Plataci piange Costantino Bellusci, voce autentica della cultura arbëreshe
La notizia della sua morte ha profondamente colpito l’intera Arbëria, che in lui riconoscevano un punto di riferimento per impegno, passione e umanità
PLATACI – L’Arbëria perde uno dei suoi figli più illustri. È scomparso il professor Costantino Bellusci, studioso, docente e instancabile promotore della lingua e della cultura arbëreshe. La notizia della sua morte ha profondamente colpito la comunità di Civita e l’intero mondo culturale arbëreshe, che in lui riconoscevano un punto di riferimento per impegno, passione e umanità.
In un commosso messaggio pubblicato sulla pagina ufficiale del Comune di Civita, il sindaco, l’amministrazione comunale e il presidente della Pro Loco hanno espresso il cordoglio dell’intera cittadinanza: «Nessuna parola, anche la più ricercata, è in grado di dire chi lui fosse. Per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo, possiamo definirlo una persona sensibile, gentile, premurosa, intelligente, umile e generosa. Sono solo alcune delle doti che emanava con naturalezza e di cui chi stava con lui poteva farne tesoro».
Uomo di profonda cultura e di rara umiltà, il professore Bellusci ha dedicato la sua vita alla valorizzazione delle minoranze linguistiche e alla promozione della lingua arbëreshe nelle scuole e nei contesti accademici. Autore di numerosi studi e pubblicazioni – tra cui “Poesie e scritti inediti di Pedagogia del prof. Carlo Brunetti”, “Don Ciccio il buono” e “Plataci: cronologia storica dal Medioevo ad oggi” – ha contribuito alla realizzazione di progetti multimediali e corsi di formazione dedicati all’insegnamento della lingua e della cultura arbëreshe.
Bellusci ha collaborato con l’Università della Calabria, il MIUR e l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, partecipando a seminari e progetti dedicati alla didattica bilingue e alla tutela delle minoranze linguistiche. Dirigeva inoltre la rivista mensile “Bashkë”, punto di riferimento per la cultura arbëreshe contemporanea, e aveva recentemente realizzato, insieme alla dottoressa Flavia D’Agostino, il dizionario “Arbashkuar”, dedicato alla parlata di Civita.
Il Comune lo ricorda come «una persona integra, con valori che andavano oltre la normalità e una gentilezza così riservata che inevitabilmente ti legava a lui». Anche nei momenti di sofferenza, raccontano, «non lasciava trasparire nulla, sempre con il sorriso».
In questo momento di grande dolore, Civita si stringe attorno alla famiglia Bellusci, riconoscente per l’eredità culturale e umana che il professore lascia alla comunità e all’intera Arbëria.