Co-Ro ancora senza simboli né municipi: che fine ha fatto la questione stemma e gonfalone?
L’inerzia sulla scelta dei simboli continua a gravare sulla città, rivelandone un’identità ancora irrisolta. Un processo di fusione avviato quasi un decennio fa e oggi immobile, che non mostra alcun segno di vitalità
CORIGLIANO-ROSSANO – C’è qualcosa di profondamente simbolico – e amaramente rivelatore – nel fatto che, a distanza di tanti anni dalla fusione tra Corigliano e Rossano, la città unica sia ancora impantanata nella questione dello stemma e del gonfalone. Un tema che avrebbe dovuto rappresentare uno dei primi passi verso la costruzione di una nuova identità collettiva e che invece è diventato la metafora perfetta di una fusione incompiuta, lenta, faticosa.
Eppure, guardando indietro, il percorso è iniziato sotto rassicuranti premesse: un concorso di idee, una commissione tecnica di altissimo profilo, undici proposte, consigli ad hoc, sedute pubbliche, dirette streaming, dibattiti accesi, speranze… e delusioni. Tutto questo non oggi, non ieri, ma molto tempo fa. E da allora, sorprendentemente, tutto sembra essersi fermato nello stesso, identico punto.
Il concorso di idee per scegliere stemma e gonfalone risale ormai alla scorsa amministrazione e doveva rappresentare l’atto fondativo di una nuova stagione. Atto che avrebbe dovuto chiamare i cittadini a proporre, immaginare, sognare il simbolo della città nata dalla fusione. Quella fase – che oggi appare lontana e sfocata – aveva prodotto un risultato: bozzetti, punteggi, una graduatoria. Perfino un primo classificato.
Ma ciò che allora sembrava l’inizio di un percorso verso un’unione reale, oggi appare come un episodio sospeso, non concluso e, per certi versi, dimenticato. Da quel momento in poi, come spesso accade alle questioni irrisolte, il tema si è trascinato riemergendo ciclicamente solo grazie alle polemiche o agli interventi di qualcuno che tenta di riportarlo all’attenzione pubblica.
Certo, si dirà che gli stemmi sono un dettaglio - e in parte è vero - ma non lo sono del tutto. E ciò lo si comprende meglio proprio con il passare del tempo. Perché mentre i cittadini continuano a vivere da coriglianesi e da rossanesi, le nuove generazioni crescono in una città senza simboli propri, senza un gonfalone che le rappresenti, senza un emblema che racconti la storia nuova che dovremmo costruire.
La questione dei municipi, anch’essa rimandata ad anni migliori, si intreccia con questo vuoto simbolico: le strutture istituzionali previste dalla fusione non sono state realizzate, e oggi, come allora, si discute ancora di se, quando e come istituirle.
Il risultato è che Corigliano-Rossano sembra vivere in una sorta di limbo, non più due città ma non ancora una vera città.
È legittimo chiedersi dunque quanto ancora dovrà durare questa attesa. Quanto tempo ancora dovrà passare perché Corigliano-Rossano venga dotata di un simbolo ufficiale, riconosciuto, condiviso, finalmente approvato? Forse, come qualcuno ha proposto, serve una commissione straordinaria permanente che monitori l’intero processo di attuazione della fusione. Forse serve una volontà politica più chiara e più coraggiosa. Di certo servirà prendere atto che ciò che era rimandabile anni fa è oggi diventato inderogabile.