Antonio Gorgoglione è stato riconfermato, all'unanimità segretario del partito della Rifondazione Comunista di Corigliano. La rielezione di Gorgoglione è avvenuta nel corso dei lavori del decimo congresso cittadino del partito. Congresso che si è svolto, come spiega una nota del Prc, “con l’obiettivo di riorganizzare i propri organismi. Mosso da un grande bisogno di rinnovamento. Si è, infatti, provveduto a rinnovare gran parte dei dirigenti. Favorendo un avvicendamento di genere, che spinga l’altra metà del cielo a sentirsi sempre più protagonista della vita politica della città. E dare nuova linfa all’iniziativa del Partito. Dopo la lettura del documento programmatico-congressuale dal titolo “Socialismo XXI. Per un nuovo umanesimo”, si è passati all’elezione dei componenti del Collegio di Garanzia, del Direttivo di circolo e del Segretario.
CORIGLIANO, GORGOGLIONE: POLITICA USATA PER FARE AFFARI
La discussione ha toccato numerosi punti programmatici. Con scadenze diverse in relazione alla priorità delle tematiche contenute negli stessi, gli obiettivi principali si sono rivelati quelli riguardanti le tematiche dell’ambiente. Che vanno dalla questione rifiuti, drammaticamente tornata in auge in questi ultimi tempi, alla vicenda commissariale ultima. Che la città non aveva alcun bisogno di rivivere. Si è ribadita la necessità di mettere in discussione il modello neo-liberista, capitalista e globalizzato. Che ha fatto dell’equazione maggiore PIL uguale a maggiore sviluppo, il suo credo. Senza preoccuparsi poi di come ridistribuire la ricchezza prodotta e di come smaltire i rifiuti. Che di sicuro non può essere quello attuale di far diventare il mondo che ci circonda una grande discarica. La politica viene “usata” direttamente, senza intermediazioni. Per “fare affari” e non per occuparsi della gestione dei beni comuni. Su tutti, quella dei rifiuti, la gestione dell’acqua pubblica, la tutela e la difesa dell’ambiente in cui viviamo. Si è ribadita, inoltre, la necessità di ripensare un sistema di riscossione dei tributi, perché quello attuale è iniquo e non garantisce una corretta esecuzione del servizio. Si è poi parlato del lavoro che non c’è, quel poco ancora esistente viene sottopagato e privato dei diritti più elementari, al punto da ridurre i lavoratori sempre più precari, rasentando livelli di induzione in schiavitù. Dai processi di privatizzazione delle aziende partecipate e dei servizi pubblici locali a quelli di eliminazione dei servizi fondamentali garantiti da diversi Enti - le Comunità Montane e, addirittura, le Province previste nella Costituzione - il blocco delle assunzioni in tutti i settori pubblici”.