Sanità, Tavernise e Baldino (M5S): «Tanti soldi dallo Stato nessun servizio dalla Regione»
I rappresentanti del M5s: «Qualche giorno fa il governo nazionale ha reso noti i dati del monitoraggio dei Lea. Neanche a dirlo la Calabria è l'unica regione che continua ad essere insufficiente in tutte e tre le macroaree Lea»
CALABRIA - Il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale, Davide Tavernise e della vicecapogruppo M5S a Montecitorio Vittoria Baldino, commentano la gestione della sanità regionale
«La situazione della sanità calabrese - affermano Tavernise e Baldino - continua a precipitare negli abissi. Qualche giorno fa il governo nazionale ha reso noti i dati del monitoraggio dei Lea. Neanche a dirlo la Calabria è l'unica regione che continua ad essere insufficiente in tutte e tre le macroaree Lea (Distrettuale, Prevenzione e Ospedaliera) con un punteggio inferiore a 60, quello della sufficienza. È impietoso poi il verbale che riassume la riunione del 21 marzo scorso tra i ministeri interessati e la regione Calabria per la verifica degli adempimenti regionali in materia di sanità. Nel IV trimestre 2022 la nostra regione ha registrato ben 140 milioni di euro non spesi per migliorare proprio i servizi sanitari regionali».
«Tutto questo - proseguono - nonostante due decreti Calabria e risorse ad hoc messe a disposizione dallo Stato per aiutare la Calabria ad uscire dal piano di rientro. Il bollino nero sulla nostra sanità ha dunque gravissime responsabilità politiche regionali che vanno affrontate. La stesso tavolo Adduce allunga l'ipotesi di commissariamento di Occhiuto in caso di continua inerzia. Saremmo al commissariamento del commissario e tanto la dice lunga sull'inefficienza dell'azione regionale in materia sanitaria. Ricorda infatti il tavolo ministeriale come la rimozione di provvedimenti regionali in contrasto con il piano di rientro costituisce un punto del mandato commissariale e che se non si provvede a rimuoverli o modificarli sarà il Consiglio dei Ministri ad adottare le necessarie misure, anche normative. Tra le leggi incriminate quella su Azienda zero presentata come soluzione è problema aggravante la nostra sanità. La regione più volte già intervenuta con correzioni legislative è richiamata a continui correttivi anche per evitarne l'incostituzionalità».
«I ministeri - continuano - stentano a capire quali sono le competenze del dipartimento regionale e quali quelle di Azienda Zero. Tanto a dimostrazione di quanta confusione accompagni e segua dall'inizio Azienda Zero. Dubbi sussistono anche sulla compatibilità delle risorse stanziate dalla legge regionale 32/2021 con l'impianto delineato per Azienda Zero. In sostanza una legge con nessuna fattibilità amministrativa ed economica. Intanto? Intanto la Calabria si muove indietro nei servizi sanitari. Ai Lea eternamente sotto la sufficienza fa sponda l'aumento del tempo di arrivo dell'ambulanza sul luogo di soccorso dopo la chiamata: oggi impiega 30 minuti in media per arrivare spesso senza medico a bordo. Intanto continuano i disservizi sugli screening oncologici. Intanto si continuano a registrare gravi ritardi nei pagamenti delle fatture. Tradotto significa nuovi debiti. Così oltre le sortite sui social di Occhiuto, di sanità sul territorio restano i proclami. Come quelli che riguardano la riapertura degli ospedali di Cariati, Praia a Mare e Trebisacce. Perché mentre Occhiuto informa ormai da mesi che è in fase di elaborazione il documento complessivo di riordino della rete ospedaliera il Tavolo Adduce ci ricorda che quel documento lo sta ancora aspettando e che anzi il piano operativo 2022-2025 ne aveva previsto la definizione entro dicembre 2022».
«Il fallimento della sanità regionale - concludono - è nelle sfide di Occhiuto. Il colpo di grazia per la nostra regione anche per mano di Occhiuto sarà l'autonomia differenziata. La nuova sfida chissà del "già commissario ad acta della sanità calabrese"».