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Il futuro delle piccole imprese calabresi è nell'e-commerce: parola di Michele Barbieri

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ALTOMONTE - «Se è vero che nelle tavole di tutto il mondo si consumano sempre di più prodotti italiani e che l’agroalimentare del Bel Paese è uscito dalla crisi generata dalla pandemia Covid più forte di prima con il record storico nelle esportazioni che registrano un balzo dell’11% per un valore vicino ai 52 miliardi per l’intero 2021 (il massimo di sempre), è allora più che auspicabile che il 2022 possa e debba essere l’anno di svolta per tutto il comparto dell’enogastronomia di qualità Made in Calabria. Tanto più che l’emergenza sanitaria ha provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale, tendendosi a privilegiare la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della Dieta Mediterranea». 

È quanto dichiara Michele Barbieri, amministratore unico dell’omonimo Hotel-Ristorante esortando tutto il comparto regionale, soprattutto le piccole realtà produttive, ad investire senza tentennamenti nell’e-commerce, perché esso rappresenta lo strumento migliore che hanno oggi le aziende di questa terra per internazionalizzarsi e per fare al tempo stesso efficace marketing territoriale. 

«Con la nostra storica Bottega Barbieri online – prosegue – sintesi e proiezione di una esperienza imprenditoriale ultra cinquantennale e di una filiera corta che dagli orti e laboratori di famiglia passa al confezionamento ed all’e-commerce e distribuzione in tutto il mondo siamo soddisfatti, con il boom registrato nel 2020 e nel 2021, di aver contribuito, nel nostro piccolo, a quello che è un trend positivo e da rafforzare. Un percorso – scandisce – che fa e farà bene a tutta la filiera enoturistica regionale per supera ogni gap infrastrutturale e rispondere ad una domanda globale di qualità della vita ed alimentare che non ha precedenti e rispetto alla quale abbiamo possiamo dirci avvantaggiati».    

Tra i principali clienti del tricolore a tavola – così come emerso da una recente proiezione di Coldiretti sulla base dei nuovi dati Istat sul commercio estero nei primi 11 mesi dell’anno – ci sono gli Stati Uniti che si collocano al secondo posto con un incremento del 15%, ma positivo l’andamento anche in Germania che si classifica al primo posto tra i Paesi importatori di italian food con un incremento del 7%, come in Francia, che è stabile al terzo posto. Al quarto c’è la Gran Bretagna dove però le vendite arretrano dell’1% a causa delle difficoltà legate alla Brexit. Fra gli altri mercati da segnalare la crescita del 15% in quello russo e del 31% per quello cinese. Ed alla base del successo del Made in Italy c’è un’agricoltura che è diventata la più green d’Europa con la leadership Ue nel biologico (80.000 operatori), il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (316), 526 vini Dop/Igp e 5.333 prodotti alimentari tradizionali e con la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. 

«Siamo convinti – va avanti il general manager dell’importante realtà ricettivo-turistico, produttiva e di trasformazione che ha contribuito a fare di Altomonte una destinazione ambita e fruita 365 giorni l’anno – che tutta la rete imprenditoriale calabrese abbia le carte in regola per ingaggiare e vincere questa sfida ormai non più procrastinabile di commercializzazione internazionale delle produzioni autentiche, offrendo allo stesso tempo – conclude Barbieri – un insostituibile valore aggiunto agli sforzi di riposizionamento emozionale ed esperienziale dell’immagine turistica di questa nostra terra straordinaria nel mondo».

 

Francesca Sapia
Autore: Francesca Sapia

Ha due lauree: una in Scienze politiche e relazioni internazionali, l'altra in Intelligence e analisi del rischio. Una persona poliedrica e dall'animo artistico. Ha curato le rassegne di arti e cultura per diversi Comuni e ancora oggi è promotrice di tanti eventi di arti visive