Corigliano-Rossano, Lefosse (Azione) attacca Stasi sulla questione “illuminazione” e non solo
Posti diversi interrogativi al Primo Cittadino: «La "storiella" del sindaco-supereroe che piomba a salvare il mondo sulla pelle dei contribuenti non è attendibile»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Le risposta del Sindaco non ci convincono affatto! Più che delirio e paura a Las Vegas, sembra, lo show televisivo "Avanti un altro". Ci teniamo a chiarire che la questione illuminazione non è stata scoperta sicuramente dal sindaco Stasi, ma è una questione precedentemente affrontata dal nostro capogruppo, Francesco Madeo, con tanto di sospensione della gara, segnalazione all'ANAC, al prefetto e compagnia cantante connessa».
È quanto afferma Giovanni Lefosse referente di Azione Corigliano-Rossano che così continua: «Quindi la "storiella" del sindaco-supereroe che piomba a salvare il mondo sulla pelle dei contribuenti non solo non è attendibile ma bensì la rispediamo al mittente. La vicenda narrata dalle cronache politiche, ci lascia sconcertati e altrettanto basiti per ciò che è avvenuto. È opportuno rimarcare alcune considerazioni prettamente politiche».
«La prima – continua Lefosse: nella maggioranza ci sono sette avvocati, ossia l'equivalente del 46%, tra cui spicca l'attuale segretario personale del sindaco; senza tener conto degli avvocati presenti in giunta e del prestigioso Mauro Mitidieri, già dirigente dell'ex comune di Rossano scelto dalla coalizione di destra a guida Longo. Ci chiediamo: "il sindaco si confronta con la sua maggioranza?" Assistiamo a "un uomo solo al comando"?».
«La seconda considerazione - incalza: È vero o non è vero quanto riportato su altre testate giornalistiche? Dalla ricostruzione di Buonofiglio apprendiamo che emerge tanta testardaggine e megalomania. Vorremmo capire se è vera o meno l'affermazione secondo la quale il primo cittadino considera il denaro dei contribuenti meramente come una "latrina". Se non è vero (cosa che ci auguriamo) il sindaco deve smentire, se è vero deve altresì è costretto a dimettersi».
«I cittadini - aggiunge - esigono delle risposte chiare e concise. Siamo stufi di vederci servire insulsi specchietti per le allodole, stufi di farci intorpidire con zibaldoni farraginosi che sviino i problemi reali con cui i cittadini stanno già facendo i conti; e siamo stufi che quest'ultimi non siano messi al corrente dei fatti. Ci chiediamo quando il sindaco deciderà di mettersi una mano sulla coscienza e di fare chiarezza sulla famosa frase ribadendo il medesimo concetto: "è vera o non è vera?"».
«Terza considerazione - conclude: se l'attuale primo cittadino fosse all'opposizione di sé stesso, certamente griderebbe a squarciagola, farebbe fuoco e fiamme tutto intorno. Perdere una causa è normale, ma chiediamo al sindaco sulla base di quali prerogative vengono affidati incarichi legali dalle parcelle così esose? E soprattutto gli chiediamo se sia una cosa normale procedere con l'affidamento diretto a ditte di amici e parenti di consiglieri comunali. È questa la tanto decantata "città normale"? È questa la discontinuità con il passato tanto osteggiata? Nel frattempo come diceva il grande Totò: "... e io pago!"».