I
Carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno eseguito nella giornata di ieri (mercoledì 2 ottobre) un’ordinanza applicativa della misura cautelare della detenzione in
comunità disposta dal
Tribunale dei Minorenni di Catanzaro, su richiesta della locale Procura della Repubblica dei Minorenni per i reati di maltrattamenti in famiglia, nei confronti di un 17enne russo, ma residente a Cassano all’Ionio insieme ai suoi genitori che l’avevano adottato fin dalla tenera età. Tutto iniziava a seguito delle denunce presentate dai genitori del ragazzo, esasperati ed impotenti di fronte ai comportamenti sempre più aggressivi del figlio nei loro confronti e che andavano avanti dal lontano 2016. I militari della
Tenenza di Cassano all’Ionio più volte erano stati costretti nel tempo ad intervenire presso l’abitazione di famiglia per sedare gli animi bollenti del giovane, il quale era stato anche da tempo affidato ai servizi sociali per cercare di aiutare i genitori nel percorso rieducativo. Ma il tentativo era fallito, in quanto il ragazzo aveva inatteso tutte le disposizioni del Tribunale per i minorenni, mentre, di contro, aveva acuito i propri atteggiamenti contrari ad ogni convivere sociale, aggravati dall’assunzione di sostanze stupefacenti, situazione confermata dalla documentazione sanitaria sul minorenne. L’aggressività del ragazzo, soprattutto verso i propri genitori, si andava acuendo ogni giorno di più, infatti era arrivato negli ultimi mesi a minacciare di morte il padre, mettendogli le mani alla gola, a danneggiare a calci la macchina di famiglia o rompere i vasi dell’abitazione ogni qual volta i genitori non soddisfacevano le sue richieste. La criticità della situazione emergeva sia dalle denunce delle persone offese, sia dalla documentazione sanitaria acquisita, sia dagli innumerevoli interventi effettuati dai Carabinieri cassanesi, tale che spingeva il G.I.P.
a ritenere che non fosse possibile allo stato attuale una prognosi positiva in ordine alla futura astensione da parte dell’indagato da ulteriori condotte di maltrattamenti, suscettibili peraltro di sfociare in autonomi episodi di lesione, passibili dii essere indefinitamente reiterati e con conseguenze imprevedibili. Tale situazione rendeva necessaria nei confronti del minorenne l’applicazione della misura cautelare detentiva presso la comunità ministeriale di Catanzaro, dove lo stesso è stato tradotto dai Carabinieri dopo le formalità di rito, poiché misure meno afflittive per il recupero del ragazzo avevano dimostrato del tutto la loro inadeguatezza.