Cumulabilità credito di imposta e Psr, Coldiretti continua la sua battaglia
La Commissione UE mette in dubbio la cumulabilità, ma MISE e Coldiretti non sono d'accordo
CATANZARO - Come si ricorderà, puntuale e tempestiva era arrivata la risposta interpretativa del Dipartimento Regionale Agricoltura al quesito sottoposto dalla Coldiretti Calabria che chiedeva il parere sulla possibilità di cumulare il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali con le misure del PSR Calabria 2014-2021, le cosiddette misure strutturali.
«In sostanza – dichiara Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria – la risposta del Dipartimento Agricoltura in una nota di chiarimento del Direttore Generale Giacomo Giovinazzo era stata positiva non sussistendo, da parte dell’Autorità di Gestione del PSR, motivi ostativi al cumulo».
«In questi giorni, un parere dei servizi interni della Commissione dell’Unione Europea ha messo in dubbio l’uso congiunto, ma – informa il Presidente di Coldiretti Calabria –il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) non è d’accordo con questa impostazione e, anche su pressante sollecitazione di Coldiretti, conferma la cumulabilità e la bontà di quanto fatto finora in Italia e, nel nostro caso, dalla Calabria».
«Non possiamo rinunciare alla cumulabilità del credito d’imposta con il PSR - continua Aceto – perché è un notevole beneficio per le aziende agricole che hanno presentato, o presenteranno, domande di sostegno per gli investimenti in beni strumentali nuovi, a valere sul piano nazionale Industria 4.0, che aveva trasformato gli istituti del super e dell’iperammortamento in un credito d’imposta che gli imprenditori possono utilizzare, in relazione all’acquisto di beni strumentali nuovi, anche per investimenti in attività innovative».
«Ben sappiamo - chiosa - quanto c’è invece bisogno nella nostra regione di orientare gli aiuti verso la promozione delle attività innovative! Non siamo assolutamente d’accordo con il parere dei servizi dell’UE e continueremo il nostro pressing sapendo di poter contare anche sulla determinata volontà, peraltro espressa e confermata, del Dipartimento regionale Agricoltura».
«Le imprese agricole – conclude Aceto – vogliono sempre di più e meglio caratterizzarsi, avendone le capacità per un alto grado di innovazione».