Facesti come colui che cammina di notte, e porta un lume dietro di sé: dieci anni senza Franco Fortunato
Il 17 maggio 2012 ci lasciava un uomo il cui esempio, insieme a quelllo di Paolo Pollichieni, continua ad ispirare la strada dell'Eco verso un'informazione libera e di popolo che unisce il grande territorio della Sibaritide-Pollino
Dieci anni fa, il 17 maggio 2012, ci lasciava Franco Fortunato, economista, già sindaco di Castrovillari, giornalista, ideologo, politico, illuminato, calabrese… ma soprattutto una persona perbene con un cuore immenso rivolto agli ultimi.
Perché vi parliamo di Franco Fortunato?
Non solo perché il ricordo di una brava persona non può che accarezzare l’animo dei buoni ma anche perché Fortunato, insieme a quella di Paolo Pollichieni, è la stella che illumina il cammino dell’Eco dello Jonio.
Proviamo, oggi, a raccontarvi un piccolo aneddoto, una di quelle storie che scivolano come una goccia sul vetro dei ricordi e nel cadere nella terra lasciano un solco indelebile. Perenne. Imperituro.
Beh, allora partiamo dal dirvi che Franco Fortunato sta all’Eco dello Jonio come Virgilio sta a Dante durante il cammino negli inferi: facesti come colui che cammina di notte, e porta un lume dietro di sé, e con quel lume non aiuta se stesso. Egli cammina al buio, si apre la strada nel buio ma dietro di sé illumina gli altri
La sua lampada: l’aver saputo immaginare (prima) ed esplorare (dopo) un progetto editoriale che unificasse la Sibaritide e il Pollino aprendo, per la prima volta, ad una grande e qualificata stampa freepress, alla portata di tutti i cittadini.
Erano i primi giorni del 2012, poche settimane prima che il corpo di Fortunato si spegnesse, dopo una vita votata all’amore verso la sua terra, per riaccendersi nella memoria perpetua di chi lo conobbe e ancora oggi lo ricorda nel vivo presente. Una cena in famiglia con il genero Enzo Lapietra. Nacque lì, in quel momento l’Eco: un titolo, una missione di e per il popolo. Del resto “l’eco” altro non è che l’amplificazione di una, due, infinite voci.
Il nome c’era. L’idea strutturale di come dovesse essere un giornale territoriale - che divenne glocal negli anni a seguire -, invece, arrivò nel 2013 a Roma, nella sede dell’agenzia Il Velino, grazie al genio di Paolo Pollichieni che sulle fondamenta di quel nome così riecheggiante “allevò” la prima redazione giornalistica, mise su la squadra, il timone, il tabloid e nel giorno di San Valentino, quel santo di cui la Calabria conserva le sacre spoglie, il 14 febbraio 2014, iniziò la grande e bella avventura de l’Eco dello Jonio che da otto anni continua a dare voce alla Calabria del nord-est.
Gli uomini saranno immortali finché rimarranno vivi nel ricordo e nella memoria delle generazioni future. Ecco, Franco Fortunato è sicuramente una Persona che durante la vita terrena ha trascorso il tempo a seminare continuamente, costantemente, involontariamente la sua immortalità. Lo ha fatto mettendo sotto le zolle del suo cammino semi forti di alberi con radici profonde, di petunie variopinte e colorate pronte ancora oggi ad adornare il vissuto di chi lo ha conosciuto direttamente e anche di chi – cosa ancora più bella e miracolosa – non ha mai avuto l’onore ed il piacere di incrociare il suo sguardo, la sua voce ma ne porta avanti il pensiero. Noi nel nostro piccolo continuiamo a dare speranza al sogno di Franco, quello di raccontare le storie e i fatti della Sibaritide-Pollino.
Per questo siamo nati, con questo spirito andiamo avanti.