Piano industriale, Stasi vuole il Piano regolatore portuale: «È improcrastinabile»
Il Sindaco di Co-Ro spiega il perché il Comune non ha potuto dare il parere di conformità al piano industriale di Nuovo Pignone BH al termine della conferenza dei servizi: «Bene l’industria ma non ci sono parametri urbanistici che la sostengano»
CORIGLIANO-ROSSANO – L’Autorità di Sistema dei porti del Tirreno meridionale e dello Jonio calabrese darà l’autorizzazione a Nuovo Pignone BH affinché realizzi il suo piano industriale nel porto di Corigliano-Rossano. L’atto di sottomissione è probabile che venga firmato già lunedì prossimo. Stamattina a Catanzaro il presidente dell’Autorità portuale, Andrea Agostinelli, lo ha detto chiaramente. Un’autorizzazione che, però, non vedrà tra le spunte verdi quella del Comune di Corigliano-Rossano. E non perché Stasi non sia convinto dell’investimento della società italo-americana, anzi («c’è grande attenzione per le potenziali ricadute occupazionali») ma perché, in realtà, c’è quel cavillo tecnico-giuridico (di cui vi abbiamo parlato ieri, leggi qui) che rischia di far saltare tutto. Già, perché il porto di Corigliano-Rossano ad oggi non sottostà alcuna regola urbanistica; dal momento che il suo Piano regolatore è vecchio di 53 anni, non è mai stato aggiornato e non rientra nei canoni della legge sull’ordinamento delle attività portuali, la 84 del 1994, e tra l’altro sia il vecchio Piano regolatore generale del comune di Corigliano che il nuovo Piano strutturale associato della Sibaritide prevedono, sulla zona del Porto, una “area bianca” che si sarebbe dovuta gestire proprio con il Piano regolatore portuale. Insomma, un circolo vizioso che va avanti da mezzo secolo e che sia gli uffici comunali che la politica locale non ha mai saputo interrompere. Tant’è che oggi, proprio Stasi torna a chiedere all’Autorità portuale il varo del nuovo PRP, ritenendola una questione dirimente e assolutamente «improcrastinabile». Anche perché, al netto dell’investimento di Nuovo Pignone BH, all’interno del porto di Corigliano-Rossano, stando così le cose, tutto quello che si fa (e che, dunque, si è già realizzato nel corso di questi anni) – secondo il punto di vita tracciato dal Comune – rischia di essere assolutamente abusivo.
«L'Amministrazione Comunale – scrive Flavio Stasi - ha fin dall'inizio espresso interesse per la proposta (quella di Nuovo Pignone BH, ndr), senza preclusioni, esprimendo però nei confronti della Autorità di Sistema Portuale l'inderogabile esigenza di attivare, in tale occasione, finalmente una pianificazione generale sul Porto, un piano di rilancio complessivo ed una svolta concreta rispetto agli investimenti programmati da tempo, con particolare riferimento alla banchina crocieristica, agli interventi in favore della marineria, alla nautica di diporto».
Stasi, quindi, spiega il perché del dissenso all’esito della Conferenza dei Servizi. In occasione dell'incontro proposto dall'Autorità di Sistema proprio per la presentazione del progetto, in data 19 gennaio, il primo cittadino aveva precisato pubblicamente come la tematica sia oggetto di due percorsi distinti: uno di carattere strategico, che attiene quindi alle interlocuzioni tra Comune, Autorità di Sistema, Regione e proponente; l'altro di carattere tecnico.
«Sul piano strategico – sottolinea Stasi - l'impegno assunto dal Presidente della Regione, nel corso di una riunione apposita alla presenza dei sindacati confederali, di convocare un tavolo specifico per discutere e sbloccare gli investimenti nel nostro Porto e realizzare le opere necessarie ed attese, è stato certamente importante e soddisfacente. Sul piano della pianificazione e del rilancio complessivo e sostenibile del Porto – aggiunge - il Comune ha raccolto da parte della Autorità di Sistema una disponibilità preliminare a sottoscrivere un protocollo di intesa o Accordo di Programma finalizzato a salvaguardare le vocazioni principali della infrastruttura».
L'idea dell'Amministrazione, come abbiamo scritto più volte in queste settimane, è di definire tutte le altre banchine con l'esclusivo utilizzo della marineria ed a fini turistici, con servizi integrati. «Questo passaggio – scrive ancora il sindaco -è funzionale ad una idea di Porto che il Comune proporrà alla Autorità di Sistema in fase di redazione del nuovo Piano Regolatore Portuale, che prevede una zona dedicata esclusivamente alla marineria (nella darsena interna), una zona dedicata a crocieristica ed imbarcazioni turistiche (darsena esterna) ed una nuova zona dedicata al diporto. Questo percorso di condivisione proseguirà, anche sulla base delle determinazioni che intenderà assumere la Autorità di Sistema in relazione all'investimento di Nuovo Pignone».
Ora, se per le questioni amministrative (e politiche) una quadra sembra essere stata trovata, sul “profilo tecnico” ci sarebbero dei problemi. «La giurisprudenza consolidata – si legge nella nota del sindaco - certifica che un Piano Regolatore Portuale approvato prima dell'entrata in vigore della Legge 84/94, non ha effetti di conformazione del territorio e non può essere considerato ai fini della conformità urbanistica, come sancito con chiarezza dal Consiglio di Stato, sez. VI, del 28 dicembre 2020, n. 8356. Il Piano Regolatore Portuale, nel nostro caso, è uno strumento del 1971, che verosimilmente rappresenta una variante dei lavori di realizzazione del Porto stesso, per altro non totalmente attuata in quanto prevede tre darsene e non due».
A partire dalla entrata in vigore della Legge 84 del 1994, le Autorità portuali, oggi autorità di sistema, avevano l'obbligo di redigere il Piano Regolatore Portuale, contemperando gli interessi territoriali e gli interessi strategici di carattere nazionale. «Nonostante siano passati 30 anni, l'Autorità Portuale – precisa - non ha ancora inteso dotare il nostro porto di un Piano Regolatore, quindi di una pianificazione urbanistica che ne indirizzi lo sviluppo».
«A prescindere dall'investimento oggetto della procedura in essere – conclude infine Stasi - resta grave e profondamente penalizzante per la città e l'intero territorio l'assenza di un Piano Regolatore Portuale che, non solo fornisca degli elementi tecnico-amministrativo trasparenti ed oggettivi, ma che definisca finalmente l'indirizzo di sviluppo del nostro Porto: una esigenza che l'Amministrazione Comunale ritiene improcrastinabile».