Corigliano-Rossano, sanità al tracollo e «la colpa è tutta del sindaco e del direttore sanitario dello spoke»
Il coordinamento UDC cittadino ritorna sulla vicenda del topo che scorrazzava nel distributore delle merendine: «Stasi e Carino non si rendono conto delle loro gravi responsabilità»
CORIGLIANO-ROSSANO - Il topo nel distributore degli snack ha fatto rabbrividire un po' tutti. All'indomani del "fattaccio" però si va alla ricerca dei responsabili di quello che è diventato un caso nel caso: lo spoke di Corigliano-Rossano
«Le immagini di un topo che circola indisturbato in un distributore automatico di bevande e snacks, allocato all’interno dell’Ospedale Compagna, hanno fatto il giro dei Social, del web, del mondo. Altro che terza Città della Calabria, immagini simili non le immaginiamo neanche nei Paesi meno sviluppati dell’Africa». È il commento caustico del coordinamento cittadino dell'Unione di Centro.
«Come partito cittadino abbiamo provato davvero vergogna. E ben presto la vergogna si è tramutata in rabbia, nel momento in cui abbiamo letto le note stampa dei due principali responsabili della sanità nella nostra Città, il sindaco Flavio Stasi e il Direttore Sanitario dello Spoke, il dr Piero Carino». Sarebbero loro, a parere dei seguaci dello scudo crociato i veri responsabili dell'attuale stato precario della sanità cittadina. «I due, probabilmente, non si rendono conto delle proprie gravi responsabilità a riguardo, del clima di confusione da essi generato per le loro decisioni (o per le loro omissioni), un vero e proprio caos, insomma, che, ormai da oltre un anno, disorganizza il lavoro quotidiano di medici ed operatori sanitari, costretti a lavorare, stanchi e frustrati, in una struttura priva di regole e dei requisiti minimi di sicurezza, problematiche aggravatesi con la localizzazione improvvisata del Reparto COVID nell’Ospedale Giannettasio. Un ambiente di lavoro, quindi, quello dello Spoke di Corigliano-Rossano, che possiamo definire, senza tema di smentita, pericoloso sia per chi ci lavora, che per i pazienti e per i cittadini: reparti che chiudono e riaprono, trasferimenti di personale senza adeguato preavviso e idonea formazione, servizi di pronto soccorso e triage mai strutturati con la dovuta sicurezza».
«Ci disturba, quindi, leggere i soliti banali comunicati stampa del Sindaco Stasi e del Direttore Sanitario Carino, i quali, facendo finta di ignorare il proprio ruolo, tentano di gettare su altri le proprie responsabilità: il sindaco Stasi arriva a diffidare (SIC!) i vertici aziendali dell’ASP, dimenticando che a lui spetta il ruolo di prevenzione, anche in quanto, per l’Ordinamento ltaliano, il sindaco è la massima autorità sanitaria del territorio; per cui, per la situazione di degrado ed emergenza della sanità della nostra Città, Stasi dovrebbe forse diffidare se stesso. Stessa cosa per quanto riguarda il direttore sanitario dello spoke di Corigliano-Rossano, Piero Carino, che si limita ad informare i Nas della vicenda del topo nel distributore, dimenticando di essere alla guida della struttura da oltre 15 anni, tempo che avrebbe dovuto impegnare alla riqualificazione dei servizi degli ospedali delle due Città fuse, invece che assistere passivamente (pagato molto bene!) al loro tracollo».
L’UDC di Corigliano-Rossano, quindi, chiede al commissario regionale alla Sanità, Guido Longo, e al commissario ASP di Cosenza, Vincenzo La Regina, di fare una volta per tutte «chiarezza sulla gestione della sanità nella Città di Corigliano-Rossano, con particolare riguardo all’operatività dell’ospedale Spoke e del rispetto delle norme di sicurezza dei reparti, con specifica attenzione ai requisiti del centro Covid». Il partito, inoltre, chiede ai Commissari di «monitorare l’attività e i risultati del sirettore sanitario, valutando anche l’opportunità di un ricambio alla direzione, considerata la lunga permanenza dello stesso Carino al vertice dello Spoke. Su tali questioni, l’UDC di Corigliano-Rossano auspicando con fiducia riscontri immediati ed efficaci da parte del management sanitario regionale e provinciale, manterrà alta la guardia, sulla base di quanto a noi evidenziato quotidianamente dai medici e dal personale sanitario, dai pazienti e dai cittadini».