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La bellezza contro la disuguaglianza, l’armonia contro l’autolesionismo

2 minuti di lettura

Ci ritroviamo a vivere in un’epoca di enorme progresso tecnologico e scientifico che ci consente di fare cose che solo qualche lustro addietro erano argomento di romanzi di fantascienza. Beneficiamo (forse non tutti…) dei progressi della medicina che hanno spinto molto in avanti le nostre aspettative di vita; possiamo viaggiare volando e coprire distanze che un tempo sembravano impossibili ai più; abbiamo a disposizione strumenti per coltivare la terra che ci consentono di avere a disposizione cibo in abbondanza (forse non tutti…); e molto altro ancora: basti solo paragonare la possibilità di tenere contatti con la famiglia che ha oggi un emigrante rispetto a quelli che aveva suo nonno quando andò a cercar fortuna in America, tra le due guerre.

Bene.

Per contro, questo progresso così conseguito in tempi brevissimi non ci ha dato la possibilità di creare ed interiorizzare una nuova etica, un’etica che ci consenta di rispettare il “creato”. Si, perché alla fine dei conti, purtroppo stiamo incrementando le disuguaglianze anziché colmarle e minando seriamente gli equilibri del pianeta sul quale viviamo.

Male.

Mi sono chiesto come fare a cambiare gli aspetti peggiori della nostra organizzazione sociale, soprattutto qual è il contributo che posso dare di persona, oltre a tenere comportamenti rispettosi e a propalarli? Dare le linee di indirizzo, tutelare la collettività sono compiti che attengono alla Politica. Ma gli ultimi anni sono stati così poco esaltanti per la politica, non solo in Italia. La gente segue con scarso interesse e con malcelata diffidenza ogni atto che la politica determina sull’amministrazione dello Stato. Siamo arrivati al punto che i rappresentanti in Parlamento non vengono più decisi dagli elettori ma dai capi di partito con liste e listini bloccati dove chi vota stabilisce solo se andranno in uno, due o tre ma rigorosamente in ordine di precedenza. Pazzesco. E tutti dicono che è incostituzionale e va cambiata ma mai nessuno la cambia sta legge elettorale.

Quindi una politica “malata”, che allontana, che non instilla fiducia. Si ha quasi paura ad occuparsene attivamente per paura di “sporcarsi”. Ma così facendo il timone resta sempre nelle stesse mani e l’imbarcazione non sembra navigare leggiadra.

Che fare, dunque? Credo che la risposta risieda nella “partecipazione”: gruppi, associazioni, movimenti e tutto quello che prevede di dedicare una parte del proprio tempo alla risoluzione di problemi collettivi possono rappresentare l’impegno che ci rende coinvolti. Coinvolti e quindi attori, artefici e non più spettatori passivi, al limite mugugnanti. Basando tutto sull’idea che dal Medioevo si passa al Rinascimento quando si riesce a vedere e coltivare la bellezza. Ed in ogni dove, credetemi, ce n’è tanta di bellezza.

Partecipiamo, riuniamoci, nel rispetto delle mutanti disposizioni anti Covid, con la gioia di immaginare e l’impazienza di poter realizzare le idee di un nostro microcosmo migliore, sempre più bello, in una transizione da Comune a Comunità.

Se ci riusciremo (e ci riusciremo!) avremo dato il nostro contributo fattivo al miglioramento anche delle persone, avremo contribuito nel nostro piccolo a scrivere qualche parola sul vocabolario della nuova Etica. Perché sapete, credo sia molto più complicato che una nuova Politica venga decisa dall’alto rispetto alla possibilità che tante piccole realtà locali hanno di indicare la strada del saper vivere in armonia.

In sintesi, bellezza e armonia sono le armi per combattere disuguaglianza e autolesionismo. A cominciare dai nuclei più piccoli, nella speranza che diventi un’attività virale.


Il Corsivo è curato dalla reggenza dell'Eco dello Jonio con la preziosa collaborazione della prof.ssa Alessandra Mazzei che ogni settimana offre agli utenti la lettura in forma esclusiva di contributi autentici, attuali e originali firmati da personalità del mondo della cultura, della politica e della società civile di fama nazionale e internazionale

Edoardo Antonello Giudiceandrea
Autore: Edoardo Antonello Giudiceandrea

nato a Cosenza, vive a Calopezzati dal 2014. Licenza liceale classica, Laurea in Ingegneria chimica. Dopo un’esperienza come collaboratore esterno all’università di Napoli, ha lavorato per 25 anni con la Italcementi, chiudendo la carriera come Direttore Tecnico Centrale. Lasciata Italcementi ha deciso di occuparsi di agricoltura biologica a Calopezzati dove ha fondato Madreterra. Rugbista in gioventù, ha poi coltivato la passione per il volo libero praticando il deltaplano, disciplina nella quale ha vinto un campionato europeo a squadre nel 2012.