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Nato vecchio: Corigliano-Rossano (dopo 20 anni) si dota del "nuovo" Piano strutturale

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CORIGLIANO-ROSSANO – Lunedì scorso il Consiglio comunale di Corigliano-Rossano ha scritto una pagina di storia importante, probabilmente la più importante per il futuro della nuova città e del territorio. Una «giornata memorabile» come l’ha definita il consigliere Domenico Rotondo. Già perché la grande neo polis della Sibaritide, a oltre 20 anni dall’inizio del suo iter, ha finalmente approvato il Piano Strutturale Associato. Lo sappiamo da tempo, l’argomento pur essendo tanto importante ha una percezione che rasenta lo zero nel tessuto sociale. E il perché è presto detto: alla gente interessano i servizi, la qualità della vita, la capacità di un Comune di produrre opportunità. Eppure tutte queste cose dipendono, se non tutte, per larga parte proprio dal Psa, che di fatto è la cartina geografica su cui tracciare le rotte dello sviluppo di una comunità. Non solo dal punto di vista edilizio, come minimizza qualcuno, ma anche e soprattutto sociale. Dove far cosa e come farlo, questo in sintesi lo strumento che l’assise civica ha finalmente guidato in porto.

«Qui non parliamo di "noccioline"» ha detto Stasi nel suo intervento dallo scranno più autorevole dell’emiciclo di piazza santi anargiri: «La pianificazione urbanistica determina la ricchezza e lo sviluppo di una città!»

Il “nuovo” (perché poi così nuovo non è!) Psa della Sibaritide è stato approvato all’unanimità dei presenti, in un collegio civico che è sempre più desertificato di presenze (l’altra sera per una seduta «memorabile» ben sette rappresentanti civici erano collegati da remoto). Ora si passerà all’adozione del piano che chiederà altri tempi. «Si spera – come ha chiosato il sindaco Stasi – di poter chiudere la procedura entro la primavera 2024». Ma anche questa è una previsione molto ottimistica.

Il dato, però, è che Corigliano-Rossano ha finalmente un Piano strutturale e nei prossimi giorni lo avranno anche gli altri comuni associati (Calopezzati, Crosia e Cassano Jonio).

«Spero che con le osservazioni – ha detto Salvatore Tavernise, presidente della Commissione urbanistica – il Psa possa rappresentare uno strumento utile per gestire il territorio in modo ordinato. L’augurio – ha aggiunto - è che nelle osservazioni possano arrivare dei contributi relativamente alla rigenerazione del tessuto urbano di Corigliano-Rossano». Un Psa che, come dicevamo, è nuovo ma vecchio allo stesso tempo perché porta con sé un vuoto non di poco conto, ricordato dallo stesso Tavernise: «Questo Piano è stato costruito su una cartografia amministrativa che non contempla la fusione di Corigliano-Rossano».

Basterebbe già questo per capire che il lavoro che ci sarà da fare da qui e per i prossimi mesi sarà duro, impervio, lungo e molto difficile. Che avrà bisogno di menti sveglie per poter essere “armonizzato” secondo le esigenze contingenti. Ed è questa la preoccupazione maggiore delle opposizioni. «Questo comune – ha ricordato Vincenzo Scarcello, dai banchi della minoranza, e l’unico tra i rappresentanti dell’assise civica ad aver vissuto dall’interno delle istituzioni e sin dai suoi primordi la lunga pratica del Psa - non ha ancora un dirigente all’urbanistica». Poi ammonisce: «Difficilmente questo piano potrà trovare applicazione se a gestirlo sarà una classe di burocrati senza una visione importante del Piano e del territorio.; perché non ci sarebbe errore più grande di gestire il Psa come se fosse un semplice piano regolatore».

Ma su cosa andrà ad influire il Psa? Lo ha spiegato sinteticamente e molto chiaramente l’assessore all’assetto e alla programmazione urbana Tatiana Novello. «Questa – ha detto - è un’azione urbanistica che mira al consumo di suolo zero e al recupero e la rigenerazione dei centri storici» Si tratta di una precondizione essenziale che si incunea nel più ampio programma di transizione e tutela dell’ecosistema imposto a livello occidentale (quindi attualissimo) ma è anche la sintesi di quella che è stata la volontà tracciata negli anni scorsi da tutti i precedenti governi civici che si sono alternati a Corigliano e a Rossano. Poi, ancora, vengono valorizzati la mitigazione del rischio idraulico e la difesa dal rischio sismico; la sostenibilità ambientale e urbanistica «con il recupero di spazi verdi che al momento sono sottodimensionati»; e viene tracciato un nuovo orizzonte: quello dello sviluppo costiero. «Non puntiamo più alla residenzialità stanziale ma dobbiamo puntare tutto – ha sottolineato più volte durante il suo intervento la Novello - sulla edificabilità ricettiva». Quindi, non più case sulla costa ma alberghi, villaggi vacanza e più in generale strutture e servizi che facilitino il turismo».

Che il Psa va bene ma non convinca fino in fondo è stato lo stesso Stasi ad ammetterlo che negli ultimi 5 anni ha di fatto solo limato una bozza di programma che gli è stato lasciato in eredità. «Non è stata una scelta facile quella di portare avanti – ha detto - un Piano di cui condividiamo la strategia, ma che nel corso del tempo è stata "ridefinita" con attuazioni (zone di ricucitura, zone servizi, zone turistiche ecc.) non sempre oggettive e che certamente andranno riviste nell'immediato futuro. Ma ciò che ci ha portato, quasi due anni fa, a decidere di chiudere positivamente questo percorso – ha poi aggiunto - è stata la volontà di dotare la città di uno strumento di pianificazione valido con una strategia moderna.

Insomma, ora si prospetta un nuovo e più difficoltoso lavoro: «ora – ha ricordato Stasi - si apre la fase delle osservazioni, aperte a tutta la città. Contiamo su questa fase per migliorare ed integrare lo strumento, rendendolo ancora più aderente alle esigenze della città. Poi ci metteremo pancia a terra a lavorare sugli strumenti attuativi». Senza dimenticare che proprio dalla qualità del Psa passano anche i tanti progetti di sviluppo territoriale, dalla nuova Statale 106 allo sviluppo industriale e quello attorno al porto. Praticamente, lunedì, è stata scritta la prima pagina del più importante libro di storia della nuova città. Ora servono i contenuti… quelli veri

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.