di FRANCO MAURELLA Se per legge è montagna tutto ciò che gravita sopra i 600 metri d’altitudine, allora l’Alto Jonio è per buona parte montagna. Anche qui, né strade, né investimenti turistici, pubblici e privati, sono riusciti in questi decenni a far invertire rotta al territorio e far diventare il mare – risorsa stagionale – valore aggiunto di un’offerta unica, esclusiva e soprattutto destagionalizzata. Dei sedici comuni che appartengono all’Alto Jonio cosentino, solo sei sono quelli costieri (Rocca Imperiale, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Amendolara, Trebisacce e Villapiana) con Montegiordano che può essere considerato anche d’alta collina poiché il centro storico è ubicato a 619 metri d’altitudine. Tre sono i comuni collinari: Canna (417 m s.l.m), Francavilla Marittima (273), Oriolo (450), mentre i restanti sette possono essere tranquillamente definiti di montagna, le cui altitudini sul livello del mare variano dai 1.000 metri di Alessandria del Carretto, ai 930 di Plataci, agli 850 di Nocara, agli 830 di San Lorenzo Bellizzi, agli 819 di Castroregio, gli 810 di Albidona ed i 650 di Cerchiara di Calabria.
Ecco perché l’Alto Jonio ha un territorio prevalentemente montano che rientra nel versante orientale del Parco Nazionale del Pollino (comprende i comuni di San Lorenzo Bellizzi, Cerchiara di Calabria, Francavilla Marittima, Plataci e Alessandria del Carretto). La montagna, dunque, la fa da padrona ed è particolarmente apprezzata nei comuni che appartengono al Parco del Pollino. Fatta eccezione per Castroregio e la frazione Farneta che hanno nel bosco della “Foresta di Castroregio” un’area di eccellenza boschiva, peraltro attrezzata per pic-nic in sicurezza e che diventa particolarmente frequentata durante la stagione estiva, gli altri comuni montani legano le speranze di crescita socio-economica ai progetti del Parco che, ad oggi, non hanno dato i frutti sperati. Come accade altrove, anche da queste parti non si registrano investimenti utili ad intercettare flussi turistici montani. In una analisi del rapporto dei comuni con la loro montagna, vale la pena ricordare il protocollo d’intesa proposto da Antonio Cersosimo, sindaco di San Lorenzo Bellizzi (comune capofila).
Il documento impegna il suo comune, il Parco del Pollino e i comuni di Cerchiara di Calabria, Francavilla Marittima e Civita, a predisporre gli atti per inserire nel MaB/Unesco (Uomo e Biosfera), le “Gole e le Timpe del Raganello”. San Lorenzo ha anche una pregevole area boschiva che il comune avrebbe voluto offrire per il taglio degli alberi e lo sfruttamento del legname ad una ditta specializzata per capitalizzare gli utili da investire nel paese. La montagna è sicuramente un’opportunità per Alessandria del Carretto che ha nei boschi sopra il paese il punto di forza così come nella tradizionale Festa dell’Abete, approdata a Parigi nell’elenco dei beni immateriali che potrebbero entrare a far parte del patrimonio Unesco. Può essere considerata un’altra attrazione alessandrina il Museo del Lupo, oggi ancora in via di completamento ed all’orto botanico non ancora visitabile. Fra le strutture ricettive, un ostello della gioventù non basta ad accogliere i 10 mila turisti che d’estate partecipano al festival “Radicazioni”, una tre giorni in cui musica e teatro, cultura ed enogastronomia attraggono turisti a frotte. Plataci, ancora, ha la “Montagnola”, un parco montano attrezzato, posto ad oltre 1000 metri e particolarmente frequentato d’estate mentre Cerchiara può contare sui boschi e, soprattutto, sull’interessante Santuario di Santa Maria delle Armi, posto ai piedi del Monte Sellaro. Cosa accomuna, infine, i quattro comuni montani per eccellenza? Sicuramente una viabilità provinciale che non incoraggia escursioni.
In definitiva, senza alcun programma di sviluppo, il peggiore degli avversari per i comuni montani dell’Alto Jonio è rappresentato dallo spopolamento.