Le "sanzioni" contro Smith (per lo schiaffo da Oscar) sono l'iperbole del falso moralismo che aleggia nella società occidentale
Il CORSIVO di Tonio De Pascali. Un pensiero dissacrante nei riguardi del mainstream, della cultura democratica occidentale e della sua ipocrisia
L’Academy Awards di Hollywood ha bandito Will Smith dal partecipare agli eventi dell’organizzazione per dieci anni. L’attore potrà però continuare a recitare, sempre che la Apple, la casa cinematografica per cui è sotto contratto, gli rinnovi lo stesso, cosa non ovvia a questo punto, e potrà, sembra di capire, anche concorrere al massimo premio cinematografico con altre future interpretazioni qualora però i 50 membri della Academy lo considereranno degno del premio.
Insomma, per il momento solo fuori dagli eventi, ripetiamo, ma non dal lavoro e dal ricevere eventualmente altre statuette. Per il momento. E chissà se la situazione non si aggravi. Come per esempio, evento gravissimo, il mancato rinnovo del contratto di lavoro.
Un provvedimento che sa di livore incomprensibile più che di giustizia.
Come si ricorderà, il celebre attore statunitense era stato protagonista per aver rifilato un sonoro ceffone in diretta televisiva mondiale, durante la premiazione degli oscar, al comico che sul palco, con innegabile cattivo gusto, aveva scherzato sulla totale calvizie della moglie di Smith dovuta ad una grave forma di alopecia.
Dell’evento avevo giù scritto la scorsa settimana. Il comico aveva indubbiamente offeso la moglie di Smith e Smith bene aveva fatto a reagire con un ceffone. Da maschio meridionale, retrivo e dedito alla violenza, come sarebbe definito un notista con le mie idee, mi viene da dire che “poco è stato” e che forse il comico avrebbe meritato più di un ceffone ma la morale oggi imperante in una società globalizzata “politically correct”, seguita a ruota da un robusto coro di approvazioni da parte di tutto il mainstream, ha fermamente, come s’è visto, stigmatizzato quanto accaduto.
Lo schiaffo no. Ma una civile, pacata, costruttiva, intelligente risposta. Questo avrebbe dovuto fare Will Smith. Nel segno di quella imperante ipocrisia che caratterizza Hollywood come tutti i luoghi del potere mediatico e politico statunitense. Reagire agli attacchi con pacatezza, all’insegna della pace e della convivenza civile. Imperante ipocrisia della sinistra buonista e politically correct che domina non solo Hollywood ma tutta l’America moderna che conta nei media, nella cultura e nella politica.
Perché, se Trump è un rozzo fascista amico di Putin, i Dem sono bravi, belli, buoni e pacifisti. E così devono essere gli Usa. Esportando bellezza, bontà e pace, soprattutto democrazia in tutto il mondo al suon delle armi, dei bombardamenti e dell’ombrello istituzionale dell’Onu.
Ipocrisia, dicevo. Come quella di punire un attore per uno schiaffo ma produrre e premiare un cinema, quello Usa, che coi suoi film sforna violenza, sesso, consumo di droga e quant’altro si possa immaginare, questo sì, di immorale per qualsiasi civiltà e cultura.
Ipocrisia. Come quella, ci spostiamo in Italia, che ha caratterizzato il commento alla storia pruriginosa tra preside ed allievo, maggiorenne, del liceo Montale di Roma. Ipocrisia sempre politicamente corretta, come per lo schiaffo di Smith.
La storia è nota. La preside, secondo i pettegolezzi, avrebbe avuto una relazione, non si sa a quale livello, ma dai commenti si lascia immaginare, tra la stessa, cinquantenne che si autodefinisce “piacente”, ed un allievo dell’istituto romano diretto dalla stessa. Maggiorenne al tempo dei fatti.
L’evento sembrerebbe non avere conseguenze penali perché l’allievo, si diceva, è maggiorenne e comunque sarebbe stato consenziente non avendo al momento sporto denuncia per violenza sessuale nei confronti della donna. Le conseguenze sarebbero, probabilmente, solo professionali per la preside nei confronti della quale è stata già avviata un’ispezione da parte del Ministero.
Una vicenda dagli aspetti pruriginosi che desta ilarità senza preoccupazione morale da parte di chi scrive, sempre maschio meridionale ma che ha già avuto enormi conseguenze in termini moralistici da parte della sinistra benpensante.
“Ogni rapporto di subalternità è stato cancellato così come ogni rapporto etico e morale”, dice la sinistra.
Ipocrisia. Si diceva. Ma ve la ricordate la sinistra? La famiglia non esiste più, la scuola non esiste più, sesso libero e droga a go-go. Ed ora? Ora, contrordine compagni. Morale e scuola seria sono gli ordini di servizio. A scuola bisogna studiare, essere seri e soprattutto ci si accoppia senza differenze di età che potrebbero portare a commenti poco civili.
Morale. E non ci si accoppia tra una donna già oltre la mezza età ed un ragazzino. Già proprio il contrario di quanto invece si plaudì al Kennedy “de noartri”, Macron.
Ci ricordiamo: la sinistra italiana ed europea si spellava le mani ad applaudire quell’unione così diversa e così felice tra un quarantenne ed una ultra sessantenne, unione nata guarda caso al liceo tra lo studente e la sua insegnante che per lui lasciò marito e figli. Come al liceo Montale di Roma, anche se la preside di questo è nubile. Quindi nessun danno familiare.
Insomma sempre una morale ed un’etica con due pesi e due misure.
Facciamo quello che ci piace e ci fa comodo. In barba a tutti gli altri.
Macron e signora sono smart. I due di Roma delinquenti.
Questa è la sinistra. Per il cazzotto di Will Smith come per la laision dangerous di Roma.
Così è se vi pare.