Startup in Calabria, è il momento dei city quitters che già popolano l'entroterra cosentino
Una nuova forma d'impresa nata dall'avversione della vita in città e che ha portato professionisti "urbani" a vivere nei territori montani. Il riuscitissimo esperimento della Rivoluzione delle Seppie attira investimenti
CORIGLIANO-ROSSANO - Una tendenza che è stata messa in luce dalla crisi sanitaria e dai mesi di lockdown, ma che in realtà è già in atto da alcuni anni, quella dei "city quitters" ovvero, coloro che scappano dalla città ormai diventata claustrofobica, stressante, affollata, inquinata, iper-sorvegliata, non autosufficiente e pure dispendiosa, giusto per non farci mancare nulla.
Ma non basta trasformare la “casa delle vacanza” in prima residenza, perché la residenza, bisogna proprio cambiarla, scegliendo di vivere principalmente nella dimora rurale o montana, con una connessione internet super veloce e infine, è necessaria la vicinanza ad un grande aeroporto e città che devono rigorosamente trovarsi ad almeno un’ora di distanza in macchina.
Sembra naturale che una delle regioni più interessanti per capovolgere lo stile di vita altamente urbano è la Calabria con Lombardia e Alto Adige, dove i territori montani puntano alle start up per attrarre i chi la città non la sopporta affatto. Chiaramente la trasformazione dei rivoluzionari urbani riguarda anche il nuovo ambiente in cui andranno a vivere, sotto ogni punto di vista, da quello culturale a quello degli spazi abitativi.
Un fortunato esempio di questo esperimento è dato dalla Rivoluzione delle seppie di Belmonte, un piccolo centro ai bordi dell’entroterra cosentino che sta facendo parlare molto di sé nel nord Italia e che sta portando l’area rurale cosentina alla ribalta dell’interesse anche internazionale.
Un modo di superare le difficoltà quello utilizzato dai city quitters che oggettivamente grava su chi in montagna o in zone isolate e impervie, non ha mai vissuto. Una sfida che molti abitanti di grandi città hanno comunque superato grazie alla tecnologia che le distanze, le accorcia.
«La nostra priorità metodologica è stata quella di sviluppare strategie urbane che rafforzino l’identità della Calabria, in particolare Belmonte Calabro, attraverso la creazione di eventi e workshop di auto-costruzione, ad esempio proponendo la riattivazione di spazi pubblici ed edifici, coinvolgendo attori chiave tra cui migranti, gente del luogo e studenti nazionali ed internazionali», affermano dall’associazione Le Seppie, formata da un gruppo attivo di giovani professionisti internazionali che opera in Calabria e interessato ad esplorare i confini della pratica e dell’educazione che opera insieme ad Orizzontale un collettivo di architetti con base a Roma, il cui lavoro attraversa architettura, paesaggio, arte pubblica e autocostruzione. I cui progetti sono stati terreno di sperimentazione per nuove forme di interazione tra gli abitanti e i beni comuni urbani e al tempo stesso occasione per mettere alla prova i limiti del processo di creazione architettonica.
Per cui la nuova ingegnosa tendenza del city quitters sta diventando una nuova forma di investimento, che sta conquistando i nostri territori che potrebbe dare slancio al ripopolamento delle zone montane. Per cui le start up, vale a dire la fase iniziale di avvio delle attività di una nuova impresa, trovano ampio spazio d’interesse da parte di investitori, pubblici e non.