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Il Vinitaly a Sybaris, un esperimento per superare pregiudizi e creare nuova consapevolezza

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CASSANO JONIO - Manca ormai pochissimo all’inaugurazione del Vinitaly and the City- Calabria in wine, in programma al Parco Archeologico di Sibari da venerdì 30 agosto a domenica 1° settembre. Il parco sarà, per tre giorni, non solo un luogo ricco di storia da visitare, ma anche un contenitore di eventi culturali e laboratori, in cui sarà possibile conoscere e degustare vini della tradizione vitivinicola italiana ed internazionale (leggi qui il programma delle tre giornate).

A fornirci qualche riflessione sull’evento e sulla sua portata è stato il Direttore dei Parchi archeologici e dei Musei di Sibari e Crotone, Filippo Demma, che abbiamo intervistato per l’occasione.

Il binomio Vino-Calabria non è immediato né ricorrente, sia per quel che riguarda la narrazione della Regione ma anche in relazione alla storia di questo antichissimo prodotto. Tuttavia, il collegamento appare tra i più appropriati in virtù delle evidenze storiche che li legano. Perché tanta fatica a far emergere questo aspetto e questa relazione?

«Il grande limite di questo territorio – ci ha spiegato Demma - ha riguardato, e riguarda ancora, le modalità di valorizzazione del patrimonio culturale in senso lato che hanno sempre segnato una spaccatura tra produzioni economiche e cultura. Oggi, partendo dall’idea della rete museale che coinvolge anche l’area archeologica e il museo di Crotone, stiamo cercando di invertire la rotta aprendo le porte ad una nuova concezione del bene culturale. Il bene culturale va ripensato nelle sue finalità e riproposto come strumento al servizio della promozione e della valorizzazione di un territorio anche, e soprattutto, integrandolo alle altre forme di attività culturali. La tradizione enoica, in questo caso, può fungere da esempio paradigmatico».

Il vino – ma ciò potrebbe valere per qualunque altro prodotto - è cultura, perché è intimamente legato all’autenticità del territorio, perché è un momento creativo pensato dall’uomo e perché nasconde un sapere antico e nuovo che passa attraverso le tecniche di produzione (diventate vere e proprie filosofie produttive), le caratteristiche del suolo, la varietà dell’uva, la raccolta, la fermentazione e le strategie di promozione. Il sapere custodito e divulgato ha, dunque, un alto valore culturale e promozionale sia per chi lo diffonde che per chi lo riceve.

«L’accostamento poi tra vino e Calabria, per la storia che lega questo territorio (Enotria) alla sua produzione, - ha aggiunto il Direttore Demma - è del tutto evidente, e occasioni di ampio respiro nazionale ed internazionale come il Vinitaly possono rafforzarne la corrispondenza. Bisogna andare oltre i vecchi modelli e ripensare a nuove strategie che possano dare spazio alla varietà e alla multi settorialità della cultura».

Cosa significa per il Parco archeologico e per il territorio circostante ospitare un evento di tale portata soprattutto in termini promozionali? E che cosa ci si aspetta da manifestazioni di questo genere?

«Per spiegarlo partirei da un aneddoto. Pochi giorni fa mi sono recato in una lavanderia di Corigliano e il proprietario, un uomo di cultura, impegnato nel sociale e dunque mediamente informato, mi ha confessato di non essere a conoscenza della stagione estiva #sibarinprogress. Gli eventi in questione hanno avuto una discreta copertura mediatica ma, a soli 12 km da Sibari, quest’uomo non ne sapeva nulla. Ecco, mi aspetto che eventi del genere possano gettare nuova luce su realtà come la nostra e che abbattano il diaframma col grande pubblico. Nondimeno mi piacerebbe che le persone cogliessero la novità di questo nuovo modello di promozione. Oggi la rete museale è un luogo di scambio, dove accadono cose, si sperimentano nuovi linguaggi, si ospitano iniziative artistiche e nascono collaborazioni: è un laboratorio aperto che accoglie e progetta insieme al territorio. Vorrei che passasse questo messaggio e che realtà come questa diventino riconoscibili proprio sotto questo profilo».

Ma il Vinitaly sarà anche un momento di scambio e di conoscenza. Pensa che il nostro territorio, in ritardo sotto molti aspetti e sempre ultimo nello sperimentare le novità, possa imparare qualcosa da questa esperienza?

«È esattamente ciò che mi aspetto da eventi come questo: che diventino momenti per accrescere le capacità metodologiche del contesto calabrese coinvolgendo i vari attori e creando uno sviluppo su base culturale. È un’occasione eccezionale perché sarà sicuramente una vetrina, ma sarà anche un momento di confronto importante per mettere in contatto le esperienze vincenti ed imparare da queste. In questi anni di collaborazione con il Ministero della Cultura, con l’amministrazione comunale di Cassano, con la Regione e la Soprintendenza abbiamo dato vita ad un nuovo modello di promozione culturale, ci auguriamo di proseguire su questa strada offrendo al grande pubblico esperienze nuove e un modello di promozione che metta davvero al centro la cultura tutta, a 360 gradi».

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.