Corigliano, quando i migranti si integrano con la comunità locale
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La città di Corigliano, ed in particolar modo il borgo marinaro di Schiavonea, da sempre mostra una significativa propensione alla tolleranza ed all’accoglienza nei confronti dei tantissimi migranti che qui vivono. Sosteniamo ciò in quanto confortati, non solo per la storica presenza di cittadini stranieri (numerose, ad esempio, le famiglie provenienti dal Marocco, stabilite in questo centro già dalla metà dagli anni ‘70) ma anche, per le testimonianze dirette di chi, giorno per giorno, vive a stretto contatto di gomito con loro: ci riferiamo al parroco di Schiavonea, padre Lorenzo Fortugno ed all’Associazione Torre del Cupo.
“Non è giusto – afferma padre Lorenzo – accostare l’immigrato ad una sorta di tipo violento che avrebbe contribuito ad aumentare, in termini percentuali, la commissione di reati nella nostra città. Io ritengo – aggiunge il parroco di Schiavonea – che ci sono, purtroppo, dei violenti, ma sono, per fortuna, uno sparuto gruppo, invece, quello che vorrei sottolineare è che la maggior parte degli immigrati presenti qui da noi è gente seria, laboriosa, una risorsa per la nostra comunità. Purtroppo – aggiunge ancora padre Lorenzo – la riduzione di richiesta di mano d’opera sta creando gravi problemi, perché la maggior parte di costoro vuole lavorare ma si ritrova, giorno per giorno, ad incrociare le braccia. Da qui poi derivano anche determinati problemi, ma ripeto l’immigrato per la nostra comunità è una risorsa e non un peso”. Sulla stessa linea è l’operato dell’associazione “Torre del Cupo” che nata nel 1999 da un gruppo di volontari si occupa attivamente degli immigrati, attraverso tutta una serie di servizi, e quindi si tratta di un “osservatorio” particolarmente privilegiato per capire la condizione attuale di queste persone. “È da circa tre lustri – ci dice un operatore dell’associazione – che ci occupiamo degli immigrati, ed in diverse circostanze siamo dovuti intervenire, anche in maniera ferma, per combattere alcuni sciocchi, ma nello stesso tempo, pericolosi luoghi comuni che volevano etichettare gli immigrati come gente violenta e comunque non pienamente integrata nelle nostre comunità. Tutto ciò non è vero, anche perché c’è tantissima gente che vive a Schiavonea da almeno 20 anni; tutto ciò significa che hanno trovato all’interno della nostra comunità il clima ideale per operare e lavorare; difatti, il popolo coriglianese da sempre è ospitale e tollerante”.
Per cercare di comprendere al meglio la portata del fenomeno migratorio presente sul territorio ausonico, è opportuno riportare alcuni dati. La popolazione totale di immigrati nel distretto socio-sanitario di Corigliano è pari all’1,40% (8°% dei residenti nella città ausonica). Rispetto al totale provinciale, la percentuale degli stranieri è dell’8,4%. Per quanto riguarda invece le percentuali delle aree di provenienza, al primo posto si posiziona la Romania ed a seguire poi il Marocco, l’Ucraina, la Bulgaria, la Polonia, l’Albania, la Cina, le Filippine, l’India ed infine la Russia. Al 31 dicembre 2011 (ultimo dato fin qui disponibile) i dati occupazionali facevano registrare 2813 rumeni (di cui 1081 donne e 1732 uomini); cittadini ucraini numero 280, polacchi 275, marocchini 324, pakistani 122, lituani 32, algerini 18, nigeriani 6, georgiani 6, albanesi 2323, russi 50, cinesi 25, bulgari 1132, turchi 40, moldavi 16, indiani43, somali 6. 43, somali 6.
g.d.p.