Trenta giorni per riaprire l’ospedale di Trebisacce. Mundo: «Noi ci siamo e siamo pronti a tutto»
Il sindaco della cittadina dell’alto Jonio stamani, insieme ai colleghi dei diciassette comuni del comprensorio, ha illustrato le ultime direttive del Consiglio di Stato: «Il “Chidichimo” deve ritornare operativo»
TREBISACCE – Trenta giorni per riaprire l’ospedale “Chidichimo” di Trebiacce. Questo il termine perentorio che il Consiglio di Stato, con l’ennesima pronuncia del 15 febbraio scorso, ha dato al Commissario ad acta per la riapertura del presidio, il funzionario del Ministero della Salute Andrea Urbani, e al Commissario straordinario della Sanità in Calabria, Guido Longo.
Una sentenza, quella del Consiglio di Stato, che è stata snocciolata e commentata stamani nel corso di una conferenza stampa, convocata dal sindaco di Trebisacce, Franco Mundo e alla quale hanno preso parte anche sindaci e amministratori dei 17 comuni afferenti al distretto socio-sanitario di Trebisacce.
«Ormai siamo alla resa dei conti – ha detto Mundo ricordando le tappe della lunga battaglia per la rivendicazione del diritto alla salute avviata nel 2010 dal territorio – non ci sono più scuse: l’ospedale “Chidichimo” deve riaprire e deve farlo in tempi celeri, stabiliti dai giudici».
Il countdown è già iniziato lunedì scorso. Nei prossimi giorni per sentenza passata in giudicato il commissario Urbani dovrà reperire personale, strutture e allestire i reparti per far sì che il nosocomio rientri a far parte della rete ospedaliera regionale. «La cosa più importante – ha precisato Mundo - è che questo provvedimento non lascia dubbi interpretativi. In quanto ribadisce i pieni poteri del commissario ad acta. Lo stesso che, addirittura può attingere ai bilanci di Azienda sanitaria, Regione e persino dello Stato per consentire la riapertura dell’ospedale. È scritto a chiari lettere – scandisce il sindaco di Trebisacce - il monito perentorio all’avvio della procedura, prevedendo il termine preciso di trenta giorni per relazionare al Consiglio di Stato di tutti gli atti adottati e di quanto è stato fatto».
Insomma, la riattivazione del “Chidichimo” (soppresso nel 2010, ricordiamo, a seguito dell’entrata in vigore del Piano di rientro dal debito sanitario) sembrerebbe ormai cosa fatta. Tra l’altro c’è anche il piano operativo da seguire, dettato dal decreto 64 varato dall’allora commissario straordinario regionale Massimo Scura, che prevede l’attivazione di un’area Medica, di un laboratorio cardiologico, del Pronto soccorso e delle sale operatorie.
Mundo, che nei giorni scorsi ha incontrato anche il neo-commissario dell’Asp di Cosenza Vincenzo La Regina che ha ribadito il suo impegno concreto alla riapertura del presidio, durante l’incontro di stamani ha tracciato anche la strada da seguire per consentire una veloce operatività del presidio. «Innanzitutto – ha detto – va presentata una relazione per il ripristino delle sale operatorie, va subito rivista la pianta organica per avviare la divisione di medicina e potenziare il Pronto soccorso (decurtato nelle ultime settimane di molte figure mediche servite a rimpiazzare colleghi impegnati nel reparto covid di Rossano) ed il laboratorio di Cardiologia. Poi – ha aggiunto – c’è da integrare il personale di Chirurgia mettendolo nelle condizione di operare. In un primo momento – ha chiosato Mundo – si potrebbe dotare la saletta operatoria dell’ultimo piano di tutte le strumentazioni necessarie».
Insomma, morale alle stelle per una battaglia che sembrerebbe vinta e che - questo punto – non dovrebbe riservare altre sorprese. «Questo - ha concluso Mundo – è il momento della speranza!»