Tribunale, Comitato Magna Graecia: «Niente operazione verità. Nessuno mai renderà giustizia»
Dal botta e risposta tra la parlamentare Elisa Scutellà e il Ministro Bonafede nessun accenno alla questione morale e alle "carte false" pur di chiudere l'ex presidio di Rossano
CORIGLIANO-ROSSANO - Disattese le aspettative riposte in un'interrogazione parlamentare presentata dalla deputata Elisa Scutellà sulla vicenda relativa all'ex presidio di giustizia della Sibaritide di ogni riferimento all'annosa questione morale che si cela dietro quella oscura ed indegna soppressione. Come ricorda il comitato Magna Graecia in una nota stampa, il Ministro risponde limitandosi a fare una mera analisi del contesto dalla quale si palesano inesattezze di carattere geopolitico circa la contiguità territoriale dei due ex fori.
«Non si parla di un tribunale, quello di Castrovillari, pensato e costruito per 120mila abitanti e non già per 250mila; si tace sulle contraddizioni di una storia che grida vendetta, dove da un lato si ritiene capiente l'attuale presidio di Castrovillari, dall'altro si ipotizza il riutilizzo del vecchio tribunale del Pollino per mancanza di spazi. Questo dato, tra l'altro, confermato da un recente incarico che il presidente dell'Ordine degli avvocati diede a un professionista per ricavare nuovi spazi».
Il Comitato continua: «Non si evidenziano le carenze strutturali ai limiti della agibilità e le infiltrazioni di acqua piovana che costantemente si ripetono. Non si comprende come mai le aree dell'alto jonio (Trebisacce e dintorni) le si facciano volutamente ricadere su Castrovillari nella consapevolezza che le distanze tra l'Alto Jonio e Corigliano-Rossano siano più agevoli e ridotte. Trucchi, estesi anche nella sanità, messi in atto dalle solite manine centraliste, per indebolire quella che è oggi la prima città della provincia di Cosenza.
Ma non finisce qui: «Nessuno ha mai aperto un'attività ispettiva parlamentare circa il perché non si sia tenuto conto di dati inconfutabili, anziché soffermarsi sulla criminalità la cui competenza, tra l'altro, non ricade sulle procure ordinarie. Sulla qualità della giustizia nell'ex tribunale di Rossano (non che gli altri siano messi meglio) e sui carichi di lavoro, come mai non si va a ritroso nel tempo al fine di sondare le ragioni per cui il Csm inviava magistrati o discussi (non tutti) o con la fregola di doversene tornare nelle proprie terre di origine? Una sommatoria di eventi che ci inducono a pensare che quella chiusura sia solo il frutto di una porcata di Stato, di cui nessuno risponde e che alla fine siano state altre le logiche dominanti, verso cui l'intera partitocrazia ha chiuso gli occhi».
Il Comitato se la prende con l'assenza sul tema della cospicua rappresentanza parlamentare (ben cinque) «un numero mai avuto nella storia repubblicana, la dice lunga sulle ragioni sottese a quella chiusura. Chissà quali poteri si solleverebbero? Un governo che si rimangia quanto scritto nel vecchio contratto giallo verde, al punto 12, dove si prevedeva la revisione della geografia giudiziaria, che non significa istituire nuovamente tutti i tribunali soppressi, ma rivedere gli scriteriati perimetri dei fori».