«Pregiatissimo Presidente, così proprio non va»
Dopo l’ultimo consiglio comunale di Corigliano-Rossano, i consiglieri di Minoranza alzano gli scudi contro il Presidente del Consiglio comunale, Marinella Grillo: «Non riesce a staccarsi dalla sua Maggioranza». Sarebbe di parte «Sarebbe opportuno che rassegnasse le sue dimissioni»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Pregiatissimo Presidente, così proprio non va». Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta dei gruppi consiliari di Minoranza del Comune di Corigliano-Rossano che segue l’ultima seduta assembleare di lunedì 28 dicembre. Una seduta “tranquilla” ma che non ha fatto mancare colpi di scena inauditi e anche una coda al veleno.
A firmare la dura missiva, nella quale si chiede la “testa” della Presidente del Consiglio comunale, Marinella Grillo, rea di avere una condotta fin troppo di parte, appiattita oltremodo sulle posizioni della Maggioranza, sono otto consiglieri di opposizione Francesco Madeo, Rosellina Madeo, Adele Olivo, Gino Promenzio, Vincenzo Scarcello, Gennaro Scorza, Raffaele Vulcano e Aldo Zagarese. Tra le firme manca quella del rappresentante capogruppo della Lega, Costantino Baffa.
Di seguito il contenuto della missiva.
«Purtroppo, ancora una volta, ci troviamo a dover stigmatizzare l’atteggiamento della figura del Presidente del Consiglio comunale rispetto all’equo trattamento riservato ai rappresentanti istituzionali in seno all’Assemblea civica di Corigliano-Rossano. Notiamo, da più tempo, che il principio di imparzialità, fondamentale per garantire l’equilibrio democratico all’interno dell’emiciclo consiliare, è puntualmente disatteso dalla Sua condotta.
Abbiamo più volte, con garbo e rispetto istituzionale, fatto presente questa situazione di contrazione di libertà di espressione e di equa visibilità per tutti i rappresentanti eletti, non da ultimo in una recente richiesta di chiarimenti formalizzata l’8 Luglio 2020. Alla quale è seguita una Sua risposta di rassicurazioni che, purtroppo, stante i fatti che continuano a ripetersi imperterriti, sono state puntualmente disattese.
Provoca un civile sdegno quanto accaduto, ad esempio, nell’ultima seduta assembleare di Lunedì 28 Dicembre u.s. La continua reprimenda nei confronti dei Consiglieri dei Gruppi di Minoranza non trova alcuna fondata giustificazione nel complesso generale in cui si è svolta la seduta. Ancor più se poi, dall’importante scranno su cui Ella siede all’interno dell’emiciclo, abbiamo atteso invano un richiamo nei confronti del Consigliere comunale di Maggioranza, nonché Presidente della Commissione Statuto, Maria Salimbeni, per l’oscena frase pronunciata a microfoni accesi nel mentre si celebravano i lavori consiliari ed il cui accaduto ha avuto ampio risalto sulla stampa. Non è solo una questione di stile. I suoi atteggiamenti ostativi, repressivi e vessativi delle posizioni espresse dalla Minoranza consiliare sono emersi persino nella presentazione delle richieste di Consigli comunali oggetto dell’Ordine del Giorno.
Le quali sono state deficitarie nella citazione dei soggetti presentatori. Sarebbe comprensibile, seppur non condivisibile, se la Presidenza del Consiglio comunale scegliesse il metodo omissivo per tutte le istanze in discussione. Diventa oppressivo e senza alcuna giustificazione, invece, quando nel leggere l’oggetto dei punti in discussione all’Ordine del Giorno non si citano i nomi di chi quelle istanze le ha presentate per ricevere risposte.
È il caso dei due puntirelativi alla crisi agrumicola nel territorio di Corigliano-Rossano e della Sibaritide e alla crisi del settore pesca, avanzate dalla Minoranza, di cui però non si è fatto alcun accenno, facendo passare quasi per “sottinteso” quella fosse una iniziativa partorita dal Sindaco, dall’Amministrazione comunale e dalla sua Maggioranza.
Mentre, allorquando si è discusso della problematica sanità, è stato evidenziato a chiare note la provenienza dei richiedenti. Ce ne siamo accorti ma non abbiamo sottolineato l’inconveniente perché a partecipare alla seduta c’erano persone estranee al contesto consiliare. Insomma, abbiamo soprasseduto per non creare imbarazzo alla Presidenza, al Sindaco e al resto dell’Amministrazione comunale. Sono piccole cose, inconsistenti nell’opinione pubblica, ma che rappresentano uno sgarbo ed uno sfregio istituzionale da parte di quella figura eletta e pagata per mantenere i sacrosanti equilibri democratici sanciti dalla Costituzione. Lamentiamo ancora una volta – e lo facciamo per iscritto in modo che rimanga traccia – anche l’inconcepibile ed ingiustificato metodo di convocazione e conduzione delle pubbliche Assemblee. I cittadini ormai non sanno più come procede la vita del più importante organo istituzionale della Città.
Nessuno sa della convocazione dei Consigli comunali, se non i diretti interessati: nessuno è messo nelle condizioni di accedere facilmente, attraverso i nuovi strumenti di comunicazione che mette a disposizione il mondo informatico, alle sedute del Consiglio comunale, diversamente da quello che accade in tutti gli altri enti comunali e sovracomunali della nazione. Forse perché fa più comodo alla Maggioranza non avere una partecipazione de visu. E in questo l’emergenza pandemica c’entra poco. È tutta una questione di volontà.
La invitiamo, pertanto, a ripristinare, già dal prossimo incontro, i Consigli comunali in presenza, all’interno dell’aula consiliare cittadina, con la chiusura al pubblico e dando solo la possibilità agli organi di informazione di poter partecipare in totale sicurezza e secondo le norme anti-contagio. Questa soluzione garantirebbe di poter trasmettere le succitate sedute in diretta streaming in modo che l’intera cittadinanza ne possa usufruire. Allo stesso tempo, però, da rappresentanti eletti, nel richiamarla all’onere del suo ruolo e dei suoi doveri, ci aspettiamo una sua determinazione a riguardo. Considerato che, fino ad oggi, l’abbiamo vista distante dal ruolo che l’Assemblea l’ha chiamata a ricoprire. Alcune sgarbate cadute di stile durante l’ultima seduta assembleare avrebbero dovuto indurre ad avviare dei provvedimenti severi.
Così non è stato e ci sembra che Lei, nonostante Presidente del Consiglio comunale, non riesca proprio a staccarsi dall'appartenenza alla maggioranza in cui è stata eletta. Di fatto c’è che si è consumato un evento grave ed è passato inspiegabilmente in sordina, e pertanto, dal momento che è Ella garante e tutore dell’onorabilità dell’Assise civica riteniamo opportuno che sia proprio Lei a fare un passo indietro, rassegnando le Sue dimissioni dall’incarico. Cordialmente».