La polemica tra Candiano e Stasi si accende
La polemica "natalizia" innescatasi tra l'assessore al bilancio di Rossano Nicola Candiano e il consigliere comunale d'opposizione Flavio Stasi non accenna a scemare. Oggi è lo stesso Candiano a intervenire a gamba tesa nella discussione, ringraziando l'interlocutore dei "complimenti" ricevuti e fornendo alcune specificazioni sulla sua originaria riflessione. Che - sottolinea l'assessore - ripeto essere semi-seria. E su cui non c’era nessun riferimento alla realtà locale. Tutt’altro! Invece qualcuno, per vanità ed egocentrismo e nonostante la mia totale indifferenza nei suoi confronti, si è sentito chiamato in causa. Introducendosi abusivamente nei miei pensieri ed identificandosi nella deteriore immagine del Masaniello 4.0; da me indicato come il prodotto di frustrazioni e fallimenti personali. Evidentemente è questa l’idea che ha di se stesso. Contento lui!
E poi, lasci stare le biografie. Al momento, il confronto non può reggere, visto che viaggio con molti anni di vantaggio, poiché all’età che lui ha oggi, dopo un regolare corso di studi, io lavoravo già da oltre 10 anni, per costruire qualcosa di serio ed importante; concorrendo alla formazione di tantissimi giovani, che dopo la frequentazione del mio studio, sono diventati affermati avvocati, magistrati, dirigenti pubblici e privati; e, qualcuno che è rimasto un po' indietro, non ha mai perso la propria dignità, lottando ed adattandosi. Persone che ancora oggi, a distanza di decenni, non mancano di attestarmi la loro stima, da me ricambiata con compiacimento ed affetto. Mentre politicamente, sempre alla stessa età ed anche un po' prima, avevo svolto tutti i ruoli possibili ed immaginabili nelle istituzioni cittadine, partecipando a numerose competizioni elettorali evidentemente con buoni risultati.
CANDIANO: SI RISCHIA DI CONVIVERE PER SEMPRE CON UN PROBLEMA DI IDENTITA'
Altro che consigliere comunale, capogruppo di se stesso! E mi fermo qui! Spero definitivamente. Ora, se posso prendere per un attimo il filo di una parte del mio ragionamento svolto in quello scritto, per dare risposta ai tanti che mi hanno scritto per esprimere consenso o dissenso ragionato e culturalmente argomentato, cerco di spiegare meglio due cose. La prima. La rete, da straordinario strumento di diffusione democratica della conoscenza, per un suo abuso, rischia di diventare il luogo virtuale del regno della superficialità e dell’improvvisazione, dispensatrice di disinformazione o di informazioni errate o insufficienti, creando una condizione dell’uomo inadeguata ad affrontare la complessità del tempo che viviamo. Quando questa condizione viene percepita – come dice Sabino Cassese – l’ostilità verso la competenza dilaga, perché produce autostima negli incompetenti.
La seconda cosa. A chi non è capitato in un qualche momento della vita di essere “rivoluzionario”? Ma possono queste testimonianze di civismo esaurire un’esistenza? Certo che no. Perché il rischio è che resti addosso un sociologismo d’accatto. Quello per il quale la colpa delle insufficienze di ognuno è sempre di un’astrazione, di un nemico invisibile. Insomma si rischia di convivere per sempre con un problema di identità, come il “Visconte dimezzato” di CALVINO, il cui corpo colpito da una palla di cannone viene ricucito dai chirurghi solo per metà, che si rivelerà essere però quella cattiva e malvagia. Invece, quanti sessantottini e rivoluzionari dei passati decenni sono stati o sono ancora professionisti di prim’ordine, giornalisti, intellettuali, presidenti di case editrici, parlamentari, uomini di governo? Senza per questo dover rinnegare il proprio passato. Tanti. Ma solo quelli dotati di vivida intelligenza e di talento: due cose che se non le hai nessuno te le può dare.
PER VIVERE SENZA RANCORI, OCCORRE PRENDERE IL LATO MIGLIORE DI OGNI COSA
P.S. I pachidermi, come gli elefanti o gli ippopotami, sono specie animali protette. Addirittura nella tradizione cristiana l’elefante è simbolo di CRISTO che schiaccia il serpente, sotto le cui spoglie si cela il diavolo; mentre quello bianco è sacro nel buddismo. Sui testi di zoologia si legge che essi sono tra gli animali che vivono più a lungo e con una salute di ferro; hanno una memoria straordinaria, una grande intelligenza e sono dotati di forza, pazienza e saggezza; lenti nell’incedere ma quasi impossibile da fermare; hanno la pelle spessa e dura e l’etimologia greca della parola ci restituisce proprio questo significato. Ecco, per vivere bene e senza rancori, occorre prendere il lato migliore di ogni cosa. Perciò, grazie per il complimento!".