Il voto è l’unica arma contro il sistema, ma questa volta sarà davvero difficile convincere gli astensionisti
Verso il voto del 25 settembre. L’ultima volta la protesta si sfogò nel voto grillino. A distanza di 4 anni e mezzo le rivendicazioni sono le stesse di sempre, non è cambiato nulla e la gente è sempre più incazzata
Il rischio di una tornata elettorale con un tasso di astensionismo alle stelle questa volta, nella Calabria del nord est, è reale. L’ultima avvisaglia l’abbiamo avuta al Referendum del 12 giugno scorso: i comuni del territorio della Sibaritide-Pollino sono quelli che hanno fatto registrare il numero più alto sulla media regionale di persone che hanno scelto di non recarsi alle urne. “I quesiti referendari erano poco interessanti”, questa la giustificazione bipartisan. Nessuno, però, per timore, scaramanzia o interesse, ha analizzato a fondo un altro fattore oggettivo e forse più reale di tutti: il disinteresse verso la democrazia, le istituzioni e gli apparati politici che in quest’area della Calabria si percepisce ormai da un decennio.
Alle politiche del 2018 il popolo di questa terra che oggi – per volontà, casualità o ironia – si racchiude tutto nel collegio camerale di Corigliano-Rossano-Crotone ha innestato la sua protesta contro il sistema, che ha privato e depauperato la Calabria orientale di servizi e prospettive, nella proposta del Movimento 5 Stelle.
Qui i grillini hanno fatto en plein rastrellando tutto quello che c’era da rastrellare e mandando a Roma una corazzata di deputati e senatori di proporzioni bibliche mai vista prima. Era l’onda gialla dei pentastellati che da Crotone a Corigliano-Rossano aveva galvanizzato cuori e speranze.
A distanza di 4 anni e mezzo da quella protesta non è rimasto nulla, le aspettative sono state disattese, ma soprattutto la speranza si è trasformata in totale incazzatura.
Se in una discussione tra amici ti permetti solo a toccare il tasto delle elezioni il “vaffa” con consequenziale sorriso di rabbia al seguito è scontato. La gente non vuole più sentire parlare di voto, di politica, di nulla che riguardi quella essenziale rivoluzione che si fa con la matita.
C’è disgusto, c’è disprezzo, c’è disaffezione, c’è una lontananza siderale tra il paese reale e le istituzioni.
E questo lo sanno bene i partiti (quasi tutti) che in queste ore stanno impazzendo perché questa volta l’esito elettorale nei due colleghi della Calabria est di Corigliano-Rossano (soprattutto quello camerale) sfugge ad ogni pronostico.
Quella legge elettorale - burla per gli elettori – chiamata Rosatellum di fatto consente agli schieramenti di “spartirsi” la torta del parlamento ancor prima dell’esito delle urne, in base ai sondaggi. I partiti più arguti e meglio organizzati, addirittura, con questo sistema che non prevede preferenze ma solo una “affiliazione” dell’elettore ai programmi, riescono persino a piazzare i loro delfini che devono avere l’elezione certa.
Questa volta, però, non sarà così facile; l’esito delle urne non sarà così scontato; e tutti temono un rinculo di fucile che, alla fine, premierà qualcuno… speriamo almeno sia qualcuno che rappresenti il territorio, che ci metta la faccia, nella buona e nella cattiva sorte, che abbia forte il senso del pudore e della responsabilità nel restituire dignità a quest’area della Calabria.