L'alta valle del Colognati: un paradiso di biodiversità
In quest'area nel cuore della Sila Greca si incrociano storie e leggende antiche che stanno ritornando alla luce grazie a quanti hanno creato un legame in simbiosi con questi luoghi
Maggio è il mese di grande riscoperta della nostra montagna e delle sue festività e tradizioni più antiche, come quella di Sant’Onofrio, ormai prossima, che ricorre la terza domenica del mese.
Ma nell’attesa di questa festa che racconteremo a breve, amatissima dalla comunità e ancora sentita in tutti i suoi valori, soffermiamoci a raccontare qualcosa dei suoi luoghi e, in particolare, dell’alta valle del Colognati.
Il fiume anticamente chiamato Hylias, lungo il quale si erano stanziate antiche popolazioni autoctone, definisce intorno a sé, tra le montagne della Sila greca, un parco naturale di valore ambientale inestimabile.
È uno di quei luoghi da proteggere e da valorizzare nel più ampio rispetto dell'ecosistema.
Il non facile accesso ha contribuito a salvaguardare il suo naturale equilibrio e ne mantiene la magia e la bellezza, sebbene, certo, oggi alcuni interventi sono necessari e urgenti, come quelli per contenere l'erosione, il ripristino di alcune mulattiere, e la manutenzione continua della chiesetta di Sant’Onofrio e del pianoro antistante.
Ci troviamo ad una altezza media di 650 metri sul livello del mare, in un’area racchiusa tra Rossano, Longobucco e Paludi.
Vari i percorsi naturalistici possibili lungo il Colognati, attraverso le sue vasche naturali, le cascate più famose, conosciute come "Pietre Pizzute" o quella dell'affluente Cerasia, o ancora quella ancora più suggestive della "Licertarara", proprio vicino alla grotta di Sant'Onofrio.
Certo, si tratta di percorsi attualmente consigliati a persone esperte, in quanto non facilmente accessibili, sebbene si stia lavorando ad individuare accessi più facilitati; ma quel che è certo è che questi luoghi rappresentano, anche loro, un vero e proprio patrimonio da custodire e valorizzare.
Le piste sono per la maggior parte erose ed il passaggio dei pastori sempre più raro ne mantiene il minimo necessario, ma la suggestione della valle con lo sfondo delle montagne della Sila Greca, il rumore del fiume di sottofondo, il passaggio di qualche nibbio o altri uccelli, i colori, la fauna selvatica, il silenzio della valle, creano un’enorme suggestione, un’atmosfera magica dal fascino straordinario.
Passeggiare lungo i suoi percorsi, poi, rappresenta un vero e proprio laboratorio di botanica, una scoperta continua per ricca e varia vegetazione presente. L'erica , il lentisco, il leccio, il corbezzolo, le varie ginestre, la roverella, il perastro, l’orniello, il carpino nero, l’acero, il pioppo tremolo, il pino laricio, il bagolaro, il castagno, o ancora le piante officinali spontanee, come origano, salvia, cicoria, camomilla, timo, borragine, mentuccia selvatica, aglio e cipollotto selvatico sono solo alcune delle innumerevoli varietà di piante che si incontrano lungo il cammino.
Insomma uno scrigno di biodiversità da conoscere, tutelare, proteggere e raccontare.