Sono tutti d'accordo ma nessuno lo fa. Sulla carta ci sarebbero pure i soldi (più di 10 milioni di euro) eppure rimane tutto, inspiegabilmente fermo.
Stiamo parlando del progetto per la realizzazione di un nuovo terminal crociere all'interno della darsena del Porto di Schiavonea, a Corigliano-Rossano. Un'idea nata qualche anno fa per
dare respiro all'economia turistica della Piana di Sibari e, in prospettiva, anche a quella che da lì a poco sarebbe stata la terza città della Calabria. Furono
individuati e destinati i finanziamenti che, poi, per le solite lungaggini burocratiche sono stati relegati nel fatidico cassetto del dimenticatoio. Anzi, qualche malpensante dice addirittura che quei soldi, alla fine, siano stati destinati per finanziare qualche altro progetto in altri porti della regione. Sta di fatto, però, che negli ultimi tempi,
l'Amministrazione comunale, con la complicità anche della deputazione parlamentare pentastellata del territorio, hanno ripreso "il toro per le corna" con l'interno di rimettere tutto sul tavolo e accelerare l'iter realizzativo di questa importante e strategica infrastruttura. Ci sono stati due incontro, il 4 settembre e l'11 novembre scorso, proprio all'interno dei locali dell'autorità portuale di Corigliano-Rossano,
promossi dall'Esecutivo Stasi e dall'assessore alle Infrastrutture della Regione Calabria, Domenica Catalfamo. Dall'ultimo incontro, al quale hanno partecipato anche il deputato
Francesco Forciniti e la senatrice
Silvana Abate, è emerso che «
non esistono motivi ostativi a poter effettuare varianti al Piano Regolatore dei porti ricadenti sotto la competenza della Autorità Portuale di Gioia Tauro». E, dunque, anche ad inserire all'interno del piano urbanistico anche la realizzazione della banchina crocieristica. Insomma,
un'autostrada aperta nella burocrazia verso al definitiva progettazione dell'infrastruttura, se non fosse che a quell'ultimo incontro dell'11 novembre
c'erano tutti tranne che il soggetto interessato: l'autorità portuale di Gioia Tauro. Un'assenza pesante, seppur giustificata, che
non è sfuggita al sindaco di Corigliano-Rossano, Flavio Stasi, tantomeno al suo vicesindaco con delega al Porto, Claudio Malavolta. Che, all'indomani, della riunione
hanno scritto alla stessa Autorità Portuale e al Ministero delle Infrastrutture, evidenziando come «... anche per l’Autorità di Gioia Tauro - si legge nel corpo della missiva - vale l’articolo 33 del decreto Milleproroghe che prevede, esplicitamente, che le stesse Autorità di Sistema Portuale come anche quella di Gioia Tauro, appunto, possano realizzare nuovi interventi approvandoli con variante ai piani regolatori vigenti, per ciascuno dei singoli porti aderenti, a condizione che le stesse vengano adottate entro il 31.12.2022». Che, altrimenti detto, significa:
"meniamo le mani perché altrimenti perdiamo anche questo treno". Ecco perché «alla luce di questi autorevoli chiarimenti - si precisa ancora nella missiva a firma di
Stasi e
Malavolta - considerata l’inesistenza di altri impedimenti alla possibilità di poter effettuare varianti al Piano Regolatore nei porti ricadenti all’interno dell’area di competenza dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, si chiede che
vengano immediatamente attivate le procedure necessarie, sia in termini di Progettazione Esecutiva che gli eventuali atti indispensabili ad addivenire rapidamente alla conclusione dell’iter autorizzativo già da diverso tempo avviato, finalizzato alla realizzazione della “Banchina Crocieristica” per il Porto di Corigliano-Rossano». La lettera si conclude con una chiosa molto eloquente: «
attendiamo che l’Autorità Portuale di Gioia Tauro inizi velocemente a dedicare la propria attenzione al nostro territorio di cui il Porto di Corigliano-Rossano è parte».