Con picchi di circa 6000 persone a serata (nelle edizioni ’79 ed ’80); un rigida organizzazione composta anche da giovani del territorio; dibattiti politici con i protagonisti provinciali e regionali; momenti di intrattenimento musicale e teatrale, i primi grandi concerti all’aperto della Sibaritide ed un vero e proprio parco divertimenti, le 12 edizioni della
Festa dell’Unità, organizzata dalla
Sezione PCI di Cariati hanno rappresentato, per dimensioni, portata, numeri, partecipazione, continuità e qualità un evento politico, culturale e di intrattenimento di livello provinciale, uno dei più riusciti di quegli anni in Calabria. A rievocare emozioni, sentimenti e ricordi ed a ricostruire la storica Festa dell’Unità di Cariati è
Damiano MONTESANTO, già segretario del PCI cittadino negli anni del boom di questo evento che resta positivamente scolpito nella memoria di tante generazioni dell’intero territorio. Perché – ricorda subito MONTESANTO – all’epoca, quella cariatese, era una delle poche e meglio organizzate della provincia e della regione! La prima edizione risale al 1976. Erano anni di grande entusiasmo giovanile e politico – racconta MONTESANTO. Alle amministrative del 1975 il PCI conquistò il governo di numerose realtà amministrative. Il 1976, alle politiche, il Partito raggiunse l’apice del suo consenso elettorale (34,4%). La nostra Sezione era per lo più composta da giovani ed è in quel clima che decidemmo, pionieristicamente, di organizzare la nostra prima Festa, sul Lungomare, in direzione Porto. Non c’era asfalto, era tutto sabbioso ed in diverse occasioni abbiamo dovuto combattere co vento, pioggia e grandine. Obiettivo principale della Festa – risponde MONTESANTO nell’intervista – era contribuire alle casse del Partito. Era la festa del Partito e del quotidiano L’Unità, fondato da Antonio GRAMSCI, allora organo ufficiale del PCI. Grazie al successo della Festa, la nostra Sezione si rese autonoma finanziariamente per circa 10 anni, con casse solide grazie alle quali provvedevamo alla sede ed all’attività politica. Ci dotammo persino di un palco da 140 metri quadri e di un impianto audio all’epoca all’avanguardia e che prestavamo, entrambi, per altri eventi a Cariati e nel territorio. La nostra – prosegue – era una organizzazione molto rigida, quasi militare: ognuno aveva e svolgeva il proprio compito con sacrifici e risultati. I momenti di intrattenimento musicale, teatrale ed artistico andavano di pari passo con quelli di dibattito politico, ai quali invitavamo e partecipavano rappresentanti di tutte le forze politiche dell’epoca e con la proposta enogastronomica, attraverso la gestione diretta, da parte della nostra organizzazione, della ristorazione, appoggiandoci ai lidi. I ricordi sono davvero tanti e custodiscono emozioni legate ad un momento storico ed ideologico che non c’è più e che – scandisce – non può ritornare. Basti dire che più della metà dei nostri collaboratori, non necessariamente iscritti al PCI, venivano dai paesi vicini ed erano tutti giovani. Si sognava – continua – e l’utopia alimentava entusiasmi, prospettive, impegno. Oggi non si sogna più ed il distacco della gente dalla politica misura questo crollo della tensione morale e politica. I segnali già iniziavano a sentirsi alla fine degli anni ’80, quando interrompemmo l’organizzazione della Festa dell’Unità. Si era aperta all’interno della Sezione una discussione sull’eventualità di affidare a terzi la gestione esterna della Festa che poi non venne più fatta. Era il 1988. Ricordo benissimo, ad esempio, che io e tanti altri eravamo contrari all’affidamento ai ristoranti della cucina e, quindi, di quella che per anni era stata la nostra diretta proposta enogastronomica, valore aggiunto anche emozionale di quell’evento fatto essenzialmente di relazioni, volontariato, ideali ed amicizia. Tra i momenti più belli, certamente le esibizioni dei nostri gruppi, con Cataldo PERRI ancora studente e Leonardo SCORPINITI e, poi, il concerto di Sergio ENDRIGO, che venne febbricitante alla nostra Festa e quello di Pierangelo BERTOLI, con migliaia e migliaia di persone sulla spiaggia e che inaugurò la stagione dei grandi concerti gratuiti all’aperto. Come non ricordare, infine, i giochi. Offrivamo un vero e proprio parco divertimenti all’interno della Festa: dall’affollatissima ruota della fortuna (curata da Rocco MONTESANTO) alle bocce, dalla pesca delle bottiglie (curata da Mimmo RUSSO) alla ruota del criceto (curata da Leonardo FUNARO e da Gaetano MEGNA) che era diventato una vera e propria attrazione popolare. Avevamo anche una libreria attrezzatissima, curata da Cataldo LE PERA, Nicola SERO ed il compianto Franco CALIGIURI. Ed a fine Festa andavamo in giro per l’Italia, soprattutto a Roma ed in Emilia, per seguire le altre Feste dell’Unità, soprattutto quella nazionale per confrontarci in vista della prossima edizione. Era – conclude MONTESANTO che fa i complimenti agli organizzatori dell’attuale Festa provinciale dell’Unità – tutto un mondo e quindi anche una Festa che oggi non c’è più né potrebbe esserci!