di MARTINA FORCINITI "Io un burattinaio? Un subdolo pettegolezzo. Non sono certamente dipese da me le dimissioni dei consiglieri comunali che hanno determinato la decadenza dell'ex sindaco". E' probabilmente il concetto più fortemente e frequentemente ribadito nel corso della
conferenza stampa dell'Onorevole
Giuseppe Caputo, tenutasi questa mattina (12 dicembre) nell'
Hotel San Luca. Un dialogo chiarificatore con gli intervenuti volto a mettere un punto alla catena di congetture, più o meno politiche, nate all'ombra dello scioglimento dell'assemblea civica rossanese causata dalle dimissioni il mese scorso di 13 consiglieri comunali. "Perché, poi, avrei dovuto partecipare alle azioni che hanno portato all'interruzione del governo cittadino quando mio figlio, assessore di quella giunta, ha dovuto fare i bagagli e riprendere immediatamente servizio a Cosenza in quel di Equitalia? Non accetto che mi vengano attribuite assurde responsabilità che non sono assolutamente mie. L'unica responsabilità che mi si può riconoscere, quella sì e non ho paura di ammetterlo, è di aver consigliato tempo fa all'ex sindaco di non ricandidarsi perché sicuramente perdente, alla luce del malcontento che attraverso approfonditi sondaggi avevo avuto modo di constatare non solo fra la popolazione ma anche fra lo stesso personale comunale. Ma una volta ribaditami l'intenzione di una seconda candidatura, non ho fatto altro che prenderne atto. E mi rammarica il dover riscontrare il livello di irriconoscenza dimostrato da chi ha ricevuto tanto e, ora posso dirlo, forse immeritatamente. Perché per me, uomo delle istituzioni che si è sempre prodigato per il bene e nell'interesse esclusivo della mia città, fare il sindaco significa programmare, non occuparsi semplicemente dell'esistente. Basti pensare alla
vertenza Enel, per la quale da quasi due anni premevo per la ricerca di una soluzione e di cui ci si è accorti solo con la salita degli operai sulle ciminiere. Si sarebbe dovuto presentare ai vertici Enel un progetto concreto, come quello - che io ho sempre sostenuto con decisione - di un
porticciolo turistico. Questo significa programmare e, del resto, è quello che ho personalmente cercato di fare durante i miei mandati." Il centrodestra cittadino è oggi più che mai spezzato e disperso in mille rivoli. E, non a caso, la conferenza nasce anche dall'esigenza da parte dell'Onorevole Caputo, attualmente orfano di partito, di chiarire l'attuale situazione politica. "Sebbene nel 2015 non abbia rinnovato la tessera del mio partito, di cui francamente mi è difficile oggi sentirmi parte integrante, io sono un uomo di destra, me lo si legge in fronte. E il mio obiettivo era e rimarrebbe quello di rinsaldare il centro destra rossanese. Proprio per questo, avrei preferito che si desse priorità alla concertazione piuttosto che all'imposizione dell' "io" a tutti i costi". La candidatura di
Ernesto Rapani? "Più che legittima. Del resto non è un ciclope con un occhio in mezzo alla fronte e, parlando di colori politici, non si parla di un esponente di rifondazione comunista, ma di una corrente che è sempre parte della mia macroarea di appartenenza". E su quell'
asse Graziano-Caputo contro cui l'
ex sindaco Antoniotti si è violentemente scagliato durante il suo pubblico comizio, l'Onorevole è serafico. "Io e il consigliere regionale intratteniamo rapporti di cordialità, ci sentiamo ogni tanto ma intrattenendo le normali conversazioni che possono avere un consigliere regionale con incarichi politici e un uomo delle istituzioni attualmente disimpegnato. Di quale asse stiamo parlando e soprattutto, lo chiedo a chi lo tira in ballo, un asse che sarebbe dovuto servire a cosa?"