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I complessi statuari di Co-Ro protagonisti del progetto religioso "Facies Passionis – I volti della passione"

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CORIGLIANO-ROSSANO - Il 30 gennaio presso il salone di rappresentanza dell’Arciconfraternita di Maria Santissima del Carmine in via Ciro Giovinazzi 38 a Taranto, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione del progetto religioso e culturale Facies Passionis – I volti della passione. Hanno partecipato il Priore Antonello Papalia, il Padre spirituale Monsignor Marco Gerardo e l’Assessore alla cultura del Comune di Taranto Fabiano Marti.

«L’iniziativa – si legge in una nota - promossa dallo storico sodalizio, arrivata alla quarta edizione dopo un fermo forzato dovuto alla pandemia, ha l'ambizione di raccontare il grande momento di fede popolare che rappresenta la Settimana Santa. Prenderà il via mercoledì 8 febbraio alle ore 18:00 nel foyer del Teatro comunale Orfeo e subito dopo sarà inaugurata nella Chiesa del Carmine. L'ingresso sarà libero e gratuito, tutti i giorni dalle 9:00 alle 22:00 sino a domenica 12 febbraio, giorno di chiusura».

«L’intera organizzazione è stata curata dall’Arciconfraternita del Carmine, con l’importante supporto dell’Arcidiocesi di Taranto, del Comune di Taranto, di Taranto Capitale di mare e della Banca di Credito Cooperativo di San Marzano. Il percorso espositivo vedrà la presenza dei simulacri, di proprietà di altre Confraternite e di privati del sud Italia, con la partecipazione delle regioni di Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Due, nello specifico, di Corigliano-Rossano».

«Le statue o i complessi statuari – prosegue la nota -, presentati all’attenzione dei fedeli e dei visitatori, saranno quattordici, quattro in più rispetto all’ultima edizione del 2020, realizzate prevalentemente in cartapesta e sorrette nelle singole processioni dei Misteri. Il percorso itinerante permetterà ai visitatori di ammirare: 1. Gesù nell’Orto del Getsemani, affidato al Ceto degli Ortolani di Trapani nel 1620, custodito nella Chiesa di Anime Sante del Purgatorio di Trapani e realizzato dall’artista Baldassarre Pisciotta; 2. Il Bacio di Giuda, della famiglia Bellizzi di Loseto (Bari), di autore ignoto; 3. La Flagellazione di Gesù della Confraternita Maria SS. Addolorata di Rossano (Cosenza), opera realizzata nel 1931 (con integrazione nel 1988) dai Maestri Gaucci e Malecore; 4. l’Ecce Homo della Confraternita Opera Pia del Rosario di Carbonara (Bari), custodito nella Chiesa Madonna di Pompei e realizzato a fine 1800 dall’artista Nicola Depandis; 5. La Condanna, della famiglia Abbinante di Valenzano (Bari), realizzata nel 2006 dall’artista Santino Merico; 6. Cristo porta croce, dell’Arciconfraternita del Rosario di Torremaggiore (Foggia), custodito nella Cappella gentilizia di Sant’Anna e realizzato nel 1928 dall’artista Pasquale Errico; 7. Incontro con la Veronica, statua che arriva da Montescaglioso (Matera), Chiesa dell’Immacolata, Rettoria della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, realizzata dall’artista G. Malecore nel 1917; 8. Gesù spogliato dalle vesti, della famiglia Burdi-Palladino di Ceglie Del Campo (Bari), datazione presunta tra il 1915 e il 1925, realizzato dall’artista Francesco Giancane di Lecce; 9. Gesù Morto, custodito nella Chiesa di Sant’Agostino di Montescaglioso (Matera), proprietà della parrocchia Santi Pietro e Paolo, realizzato nel 1920 dall’artista leccese Giuseppe Manzo; 10. Maria Santissima Addolorata, della Confraternita Maria Santissima Immacolata di Supersano (Lecce), custodita nell’omonima Chiesa e realizzata agli inizi del ventesimo secolo, autore ignoto ma presumibilmente della scuola dell’artista salentino Manzo; 11. La Pietà, della Confraternita del Carmine e Purgatorio di Mottola (Taranto), realizzata dai fratelli Gallucci nel 1985; 12. Gesù deposto e trasportato al sepolcro, che arriva da Corigliano (Cosenza), di proprietà della Congrega Maria Santissima dei Sette Dolori, opera dell’artista Luigi Guacci e acquistata nel 1942; 13. Il ritorno dal calvario, della Confraternita Maria Santissima di Francavilla Fontana (Brindisi), realizzato dall’artista Luigi Guacci nel 1905; 14. il Crocifisso dell’Arciconfraternita di Maria Santissima del Carmine di Taranto, custodito nell’omonima Chiesa, di anno e autori ignoti».

«Con Facies Passionis 2023, nel solco del percorso intrapreso, s’intende soprattutto riaffermare la pietà popolare come pratica devozionale delle nostre comunità. Le processioni, le statue, i simboli, viste non solo come manifestazione pubblica di fede, ma come testimonianza di una storia, di un vissuto, di una cultura che ancora oggi, a distanza di tanti anni, sono in grado di parlare al cuore e all'anima di tante persone e probabilmente anche in grado di suscitare emozioni e senso di appartenenza in chi non è cattolico praticante».

«Il progetto prevede la realizzazione di un catalogo d’arte che illustrerà le finalità dell’esposizione e tutti gli elementi statuari esposti con una serie di approfondimenti storici, artistici e culturali, con particolare attenzione alla storia dei Sodalizi che hanno offerto la possibilità di ammirare i simulacri; la narrazione dei dettagli della loro creazione, il significato più profondo in termini di religiosità, di fede e d’interpretazione artistica, declinando i modi, i tempi e i luoghi in cui il simulacro è impiegato durante lo svolgimento dei Riti del territorio cui appartiene».

«L’intento di Facies Passionis, realizzato a Taranto dall’Arciconfraternita del Carmine, nell’omonima Chiesa, cuore nevralgico della provincia Jonica dei Riti della Settimana Santa, è quello di diffondere e divulgare la storia, l’appartenenza, la tradizione, la fede e la pietà popolare che i territori del mezzogiorno d’Italia esprimono. Vuole rappresentare inoltre l’opportunità per la nostra città, di diventare punto di riferimento e di promozione culturale, attraverso la bellezza artistica dei momenti e dei luoghi religiosi».

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.