Covid, «la Calabria rischia la zona rossa a causa di incapacità e pressapochismo»
Guccione continua a denunciare l’assenza del Piano di contrasto al Covid-19
COSENZA - «Non fa più notizia, nessuno si scandalizza ma i calabresi, proprio in queste settimane, continuano a pagarne le conseguenze: la Calabria continua ad essere l’unica regione a non avere il Piano di contrasto al Covid-19. E siamo in piena terza ondata. Nonostante le numerose denunce sono trascorsi, inutilmente, mesi e mesi, nessuno è intervenuto e oggi ci troviamo di nuovo impreparati ad affrontare l’emergenza Covid, così come dimostrano le immagini e le notizie di queste ore sul sistema ospedaliero calabrese in difficoltà».
È quanto denuncia il consigliere regionale Carlo Guccione che così continua: «Emblematica è la vicenda dell’ospedale Annunziata di Cosenza dove, ancora oggi, i pazienti Covid sono costretti a passare dall’unico Pronto soccorso del nosocomio con lunghe file interminabili e ore di attesa prima di essere ricoverati. Un Pronto soccorso dove prestano servizio sette medici rispetto ai ventidue previsti in organico».
«Addirittura – spiega - i vertici dell’Azienda Ospedaliera erano a conoscenza del trasferimento del primario del Pronto soccorso di Cosenza e nulla hanno fatto per sostituirlo. Incapacità e pressapochismo rischiano di mettere in ginocchio l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. Anche l’attivazione di 12 nuovi posti letto di terapia sub intensiva se non fa seguito alla dotazione di maggiore personale medico-sanitario sono è in grado di garantire gli standard sanitari, organizzativi e strutturali».
«Dunque, -afferma - si assumano dalle graduatorie aperte anestesisti, medici, infermieri, oss necessari a fronteggiare l’enorme carico di lavoro a cui è sottoposto l’Annunziata di Cosenza. Chi ha la responsabilità di dirigere l’Azienda Ospedaliera si deve assumere il compito di fare in modo che le cose funzionino ed evitare che i pazienti non possano usufruire delle dovute prestazioni visto che prima di ogni cosa deve essere garantito il diritto alla salute e alla cura dei cittadini».
«Tutto questo tempo perso senza Piano di contrasto al Covid-19 – incalza - doveva essere utilizzato per potenziare, ad esempio, il Pronto soccorso di Cosenza con percorsi per malati Covid e Tac e radiologie dedicate; aumentare i posti letto Covid e il numero degli operatori sanitari. Tutto questo non è stato fatto e qualcuno ne dovrà rispondere. Anche per queste ragioni rischiamo, nelle prossime ore, di diventare zona rossa».
«Ora è necessario che vengano prese decisioni rapide tese ad aumentare immediatamente il numero del personale medico e paramedico necessario a dare risposte adeguate a tutti coloro i quali necessitano di cure e prestazioni sanitarie ed ospedaliere. Lo Stato italiano non può dare l’impressione di avere abbandonato la Calabria» conclude.
(fonte foto ottoetrenta)