di ROSSELLA MOLINARI Entro il prossimo mese di marzo, il consiglio comunale di Corigliano potrebbe essere chiamato a pronunciarsi sulla vicenda relativa alla Meris, la società partecipata, attualmente in fase di liquidazione, che gestisce il mercato ittico di Schiavonea (nella foto in basso). Sarà l’assise civica a prendere atto dello stato di salute della partecipata, sulla base dei report periodicamente forniti dal commissario liquidatore che, tra l’altro, fanno registrare degli incoraggianti segnali di miglioramento. Certo, non si è ancora giunti al pareggio di bilancio, ma rispetto a qualche anno fa la direzione è quella di risanare i conti. E su questo fronte si può tranquillamente affermare che in questi quattro anni la gestione del liquidatore si è dimostrata sostanzialmente più fruttuosa rispetto a quella di tutti i presidenti che hanno guidato negli anni la Meris. La società mista pubblico-privata in forma srl, nata nel 1998 con il precipuo compito di gestire la struttura del mercato ittico di Schiavonea (i cui locali vennero consegnati nel 2000), da tempo mostrava segni di sofferenza finanziaria, con perdite annue cospicue che andavano a ricadere per la maggior parte sulle casse comunali. Una situazione grave per il Comune di Corigliano che, detenendo il 97,50% del capitale sociale, doveva coprire le continue perdite d’esercizio. Non è stato possibile raggiungere un equilibrio economico poiché i servizi non erano coperti dalle entrate, rappresentate principalmente dalle percentuali dell’aggio, ovvero dalle percentuali di provvigione da calcolare sul valore annuale medio del pescato, ripartite tra la Meris, l’istituto di credito e gli astatori. Da qui, nel 2012, durante la fase di commissariamento straordinario del Comune di Corigliano, la decisione di avviare per la Meris la fase di liquidazione. Il tutto anche sulla base di una perdita maturata, per l’anno 2010, pari a 149.891,72 euro, di cui euro 146.144,43 (97,50%) gravanti sul Comune. La gestione ordinaria della società mista ha prodotto questi risultati, nonostante le buone intenzioni e i propositi dei vari presidenti che negli anni si sono succeduti alla guida. Nessuno è riuscito a risanare i conti e a far quadrare il bilancio. Oggi ci sta riuscendo il commissario liquidatore, che sta operando su due direttrici: incremento del fatturato e razionalizzazione dei costi. E i report periodici testimoniano il buon lavoro svolto che, nonostante sia ancora lontano da un pareggio di bilancio, fa comunque registrare un trend positivo. Spetta ora al consiglio comunale decidere come procedere per il futuro, tenendo presente che di fronte a una situazione economica più rosea si potrebbe anche revocare la fase di liquidazione e avviare le procedure per l’affidamento della gestione. Staremo a vedere se anche questa amministrazione effettuerà delle scelte politiche in merito alla Meris, alla cui guida si sono avvicendati soggetti nominati direttamente dalle Amministrazioni passate attraverso il consiglio comunale espressosi spesso a botta di maggioranza. Una strada, questa, che finora non ha portato a grossi risultati. Una scelta politica, tuttavia, prima o poi il Consiglio comunale sarà chiamato a farla sul futuro dello stesso mercato ittico giungendo ‒ questo è l’auspicio ‒ a un vero e proprio piano di rilancio in grado di sfruttare e valorizzare al meglio questa imponente realtà nel territorio sede della più grande marineria del Meridione. Su questo fronte non manca chi ha sempre sostenuto che non vi siano mai stati i requisiti per definirlo “mercato ittico” (assenza della commissione di mercato, no formazione del prezzo etc.) mentre di fronte alla Commissione straordinaria del Comune di Corigliano, nel 2012 erano state avanzate due proposte: quella dell’allora presidente della Meris e quella di Lega Pesca. Rispettivamente, in sintesi: la gestione diretta da parte dell’Ente Locale con la predisposizione di apposita regolamentazione; la gestione privata con la individuazione di un soggetto giuridico totalmente privato. Lega Pesca, nello specifico, proponeva l’idea di una struttura mercatale all’ingrosso e al consumo a posteggio, mentre il Comune avrebbe dovuto guidare l’intero processo in attesa della privatizzazione attraverso la costituzione di una Op (Organizzazione di Produttori) con il coinvolgimento di tutti gli operatori introducendo l’unica forma giuridica riconosciuta in ambito comunitario.