di MARTINA FORCINITI e SAMANTHA TARANTINO Nessuna mappatura delle corse e dei collegamenti, poca informazione. I comuni, di trasporto pubblico locale, non ne sanno pressoché nulla. Perché una volta che la Regione ha affidato il servizio ad autolinee private, è un problema in meno. Ed invece,
proprio la mobilità, la libera circolazione delle persone, dovrebbe essere un punto fermo su cui basare la fusione dei comuni di Corigliano e Rossano. Ma senza assessorati ai Trasporti, come si può programmare tutta una serie di collegamenti utili ai cittadini? Tra tutti gli argomenti che si stanno trattando nel carniere del comune unico, il trasporto pubblico locale sembra essere quello più trascurato. Eppure è fondamentale. In questa nostra inchiesta sui trasporti, abbiamo interpellato le due amministrazioni e nessuna delle due è sembrata informatissima. Mappe, costi, collegamenti: solo idee vaghe a dimostrazione che l’argomento non entra nelle stanze dei bottoni e non è priorità nella gestione della cosa pubblica. Se a tutto ciò aggiungiamo le carenti informazioni alle fermate, l’assoluta mancanza di puntualità dei mezzi, l’impossibilità di capire come muoversi, la frittata è fatta. Facile la deduzione, dunque, per cui gli autobus siano sempre vuoti. Ma
se il servizio fosse migliore, di certo la domanda sarebbe ben più congrua rispetto ad un’offerta rimasta agli anni ’80 e non ad una mentalità, a proposito di trasporto pubblico locale, che sta mutando con il passare delle generazioni. Il mistero, insomma, si infittisce. Investimenti milionari e nessun coinvolgimento dei comuni da parte della Regione.
di LUCA LATELLA Assessorato ai Trasporti, questo sconosciuto. Il diritto alla mobilità ed alla circolazione in Italia è sancito non da una legge qualsiasi, ma dall’articolo 16 della Costituzione (in Europa dalla Carta dei Diritti dell’Unione Europea). Il trasporto, la libera circolazione devono essere, dunque, garantiti dallo Stato in primis ed ovviamente dalle sue appendici periferiche come gli enti locali e quindi anche dai comuni. Eppure da queste parti nessuno sembra essersene accorto. A memoria d’uomo non rammentavamo un assessore al ramo nei quattro comuni più importanti della Sibaritide, Corigliano, Rossano, Cariati e Trebisacce. Per averne certezza matematica abbiamo consultato i siti internet delle quattro amministrazioni:
nessuno dei sindaci ha pensato di affidare ad un rappresentante della propria giunta la delega ai Trasporti. Come se non sapessimo, insomma, che – per il principio di sussidiarietà verticale – le questioni fondamentali del territorio devono essere, prioritariamente, affrontate dall’autorità più vicina al territorio, quindi un sindaco. Quel primo cittadino che dovrebbe dotarsi di una collaborazione così preziosa. Semplicemente perché questo territorio, col passare degli anni, è stato man mano depauperato di tutta una serie di servizi, a tal punto da mettere in discussione proprio quel diritto alla mobilità. Trenitalia se ne infischia ed anzi rincara sempre più la dose tagliando corse, tratte, chiudendo stazioni e facendo scomparire la costa jonica calabrese dall’Italia. Il servizio pubblico locale è sottovalutato perché spesso si pensa che il cittadino preferisca muoversi con mezzi privati. Già. Ma se non fosse così? Se il servizio offerto fosse ottimale, puntuale, variegato, siamo poi così sicuri che i mezzi pubblici non sarebbero utilizzati? La domanda la rilanciamo ai sindaci, alle amministrazioni.
Prendiamo l’esempio di Corigliano, città che più di tutti avrebbe bisogno di un Assessorato ai Trasporti, non fosse altro che per la presenza di un porto importante e, se ben sfruttato, strategico. Ed invece nulla. Spesso è il sindaco a farsi carico di tematiche (e problematiche) così delicate. A Rossano intere contrade sono fuori corsa e quelle esistenti (ad esempio verso e da Lido Sant’Angelo) sono parametrate a bacini d’utenza di 40 anni fa, quando non c’era l’ombra di un turista. Insomma, siamo sempre pronti a riempirci la bocca di belle parole, a lagnarci di come questa terra sia rimasta isolata, bistrattata, tagliata fuori dalle grandi vie di comunicazione, quando invece avremmo bisogno di una figura di riferimento. Di delegati al ramo che facciano rete fra loro per risolvere i problemi. Bando alle ciance, dunque. Anche perché il buco nero dei trasporti, che inghiotte milioni e milioni di euro forniti dai contribuenti, permane.