizzazione. Sinceramente da mesi, cioè da quando è iniziato questo dibattito, ci chiediamo perché questo non sia stato ancora fatto. Mancanza di volontà? Sotto il profilo amministrativo questa è la situazione: cristallina».
Sul fronte politico invece, sembra evidente che «non ci sia stata alcuna disponibilità - precisa ancora il SIndaco - nel discutere le proposte del territorio che sono state espresse chiaramente prima, durante e dopo la campagna elettorale: siamo favorevoli all'investimento ma senza che venga occupato un terzo del Porto». Da questo punto di vista la risposta sembra chiara quanto insoddisfacente: «O "così" o nulla. Nonostante fosse stata chiesta ormai da un anno, non è stato fatto nemmeno lo sforzo di fare una proposta di pianificazione portuale che, pur comprendendo Baker Hughes, tutelasse lo sviluppo complessivo del Porto e le prerogative più volte sottolineate dall'Amministrazione, dalla crocieristica alla marineria passando per il diporto. Continuiamo a trovare piuttosto surreale che questa sia una terra in cui un investimento sia possibile solo ed esclusivamente se trasforma il Porto in una zona industriale (l'ennesima della città), senza potersi spostare, nemmeno parzialmente, di poche decine di metri ed ancor più surreale è che si continui ad immaginare questo territorio come un angolo di mondo diseredato su cui calare progetti immutabili, sistematicamente raccontati come la panacea di tutti i mali. Quel tempo è passato. Siamo stati e continuiamo ad essere favorevoli ad ogni tipo di investimento, da 10 mila euro a 60 milioni, compreso quello di Baker Hughes, che sia integrato nello sviluppo complessivo del territorio e delle sue infrastrutture oltre che, ovviamente, nel rispetto delle procedure. Ci auguriamo che quanto sembra sia stato annunciato da BH possa essere rivisto, trovando le soluzioni utili a garantire l'investimento utilizzando il Porto senza inficiarne lo sviluppo. Allo stesso tempo è ormai improcrastinabile che l'Autorità di Sistema recuperi il colpevole ritardo trentennale nei confronti del nostro territorio, avviando il percorso di condivisione necessario alla realizzazione del Piano Regolatore del Porto, vero strumento di sviluppo e di occupazione».