Dicevano di togliere il malocchio in cambio di denaro: due "megere" finiscono in carcere
La vittima, una quindicenne con problemi psichici, è stata vessata e soggiogata dalle due donne che le hanno spillato tanti soldi. Un incubo per fortuna interrotto dagli uomini della squadra mobile della Questura di Cosenza
COSENZA - Nel pomeriggio di ieri, la squadra mobile della Questura ha dato esecuzione all'Ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa nella stessa giornata dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cosenza, Manuela Gallo, su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Capo Mario Spagnuolo, a carico di due donne, una delle quali appartenente alla comunità rom e residente a Scalea (CS) e l'altra di Montalto Uffugo, ritenute responsabili del delitto, in concorso, di cui all'art. 643 c.p. (circonvenzione di incapace), nei confronti di una quindicenne, con problemi psichici.
In particolare le indagini hanno permesso di ricostruire la lunga azione soggiogatrice posta in essere dalla donna rom, attraverso la fattiva opera dell'altra, in danno della minore, sofferente di disturbi psichici: la ragazza, grazie all'opera di circonvenzione praticata dalle due donne, che le faceva credere di essere vittima di malefici sortilegi e di mali terribili per liberarsi dai quali doveva sistematicamente corrispondere delle somme di denaro alle due donne, si allontanava dalla propria famiglia d'origine, arrivando ad aggredire anche violentemente i genitori ogniqualvolta essi tentavano di riportarla o di tenerla in casa, pretendendo o asportando spesso il denaro da casa dei genitori, i quali dovevano subire le minacce e le intimidazioni da parte delle due donne o la violenza fisica della ragazza, la quale poneva in essere anche diversi atti di autolesionismo.
Le due donne non desistevano nemmeno dopo che avevano avuto cognizione del fatto che i genitori avevano sporto denuncia presso le autorità.
L'esperienza del magistrato titolare delle indagini e degli operatori della 3^ Sezione "Reati contro la persona, reati contro i minori e reati sessuali" della Squadra Mobile ha consentito agli investigatori di aiutare i genitori e le persone informate sui fatti, inducendoli a raccontare la terribile situazione, accertando gli episodi anche con pedinamenti e alcune attività di intercettazione, facendo sì che si potesse intervenire con tempestività e determinazione nella vicenda, individuando e raccogliendo tutti gli elementi a carico delle due donne, che, rassegnati alla competente Autorità giudiziaria, hanno consentito l'emissione in brevissimo tempo della misura cautelare in argomento.
Nel corso delle perquisizioni finali gli investigatori hanno rinvenuto in casa della donna di etnia rom un libro di magia, con cui la stessa si avvaleva per atterrire la minore e soggiogarla, oltre che numerose carte postepay ricaricabili su cui confluivano il denaro asportato ai genitori della minore.
Sono in corso ulteriori accertamenti da parte di magistratura e Polizia di Stato per verificare se vi siano altre vittime di questa azione di soggiogamento posta in essere dalle due donne tratte in arresto.