8 ore fa:Ricerca e tutela, il 2025 si chiude con un bilancio positivo per le Riserve di Tarsia e Foce del Crati
6 ore fa:Quel Natale che suonava al camino... ricordando Salvatore Romanello
7 ore fa:Il monito della pedagogista Renzo: «La scuola ha perso voce, autorevolezza e coraggio»
9 ore fa:Bimbi, sorrisi e partecipazione vera per il Natale di Saracena
8 ore fa:Eco dello Jonio, quando i numeri diventano comunità: ecco il 2025 del glocal che ha scelto di restare libero
9 ore fa:Anche i Marcatori Identitari Distintivi nel calendario dell’Ente Parchi Marini Regionale della Calabria
10 ore fa:Barbieri al Tg3 per raccontare i piatti tradizionali della Vigilia in Calabria
11 ore fa:Castrovillari presenta "Civita Nova – Winter Edition" tra i paesi del Pollino
10 ore fa:Nei piccoli Comuni la politica esplode in piazza e a Pietrapaola lo scontro diventa pubblico
11 ore fa:Il Sindaco di Morano e gli Zampognari in visita ai reparti del "Ferrari" di Castrovillari

Travolti da un insolito... divertimento

2 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO - Mercoledì 6 Dicembre si è tenuta la terza opera di prosa della nuova stagione teatrale, al Cinema –Teatro Metropol di Corigliano-Rossano, con la trasposizione teatrale di: “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare di agosto”, regia di Marcello Cotugno.

Il film originario, opera della visionaria e geniale regista romana Lina Wertmuller, uscito alla fine del 1974 distribuito da Medusa, come ricorderete, fu interpretato da due fuoriclasse della recitazione italiana: Giancarlo Giannini e Mariangela Melato (sul remake interpretato da Madonna non val la pena di pronunciarsi).

L’opera teatrale detiene, nei panni dei protagonisti principali, due bravissimi attori, Giuseppe Zeno ed Euridice Axen che hanno incantato e divertito il pubblico, calandosi totalmente nelle parti a loro destinate: la ricca e snob industriale milanese Raffaella Pavone Lanzetti, anticomunista e repubblicana ed il rozzo ma schietto nocchiero siciliano comunista Gennarino Carunchio.

Il messaggio lanciato dall’opera costituisce la nemesi di quello manzoniano. Ossia, non si può modificare il proprio modo di pensare, che si sostanzia come fisiologico. Le contingenze e gli imprevisti, anche estremi, possono aprire una breccia inaspettata ed abbagliare i protagonisti, specie quelli che nella scala gerarchica sono relegati fra gli umili e gli svantaggiati. Il trasporto della passione e dei sentimenti agita l’illusione che le differenze sociali possano essere annullate, ma il repentino ritorno alla normalità cancella ogni romantico miraggio di un lieto fine.

La geniale regista, che amava i titoli lunghi, ha approfondito più volte questo tema, mescolando comicità e profondità, eros e politica, come, ad esempio, nel gustosissimo “Metalmeccanico e parrucchiera in un turbine di sesso e politica”.

Tornando alla presente opera teatrale, l’attualizzazione temporale impone dei paragoni difficili da sostenere: sostituire La Malfa con Trump appare quanto meno arduo, mentre non deve sfuggire l’ironia di sottofondo che si cela dietro l’adeguamento dell’amico della protagonista (socialista nel film originale) ed ora perfetto radical chic votato all’ambiente come moda impone.

La passione che avvolge i protagonisti sull’isola deve, necessariamente, essere frenata rispetto a quella originaria, ma rimane convincente e avvolgente per il pubblico.

Unico neo – e qui mi riferisco alla provenienza del protagonista siciliano dell’opera originale. Sfortunatamente, per chi scrive, si è assistito alla tediosa riproposizione di un atteggiamento politically correct nella trattazione degli eventi, anche in questa sede. Gennarino, il meridionale protagonista della nostra storia, si evolve nel nordafricano, Karim - sbarcato in Italia nel grembo materno, quale fortunato fra i pochi superstiti dei primi traversamenti in gommone.

Con tutto il rispetto per l’importanza del tema e per le tragedie che si sono susseguite, mi chiedo se fosse necessario innestare una modifica così sostanziale all’opera originaria, solo per portare avanti una propria visione in merito alla tematica sull’immigrazione.

Lascio al pubblico le valutazioni più opportune, considerata la criticità di questa tematica nei nostri tempi.

Ma, al di là di questo aspetto, comunque non secondario, l’opera ha confermato la giustezza delle scelte operate dalla direzione del Cinema-Tearo Metropol per questa nuova stagione teatrale. Scelta che, purtroppo, non è stata sufficientemente celebrata dalla cittadinanza, almeno a giudicare dalla media dei presenti in teatro, durate le rappresentazioni di prosa.

Ma chi propone cultura sul territorio ha il dovere di essere coraggioso e guardare verso le stelle, perché prima della quantità conta la qualità. Pertanto, auspico che la politica promuova e sappia fornire il giusto sostegno a chi si impegna per elevare il livello di civiltà intellettuale della nostra città.

Per tale motivo, il plauso alle scelte operate deve essere ancora più forte e convinto, nonché di buon auspicio per la prossima seconda parte della stagione che, sono certo, offrirà agli organizzatori le soddisfazioni che stanno dimostrando, ampiamente, di meritare.

di Francesco Russo

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.