Greco: "Puntare sulle eccellenze che la nostra terra ci offre"
3 minuti di lettura
A Filomena Greco, imprenditrice, "L'Eco dello Jonio" chiede: è stato difficile, per una donna, essere ai vertici di una azienda considerata tradizionalmente a guida maschile?
«Le difficoltà di una donna nel mondo del lavoro sono parecchie, a prescindere dall’ambito professionale in cui opera. Credo fortemente che l’impresa, così come ogni altra professione, non abbia sesso! L’imprenditore, maschio o femmina che sia, deve pensare alla crescita dell’attività aziendale, alla migliore commercializzazione dei prodotti, garantire il posto di lavoro, oltre che una sempre migliore qualità della vita ai propri collaboratori. Io mi ritengo fortunata perché sono inserita in un contesto d’impresa a conduzione familiare. Questa è la forza non solo de “iGreco”, ma soprattutto di Filomena Greco, imprenditrice, che si è collocata ai vertici aziendali grazie alla profonda stima ed al grande amore che regna tra i fratelli. Anche con i collaboratori non ho riscontrato particolari difficoltà; anzi, essendo tutti giovani, siamo riusciti a creare un team unito coinvolto nella mission aziendale, interessato al lancio di nuovi prodotti ed alla realizzazione di nuovi progetti. Non vorrei che sembrasse tutto rose e fiori; come donna ho dovuto stringere i denti per riuscire a centrare gli obiettivi».
La sua azienda sta conquistando mercati importanti europei ed extraeuropei: qual è il segreto del suo successo?
«Deciso il percorso di rinnovamento della azienda, ci siamo avvalsi di professionisti esterni nei diversi settori aziendali: ci siamo posti degli obiettivi e dei tempi di realizzazione. Abbiamo, quindi, scelto i consulenti migliori che il mercato offriva, sia nel campo dell’enologia che nel settore della comunicazione consapevoli che, affidarsi a dei professionisti che conoscono le dinamiche aziendali e del mercato, contribuisce in modo fondamentale alla scelta delle strategie ed al raggiungimento degli obiettivi. Nel settore dell’olio, invece, abbiamo basato tutto sulla nostra conoscenza personale e professionale, nata dall’esperienza vissuta dai noi direttamente sul campo, oltre che sul contributo di validi collaboratori interni alla azienda».
Qual è il range della sua produzione?
«Ovviamente prodotti di qualità, per poter emergere nel mercato globalizzato; ma in questo campo abbiamo avuto l’aiuto fondamentale del nostro meraviglioso territorio che riesce ad esprimere prodotti universalmente riconosciuti come eccellenze, sia nel settore oleario che in quello vitivinicolo. Il collante di quanto sopra si è detto è costituito da costanza, caparbietà, rischio ed intraprendenza».
Gli scaffali della grande distribuzione sono pieni di prodotti di scarsa qualità, soprattutto per quanto riguarda l’olio e il vino: cosa ha da dire in merito e cosa propone per cambiare la situazione?
«Occorre innanzitutto rilevare che gli effetti della crisi si sono riversati inevitabilmente negli acquisti quotidiani ed in primis sulla spesa alimentare. Nel settore agroalimentare, poi, si è verificato il più elevato abbassamento di acquisti di prodotti di qualità e, soprattutto, d’importazione. I nostri prodotti, per scelte aziendali, non sono presenti nella GDO tranne che, per una tipologia del nostro olio, all’interno dell’Esselunga. La GDO offre ciò che il mercato richiede; il problema rimane la politica dei prezzi, che la GDO pratica nei confronti dei produttori, che porta questi ultimi a rinunciare a collocare i propri prodotti di qualità negli scaffali. Affrontando i mercati esteri, ci si rende conto che il Made in Italy è più apprezzato dagli stranieri, che dagli italiani. Ciò è dimostrato dal trend dell’export dei prodotti agroalimentari italiani degli ultimi due anni. Quindi, occorrerebbe far rilevare l’importanza economica di acquistare prodotti italiani, permettendo così alle aziende di continuare ad operare sul territorio nazionale mantenendo invariati e/o incrementando i livelli occupazionali».
Ed in Calabria?
«Noi calabresi non abbiamo avuto la lungimiranza di altre regioni d’Italia e mirare così sui nostri punti di forza: cioè turismo, cultura, enogastronomia ed agroalimentare. Negli ultimi anni, forse proprio grazie alla crisi, stiamo arrivando a capire le reali potenzialità di questi settori. La Calabria risente ancora di certi luoghi comuni che nel settore agroalimentare in cui operano “IGreco” sono fortemente rilevanti; quindi, in primis, è fondamentale produrre qualità, puntando sul territorio e mettendo in conto grandi sacrifici e tempi lunghi. In Calabria si tratta di fare emergere il senso dell’identità nazionale, soprattutto sul piano imprenditoriale, abbandonando la cultura del “piangersi addosso” o del “è tutta colpa degli altri”. La strada è lunga; ma, da inguaribile ottimista e donna, sono convinta che ci si riuscirà!”».