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La Calabria del nord-est si candidi a Capitale Europea della Cultura

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CORIGLIANO-ROSSANO - Quale altra parte d’Italia e d’Europa può vantare all’interno di un territorio, la coesistenza di cinque civiltà? Probabilmente è dando risposta a questa domanda che si possono ricercare mille altre risposte sulle potenzialità infinite di un territorio come la Calabria del nord-est. Ma per dare risposta a questa domanda occorre che quanti vivono la Sibaritide-Pollino si approprino di quella sana dose di consapevolezza che aiuti a vivere questo territorio, ad apprezzarlo, a rendersi capaci del suo inestimabile valore e a renderlo finalmente produttivo.

Dagli Enotri ai Bretti, dai Greci ai Bizantini per finire ai Normanni, nella Calabria del nord-est si racchiude la sintesi di un patrimonio memoriale, identitario e valoriale che se non la rende unica sicuramente le da una connotazione unicità, soprattutto se la si contestualizza in un territorio che nel suo “glocal” racchiude tutto, il mare, la pianura e le alte montagne. È la Sibaritide-Pollino, quell’area della Calabria che oggi non solo torna a chiedere una propria autonomia territoriale e istituzionale ma avanza altre, importanti e – probabilmente – giustificate pretese.

«Credo che la Calabria del nord-est abbia tutte le carte in regola per diventare Capitale della Cultura Europea». È questa la proposta (non affatto una provocazione) che nei giorni scorsi, da una gremita Sala Rossa di Palazzo San Bernardino, dove sono stati presentati i nuovi studi condotti dall’ingegnere Nilo Domanico attorno a Sybaris e Thuri, ha lanciato lo storico Franco Filareto. 

Non solo. «C’è una seconda proposta – ha detto – che è ancora più ambiziosa, che è quella di candidare questo territorio a diventare Patrimonio universale dell’Unesco». Da Sibari al Codex, dai parchi archeologici di Broglio e Castiglione di Paludi alla rete dei castelli e dei monasteri, dalle pietre ancestrali di Frascineto e Campana ai borghi dell’arberia: c’è un mondo straordinario per davvero, unico al mondo e interamente stretto nel perimetro della Calabria del nord-est. 

Un mondo che andrebbe riempito di consapevolezza. Da qui l’appello di Filareto, alle istituzioni locali, «al comune di Corigliano-Rossano e Cassano Jonio su tutti», alle Chiese diocesane di Corigliano-Rossano, Cassano e Lungro, alla Sovrintendenza dei beni Culturali, alla Direzione del Museo e del parco di Sibari, alle associazioni culturali, al mondo dell’economia e al mondo sociale. «Insomma, un appello rivolto a a più soggetti, affinché si faccia massa critica unificando nella proposta un territorio» e - aggiungiamo noi - perché si crei una nuova generazione di portatori di sapere, che sappia svecchiare una élite culturale che ha sicuramente dato tanto a questo territorio ma che, allo stesso tempo, si è chiusa dietro a stereotipi e narrazioni che non hanno mai funzionato. Che si colga in modo pieno, allora, l'invito del professore Filareto affinché «attraverso la cultura si eviti la frammentazione, la periferizzazione e l’isolamento» che sono i drammi profondi del nord-est creati, purtroppo, anche da certa intellighenzia.

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.