Eguaglianza sociale, i paradossi del nord-est: ecco quanto spendono i comuni per i disabili
I dati di OpenPolis restituiscono una cartolina disarmante. Su 58 comuni della Sibaritide-Pollino solo 12 hanno un capitolo dedicato, tutti gli altri investono zero euro o comunque non contemplano una spesa specifica per la disabilità
CORIGLIANO-ROSSANO – Mentre in città continua a tenere banco il confronto sulla necessità di istituire o meno la figura del garante dei disabili, il territorio della Calabria del nord-est sul fronte dei diritti per i portatori di handicap deve ancora macinare tanta strada e – probabilmente – fermarsi prima a capire quali sono le vere, reali esigenze di questo particolare e delicato settore sociale. Certo, la condizione drammatica della Sibaritide-Pollino, non è diversa, da quella che si vive nel resto d’Italia dove ancora la questione della dignità dei disabili rimane relegata in secondo piano e non ha le giuste attenzioni che merita. Ci sono le leggi che tutelano le persone disabili - su tutte ricordiamo la 104/92 che spesso passa all’onore delle cronache non tanto per le sue finalità reali ma per la selva di agevolazioni e corsie preferenziali che genera non tanto per i veri disabili quanto a tutte le situazioni collaterali che ci sono attorno a una persona non abile – e poi una lunga sfilza di codici, codicilli e decreti attuativi che, di fatto, sembrano solo ruotare attorno al problema.
La Calabria del nord-est, dicevamo, non si differenzia molto dalla situazione generale, italiana. Terra di paradossi è il Bel Paese, e terra di paradossi è pure la landa sibarita. Per i disabili si fa poco, anzi i comuni non fanno quasi nulla se non spartire, alla meno peggio, i bilanci e relegare briciole nei capitoli. Quando va bene di approntano progetti dedicati che servono ad intercettare fondi e metterli a disposizione di uno specifico capitolo della disabilità ma, molto spesso, spendendo soldi pubblici senza alcun criterio. Perché ancora, in realtà, da noi mancano le competenze oppure si affidano i delicati “affari” delle Politiche sociali a gente praticamente impreparata.
I dati, provenienti da OpenBDAP (relativi al monitoraggio 2021/2023), riferiti ai 58 comuni della Sibaritide-Pollino, raccontano una storia fatta – dicevamo – di paradossi. Mentre la media nazionale per la spesa pro capite per i servizi per disabili si attesta a 13,23 €, la Calabria nord-orientale mostra un intervallo drammatico. In cima alla classifica c'è Cerchiara di Calabria, un piccolo comune di 2.131 anime, che stanzia sul Capitolo per la disabilità una “generosa” cifra di 131,36 € pro capite, circa 300mila euro derivanti da progetti della Comunità Europea e da fondi Statali. C’è da dire, però, che seppure questa cifra fa impallidire la media nazionale di dieci volte, non si tratta di una spesa storicizzata. Possiamo dire essere una tantum. Stesso discorso vale per Mandatoriccio che ha investito per i disabili una spesa pro capite di 33,82 €. C’è poi Corigliano-Rossano che nello specifico capitolo della disabilità investe 12 mila euro, Castrovillari impiega circa 44 mila euro mentre Crosia si ferma a 5.800 euro. Questi esempi evidenziano il potenziale per un'allocazione efficace delle risorse quando è presente la volontà politica, potenziale che potrebbe avere una connotazione ancora più chiara, solida ed efficace qualora si investisse anche sulle competenze degli uffici.
Tuttavia, questa immagine positiva svanisce rapidamente. Un numero impressionante di municipalità, ben 31 delle 58 analizzate, ha dichiarato di non aver speso nemmeno un centesimo di euro per i servizi per disabili o comunque se li ha spesi li ha fatti passare attraverso altri capitoli di spesa. E questo denota quanto nella mentalità di governo il concetto di disabilità sia messo in secondo piano.
C’è, ad esempio, il caso Cariati che, pur essendo comune capofila della Comunità d’ambito per i servizi sociali, non ha fornito alcun dato rispetto alla spesa per i disabili.
Questa tabella rappresenta un'enorme esigenza insoddisfatta e solleva seri interrogativi sull'accessibilità di supporti vitali per una parte significativa della popolazione. In queste città, innumerevoli individui potrebbero essere lasciati senza accesso a programmi, servizi o attrezzature essenziali.
I comuni con una spesa minima includono Cassano Jonio, Altomonte, Amendolara, Calopezzati e molti altri, ognuno dei quali riflette un diverso aspetto del deficit di finanziamento. Queste città devono fare i conti sia con le conseguenze etiche che pratiche di una inadeguata allocazione delle risorse. Una mancanza di investimenti in infrastrutture accessibili, tecnologie assistive e servizi di supporto può creare barriere significative alla partecipazione e all'indipendenza.
La disparità si estende oltre la semplice presenza o assenza di finanziamenti. Anche tra i comuni con spese dichiarate, gli importi variano notevolmente. Molti hanno dichiarato solo pochi euro a persona, dimostrando un fallimento sistemico nel dare priorità al supporto alla disabilità.
Insomma, al netto delle esperienze positive ma momentanee (legate perlopiù alla contingenza e all’opportunità di accedere a finanziamenti extrabilancio) anche il territorio della Sibaritide-Pollino mette in evidenza l'urgente necessità di un approccio più equo ed efficace ai servizi per la disabilità nella Calabria nord-orientale.