Cassano Jonio si lega a Procida: Papasso chiede un patto d'amicizia al collega Ambrosino
Il sindaco sibarita scrive al pari ruolo isolano: «Due città accomunate da una grande storia e da un patrimonio culturale che merita di essere custodito e valorizzato»
CASSANO JONIO - Il sindaco Giovanni Papasso ha scritto al collega di Procida Raimondo Ambrosino per proporre formalmente la sottoscrizione di un Patto di Amicizia che possa legare e unire le due città.
Una richiesta che arriva a pochi giorni dalla presentazione del libro scritto dal cassanese Salvatore Cataldi e dal titolo "Gli strappatori di Emar. Le meraviglie della preistoria" presentato proprio a Procida e alla quale ha partecipato una nutrita spedizione di cittadini e amministratori comunali.
L'evento, svoltosi nell'aula consiliare del comune di Procida e organizzato in collaborazione con associazioni culturali e il patrocinio delle Amministrazioni comunali coinvolte nell'opera quali tribù protostoriche dell'età del rame e del bronzo (Cassano all'Ionio, San Lorenzo Bellizzi, Cerchiara di Calabria, Orsomarso, Papasidero, Sant'Agata d'Esaro, Scalea e Terranova di Pollino), ha rappresentato un bel momento culturale e di significativa sinergia istituzionale. Un punto da cui partire per instaurare, sviluppare e consolidare rapporti di amicizia, solidarietà, scambio culturale e conoscenza tra le nostre comunità.
«Due città – ha sottolineato il sindaco Papasso che già nel suo intervento a Procida aveva anticipato la volontà di proporre il patto di amicizia al collega Ambrosino – accomunate da una grande storia e da un patrimonio culturale che merita di essere custodito e valorizzato». Il Patto rappresenta uno strumento proficuo di cooperazione che favorisce una più efficace forma di promozione delle nostre ricchezze per esaltarne la valenza. «Con l'auspicio – chiude la missiva del primo cittadino cassanese – che questa mia idea possa incontrare la tua disponibilità, in attesa di riscontro, con stima e riconoscenza ti ringrazio ancora per la presentazione del libro e porgo i miei più cordiali e affettuosi saluti».