di MATTEO LAURIA La politica si divide, preferisce lo scontro all’unità. E qui non si tratta di visioni progettuali o programmatiche frutto di una diversa ideologia, si tratta invece di affrontare nell’immediato la problematica emergenziale su come rimettere in sesto strade, alvei, argini, torrenti, fiumare, canali di scolo, reti fognarie, ecc.ecc. Tutto questo al fine di tutelare l’incolumità delle persone. Sono questioni che, al di là delle responsabilità che pur ci sono, richiedono poste di finanziamento significative. Occorre quindi, ognuno per la propria parte, incalzare sul Governo perché quei 3.9 milioni di euro da ripartire tra i comuni alluvionati, siano da considerare solo una tranche. Punto questo, non ancora chiarito. L’unità d’intenti è la via maestra. Appaiono fuorvianti al momento le contrapposizioni politiche sulla “trasparenza” circa i lavori di somma urgenza o sullo scarica barile storico. Oggi è importante invece, insieme, tenere alta l’attenzione sulle gravi urgenze che continuano a esserci. L’
area urbana Corigliano- Rossano – Crosia è ancora in emergenza. Dallo stato di pericolo non si è assolutamente usciti, sebbene di sforzi ne siano stati fatti tanti. Le zone maggiormente interessate dalla valanga di fango (Lido Sant’Angelo- contrada Momena- Matassa) sono state liberate grazie all’incisiva azione della protezione civile, degli enti comunali e sovracomunali, del volontariato, del mondo associazionistico. È stato, tuttavia, un intervenuto di pulizia tampone, che non ha però, né poteva, risolvere il problema alla fonte. E’ come curare gli effetti, non le cause. È su questo che è necessario battersi, evitando conflitti inutili, frutto di aspirazioni politiche in vista delle
elezioni del 2016. E’ in quella sede che si potrà aprire lo scenario delle responsabilità politiche, non certo ora. Tra l’altro sul punto c’è un’inchiesta della magistratura la cui attività è verificare lo stato dei luoghi e accertare l’esistenza di eventuali reati penali e in capo a chi. E che l’area urbana Corigliano-Rossano-Crosia sia ancora in panne lo dimostra l’ultima ondata di maltempo di domenica scorsa. L’acqua piovana ha prodotto l’effetto di isolare 15 famiglie nelle zone collinari del Colognati. Piccole frane hanno ostruito il transito in strade comunali e provinciali. Così come nel centro storico si è aperta una voragine nella zona di San Bartolomeo. Stessi disagi in Via Acqua di Vale II (zona Traforo) dove sono dovuti intervenire i vigili del fuoco per soccorrere una famiglia in difficoltà. L’obiettivo è fare leva sul Governo per chiarire le poste di finanziamento destinate allo ionio cosentino e per accelerare le procedure non solo per la messa in sicurezza del territorio ma anche per il richiesto risarcimento dei danni subiti dai privati, sui quali è calato un fitto e assordante silenzio. In molti hanno subito danni ingenti, avanzando richiesta presso la sede comunale con tanto di perizia. Ad oggi queste istanze sono conservate nei cassetti, in attesa degli esiti. Alla politica il compito di esercitare pressioni sulla burocrazia perché le procedure possano essere snellite e smaltite in tempi ragionevoli. Ci sono famiglie sul lastrico, in attesa di aiuti a cui bisogna dare risposte concrete. Sin qui i privati. Poi le emergenze che riguardano il pubblico, in particolare l’assetto viario ritenuto ad alto rischio. Come la zona di Celadi nel tratto che interessa il percorso per raggiungere il Liceo Classico, ragion per cui il sindaco di Rossano
Giuseppe Antoniotti decideva di posticipare al 21 settembre il giorno di inizio delle scuole. L’alluvione ha dimostrato come il territorio sia eccessivamente vulnerabile. Per fronteggiare una situazione così complessa l’unica strada da evitare è lo scontro interno. Oggi puntarsi il dito gli uni contro gli altri non serve a nulla. Occorre, invece, una piattaforma programmatica affiancata da una cabina di ascolto che dia vita a una stagione diversa di confronto e di dialogo, almeno sui grandi temi, come avviene d’altronde in città più importanti, per non andare molto lontani, nel capoluogo di provincia dove leader, partiti e movimenti, di diversa estrazione politica, si ritrovano quando si tratta di tutelare gli interessi della città.